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Gli angeli non esistono_Tre racconti su una strage ... - Tersite rossi

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GLI ANGELI NON ESISTONO<br />

TRE RACCONTI SU UNA STRAGE DIMENTICATA<br />

52<br />

PAOLO BISESTI<br />

IL PASSO DEL GAMBERO<br />

Mas. Istantanee dimenticate di nostalgici camerati in posa. Sulla<br />

scrivania quel solo appunto: “Incidente stradale A2. Roma,<br />

26.09.1970. Materiale riservato. Da archiviare”. Pagine tinte di<br />

giallo, che improvvisamente diventavano nere.<br />

Roma, giugno 1996<br />

Erano passati tre anni da quei giorni di febbraio, e per Massimo<br />

tutto era cambiato. Aveva lasciato il servizio da circa un anno.<br />

Pensione anticipata. Avrebbe avuto il tempo per coltivare qualche<br />

hobby, trovare un passatempo. No, <strong>non</strong> erano cose per lui. Avrebbe<br />

voluto concentrarsi finalmente <strong>su</strong>i <strong>su</strong>oi figli, dedicar loro<br />

quel tempo che per anni aveva sistematicamente negato. Aveva<br />

giurato che avrebbe fatto di tutto per essere un buon padre quando<br />

erano nati. L’aveva voluto fin dal primo momento, e per molti<br />

anni, in fondo, ci aveva creduto. Un desiderio umano in un mondo,<br />

il <strong>su</strong>o, che di umano aveva sempre meno. Non ci era riuscito.<br />

E ora che era lui ad aver bisogno di loro, loro <strong>non</strong> avevano più<br />

bisogno di lui. Non aveva più niente da perdere.<br />

Da qualche giorno, <strong>una</strong> notizia lo tormentava. Il professor<br />

Giannuli, un con<strong>su</strong>lente della Commissione stragi e del giudice<br />

Salvini, aveva scoperto, nel corso di lunghe ricerche, un archivio<br />

nascosto. In un deposito della via Appia erano venuti alla luce<br />

migliaia di fascicoli del Ministero degli Interni, alcuni dei quali<br />

<strong>non</strong> protocollati e mai mostrati ai giudici interessati. Massimo,<br />

appresa la notizia, aveva immediatamente deciso di fare quello<br />

che avrebbe dovuto fare già tre anni prima.<br />

Seduto nella <strong>su</strong>a vecchia poltrona, in quell’elegante studio che<br />

per decenni era stato il <strong>su</strong>o ufficio privato, Massimo telefonò al<br />

giudice Salvini. L’argomento era uno solo. L’incidente alle porte<br />

di Roma. I cinque giovani anarchici morti. Il caso archiviato come

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