Gli angeli non esistono_Tre racconti su una strage ... - Tersite rossi
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città. Il 14 si registrano i primi scontri tra i manifestanti e la Polizia, <strong>su</strong>bito<br />
cruenti, nei quali perisce il 15 luglio il quarantacinquenne Bruno<br />
Labate.<br />
In questo disordinato e violento contesto, il 22 luglio 1970 a Gioia<br />
Tauro (provincia di Reggio Calabria) deraglia il “treno del sole”, il direttissimo<br />
Palermo-Torino: il bilancio è di 6 morti e 66 feriti. Si parla <strong>su</strong>bito<br />
di un guasto meccanico o di un errore umano. Le indagini preliminari<br />
svolte dal commissariato di Pubblica Sicurezza della direzione compartimentale<br />
delle Ferrovie dello Stato di Reggio Calabria stabiliscono<br />
in un rapporto del 28 agosto che il fatto è dovuto a questioni tecniche,<br />
e considerano anche la possibilità di responsabilità colpose per il personale<br />
in servizio allo scalo cittadino. Il rapporto esclude totalmente l’uso<br />
di esplosivi.<br />
Nel frattempo, col clima reso ancor più rovente dal tragico deragliamento,<br />
a Reggio Calabria prosegue la rivolta. Proprio il 22 luglio nasce<br />
il “Comitato d’Azione per Reggio Capoluogo”, che sarà il vero motore<br />
della sommossa. Guidato da Ciccio Franco (inventore per<br />
l’occasione dello slogan “Boia chi molla!”), il Comitato d’Azione il 30<br />
luglio porta in piazza seimila persone: oltre a Franco, parlano Aloi e<br />
l’industriale del caffè Demetrio Mauro.<br />
Scioperi e azioni di guerriglia da parte dei manifestanti proseguono<br />
per tutta l’estate. Il 17 settembre si registra la seconda vittima: il quarantacinquenne<br />
Angelo Campanella muore a seguito di un’azione della Polizia<br />
contro i rivoltosi. Lo stesso giorno Franco viene arrestato con<br />
l’accusa di istigazione a delinquere e apologia di reato. Il giorno seguente,<br />
durante un assalto alla questura da parte dei manifestanti, muore il<br />
poliziotto quarantasettenne Vincenzo Curigliano.<br />
<strong>Gli</strong> “anarchici della Baracca”. “Baracca” è il nomignolo assegnato<br />
a <strong>una</strong> villetta liberty costruita nei pressi di Reggio Calabria come alloggio<br />
d’emergenza dopo il terremoto del 1908, diventata negli anni Sessanta<br />
centro d’aggregazione per gli anarchici e gli “alternativi” reggini.<br />
Lì sono soliti ritrovarsi, all’epoca dei “fatti di Reggio”, quattro giovani,<br />
età media vent’anni, anarchici: Gianni Aricò e la moglie tedesca Annalise<br />
Borth, Angelo Casile e Franco Scordo. I quali decidono, dopo il deragliamento<br />
del “treno del sole”, di indagare <strong>su</strong>lle vere ragioni nascoste<br />
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