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Gli angeli non esistono_Tre racconti su una strage ... - Tersite rossi

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GLI ANGELI NON ESISTONO<br />

TRE RACCONTI SU UNA STRAGE DIMENTICATA<br />

36<br />

ANNA FORTI<br />

IL CANTO DEL CUCULO<br />

mondo più giusto sia possibile <strong>non</strong> avremmo fatto questo viaggio...<br />

O no?”<br />

Porta socchiusa. Voci nell’atrio. Io che mi avvicino...<br />

“Il contenuto della lettera parla chiaro, quello che stiamo facendo<br />

ha <strong>una</strong> finalità ben precisa.”<br />

“La situazione che si sta per realizzare farà comodo a tutti, anche<br />

a lei, Demetrio, si fidi.”<br />

L’accento di quell’uomo era davvero insolito... Un accento<br />

neutro, insipido, un <strong>non</strong> accento.<br />

“La mia posizione rimarrà invariata, potete continuare a contare<br />

<strong>su</strong>lla mia collaborazione... vivere circondati da nemici <strong>non</strong> piace<br />

a nes<strong>su</strong>no...”<br />

Le campane della chiesa. I bicordi lenti di Marta. La porta dello<br />

studio. La mano <strong>su</strong>lla maniglia. Il mio respiro. La luce <strong>su</strong>l pavimento<br />

in marmo. La scrivania. Passi. Fruscio di carte. Ancora le<br />

campane. Una busta. La sequenza di note.<br />

Gianni concentrato nella guida. <strong>Gli</strong> altri che parlano. Quelle<br />

righe che <strong>non</strong> mi si scollano dalla memoria. “Roma, 5 luglio 1970.<br />

Caro Demetrio, la lettera che sta per leggere è diversa da tutte<br />

quelle che avrà ricevuto in passato, quindi vi ponga ancora maggior<br />

attenzione”.<br />

Luce improvvisa negli occhi. Un camion? Il fischio dei freni.<br />

Lo schianto. Il buio. Una fitta al torace. Il silenzio. Il vuoto.<br />

Luce. Io che rincorro Suzanne tra i prati verdi della Baviera.<br />

Buio.<br />

Un fischio.<br />

Do-Sol Do-Sol, Mib-Sib Mib-Sib, Lab-Mib Lab-Mib, Do.<br />

Silenzio.<br />

Una fitta.<br />

L’abbraccio di Gianni.<br />

*

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