L'Ulisse - LietoColle
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necessariamente in endecasillabi, e neppure in che altro modo debbano comporsi, del resto. La<br />
lettura dei versi 3 e 4 «alla sua bianca mano, al piede bianco e stanco, e storto, e morto, a quel suo<br />
buco | nero, buco vero, dunque io parlo, e così parlando dico», per le sue molte pause sintattiche che<br />
vanno a cadere nei punti di cesura tipici della tradizione, prevede una tale quantità di soluzioni (da<br />
11+11+7+11+11 a 7+11+11+11+11 a 7+7+5+7+4+4+8), che non si vede Ŕ ragionando sempre in<br />
termini di misure tradizionali Ŕ come se ne possa privilegiare una.<br />
Lřampiezza dei versi rende la loro percezione unitaria piuttosto difficile, e richiede una<br />
frammentazione che viene sostenuta dalla natura sintattica del testo. Perciò si impone una<br />
misurazione a più livelli, e le osservazioni di Antonio Pinchera a proposito della metrica dei<br />
Novissimi sembrano assolutamente adatte a questo scopo: egli individua una versificazione colica,<br />
cioè una versificazione in cui «gruppi semplici semantici [...] hanno assunto lřimportanza che aveva<br />
un tempo la sillaba; sono essi la radice del ritmo»(51). La ripartizione in cola costituirà allora il<br />
primo livello metrico, mentre il secondo livello sarà dato dalle misure di ciascun colon, poiché è<br />
banale constatare che lřunità colon rappresenta un elemento complesso e grandemente variabile per<br />
assolvere, da solo, proprio alla funzione di unità. Solo la combinazioni delle due misurazioni dà il<br />
senso metrico del verso e descrive la sua effettiva lettura.<br />
Detto questo, diamo uno sguardo ai primi due versi della poesia di Sanguineti:<br />
a quella Reginella ridarella, a quella raganella griderella, la bella sopranella<br />
in sottanella, a quella stella bianca, stella nana, unica mia sovrana disumana<br />
[...]<br />
Secondo la metrica appena descritta e secondo lřassunto per il quale la metricità è proprietà<br />
posseduta dal testo a prescindere dal découpage, che si limita dřaltra parte a segnalarla, dovremmo<br />
dire che la suddivisione Ŗnaturaleŗ dei due versi sia «[...] in sottanella | a quella stella bianca [...]».<br />
Così avremmo tre cola nel primo e tre cola nel secondo, con una buona coerenza delle misure<br />
interne: tre endecasillabi a majore; un settenario e un quadrisillabo, che eventualmente possono<br />
radunarsi in un endecasillabo anchřesso a majore, e infine un altro endecasillabo a majore. Ma il<br />
criterio di suddivisione di Sanguineti non è evidentemente, qui, quello della regolarità colica né<br />
sillabica, per quanto sia vero ciò che abbiamo detto della metrica a due livelli. Sembra piuttosto<br />
chiaro che «in sottanella» non possa appartenere al v. 1 dove domina il gruppo r-g/d-ella, e debba<br />
invece stare al v. 2 per introdurre la serie del gruppo s-t-ella che, nella cerniera quadrisillabica<br />
«stella nana», si accoppia e cede il testimone alla terminazione -ana.<br />
Questa è la logica dellřorganizzazione metrica del testo, e mi pare una buona organizzazione<br />
sia dal punto di vista della rigorosità costruttiva, sia da quello della godibilità della fruizione<br />
(insomma, sono due versi Ŗbelliŗ). Ma ciò per cui a me qui importa tanto di questi versi, è anzitutto<br />
il fatto che essi mostrano come le plausibili possibilità di organizzazione metrica siano più dřuna, e<br />
ciò basta perché una individuazione che faccia a meno dellřa capo sia in questi casi impossibile. In<br />
secondo luogo tali possibilità metriche, come si vede, possono benissimo dipendere da fattori<br />
tuttřaltro che metrici, almeno nel senso comunemente inteso. Allora dobbiamo dire che è illegittimo<br />
parlare della metricità come di una proprietà del testo che può prescindere da qualche segno che ci<br />
avverta di essa; e possiamo ribadire che per avere una determinazione metrica anche un segno<br />
grafico (e in generale non-metrico) può essere sufficiente.<br />
Segni saranno, per il sonetto, le terminazioni rimiche secondo quegli schemi che sono possibili<br />
per i canoni del genere, e saremo in maggioranza disposti a chiamarli fattori. Segni saranno, in una<br />
poesia come Soldati, gli a capo, e dovremmo rassegnarci a chiamarli, comunque, fattori:<br />
Si sta Si sta come<br />
Come dřautunno Dřautunno<br />
Sugli alberi Sugli alberi<br />
Le foglie Le foglie<br />
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