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Gli angeli non esistono_Tre racconti su una strage ... - Tersite rossi

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GLI ANGELI NON ESISTONO<br />

TRE RACCONTI SU UNA STRAGE DIMENTICATA<br />

47<br />

PAOLO BISESTI<br />

IL PASSO DEL GAMBERO<br />

dicando all’uomo dove sedersi. “Inutile dirle che la ringrazio per<br />

esser venuto.”<br />

L’interlocutore annuì accomodandosi. Aveva detto di essere<br />

un poliziotto, ma <strong>non</strong> sembrava un poliziotto. I modi, cortesi e<br />

raffinati, e l’eleganza e la cura nel vestire lo facevano sembrare<br />

piuttosto il dirigente di <strong>una</strong> grande azienda. Massimo aveva deciso<br />

comunque di accettare quella mezza bugia. Non era affar <strong>su</strong>o,<br />

in fondo.<br />

L’appuntamento era stato fissato solo due giorni prima. La notizia<br />

<strong>su</strong>lle indagini del giudice Salvini lo aveva appena raggiunto,<br />

quando la segretaria del giudice stesso aveva telefonato a Massimo<br />

informandolo che il dottor Salvini voleva “avere uno scambio<br />

di vedute relativo ai recenti sviluppi di un’indagine di cui lei avrà<br />

sicuramente sentito parlare dagli organi di stampa”. Quella telefonata<br />

aveva contribuito a trasformare quell’odiosa sensazione di<br />

déjà vù che lo tormentava da qualche giorno in concreta realtà.<br />

Fantasmi dal passato che <strong>non</strong> volevano proprio lasciarlo in pace.<br />

La segretaria del giudice gli aveva comunicato che presto sarebbe<br />

stato ricontattato per fissare un incontro, e nemmeno ventiquattro<br />

ore dopo aveva ricevuto <strong>una</strong> seconda telefonata, di un<br />

uomo che si presentava come “un poliziotto impegnato nelle indagini<br />

condotte dal giudice Salvini”. Chiedeva di poter incontrare<br />

Massimo per conto del dottore. Massimo aveva acconsentito. Voleva<br />

capire di più, e avrebbe potuto, forse, togliersi qualche peso<br />

dallo stomaco.<br />

“Si figuri, sono io che debbo ringraziarla, avrei voluto fissare<br />

un incontro ma la <strong>su</strong>a proposta del pranzo mi è sembrata un’idea<br />

migliore. Qui potremo parlare tranquillamente.”<br />

La cameriera li interruppe per raccogliere le ordinazioni, elargendo<br />

<strong>una</strong> discreta quantità di sorrisi. Poi si dileguò nel retro del<br />

locale.<br />

“Credo fossimo rimasti al punto in cui lei mi diceva che il giudice<br />

Salvini vorrebbe sapere qualcosa da me”, iniziò Massimo. <strong>Gli</strong>

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