Gli angeli non esistono_Tre racconti su una strage ... - Tersite rossi
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GLI ANGELI NON ESISTONO<br />
TRE RACCONTI SU UNA STRAGE DIMENTICATA<br />
41<br />
PAOLO BISESTI<br />
IL PASSO DEL GAMBERO<br />
A Roma ci era arrivato dopo l’ultimo incarico, a Reggio Calabria<br />
a inizio luglio. Giorni difficili, quelli. Una città messa a ferro e<br />
fuoco, guerriglia nelle strade, morti. Doveva fermarcisi per qualche<br />
giorno, incontrare degli imprenditori locali. Sostanzialmente<br />
faceva da intermediario. Dare rassicurazioni, fornire un tramite<br />
per conto di Mister X tra Roma e la Calabria. Un affare di soldi,<br />
tanti soldi, soldi utili a chi in quei giorni si rivoltava contro lo Stato.<br />
Non capiva il perché del <strong>su</strong>o lavoro, ma obbediva. Un’azione<br />
contorta, as<strong>su</strong>rda forse. Sicurezza Nazionale. Sempre lì si tornava.<br />
Pochi giorni che erano diventati settimane, fino a quel 22 luglio, e<br />
a quel treno disgraziatamente deragliato a Gioia Tauro. Pagina<br />
chiusa? Forse no.<br />
<strong>Gli</strong> ci vollero quaranta minuti per arrivare <strong>su</strong>l posto. Neanche<br />
sessanta chilometri, un tratto di strada in salita dell’A2 tra Ferentino<br />
e Frosi<strong>non</strong>e. La scena: quella di un tragico incidente d’auto.<br />
“Tamponamento.”<br />
Il Comandante della Polizia Stradale <strong>non</strong> aveva dubbi.<br />
“Non so chi sia lei e nemmeno mi interessa.”, disse il Comandante.<br />
“Mi hanno ordinato di darle quello che chiede. Non pensavo<br />
fosse così veloce. Facciamo presto.”<br />
L’uomo <strong>non</strong> volle nemmeno vedere il tesserino da carabiniere<br />
che Massimo aveva sempre con sé. Si mosse verso i resti della<br />
piccola autovettura, o quello che ne rimaneva.<br />
“<strong>Tre</strong> morti, due feriti molto gravi, tutti passeggeri della Mini.”<br />
“Signore, ci hanno chiamato dal Comando”, intervenne un<br />
giovane agente. “È in arrivo il magistrato per l’indagine, sarà qui<br />
tra poco.”<br />
“Bene. Puoi andare adesso.” L’agente salutò e se ne andò.<br />
L’attenzione di Massimo era stata catturata dall’autotreno targato<br />
SA135371. Fermo, <strong>su</strong>lla normale corsia di marcia, le luci<br />
funzionanti tranne il gruppo del rimorchio, e i danni localizzati <strong>su</strong><br />
<strong>una</strong> fiancata. Strano per un tamponamento.