Gli angeli non esistono_Tre racconti su una strage ... - Tersite rossi
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GLI ANGELI NON ESISTONO<br />
TRE RACCONTI SU UNA STRAGE DIMENTICATA<br />
13<br />
ELEONORA FORTI<br />
GLI ANGELI NON ESISTONO<br />
<strong>su</strong>oi compagni erano sempre così interessanti da farmi rimanere<br />
incollato alla sedia. A volte mi lasciavano pure correre in giro per<br />
stampare qualche volantino o sbrigare qualche commissione importante.<br />
Era impossibile annoiarsi! I loro discorsi erano più infuocati<br />
del sole pomeridiano, ma più che scaldare facevano venire<br />
i brividi: lotta contro il potere, manifestazioni, cortei, concerti<br />
d’informazione.<br />
Fremetti <strong>su</strong>lla sedia di legno dov’ero appollaiato. Mio cugino<br />
Gianni e Annalise erano intenti a parlottare concitatamente, ma<br />
erano stati così antipatici da avermi detto espressamente di andarmene,<br />
che era vietato ascoltare. Chissà quante porcherie si stavano<br />
dicendo... Osservai Franco guardare il pianoforte con aria<br />
assente. Poi, senza alcun preavviso, lo aggredì. Il pianoforte, per<br />
protesta, emise <strong>una</strong> dissonanza tale da sembrare il grido di un ubriaco,<br />
ma Franco parve apprezzarlo. Continuò <strong>su</strong> questo tono,<br />
premendo <strong>su</strong>i tasti talvolta con foga, a volte appena sfiorandoli,<br />
per poi schiacciarli di peso con tutto l’avambraccio, producendo<br />
<strong>su</strong>oni irripetibili. Lui <strong>non</strong> usava spartiti, il <strong>su</strong>o scopo era ottenere<br />
l’originalità assoluta. Al massimo seguiva le note di compositori<br />
che solo lui aveva sentito nominare, infarciti comunque di <strong>una</strong><br />
buona dose di improvvisazione.<br />
“Finiscila!”, sbottò Gianni, che <strong>non</strong> riusciva a sentire più la<br />
voce di Annalise.<br />
“È Sostakovic, ignorante!”, gli rispose Franco, con <strong>una</strong> voce<br />
sorprendentemente calma sopra il frastuono.<br />
Gianni si era già alzato per andare a tirarlo via di peso, quando<br />
si udì uno schianto e la porticciola della Baracca si aprì di botto.<br />
Franco smise immediatamente di <strong>su</strong>onare. Ci girammo di scatto<br />
tutti e quattro, e vedemmo un ammasso informe di membra e<br />
piume accasciato <strong>su</strong>l pavimento che rantolava e si muoveva convulsamente.<br />
“Anghèlo!”, esclamò Annalise, con la <strong>su</strong>a pronuncia tedesca.<br />
Quello <strong>non</strong> accennava a volersi alzare.