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Autori e testi aggiuntivi - Simone per la scuola

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Parte seconda | L’età dell’Illuminismo<br />

Il <strong>per</strong>iodo napoletano<br />

Gli anni al<strong>la</strong> corte di Vienna<br />

L’ultimo <strong>per</strong>iodo<br />

suoi averi (cosa che suscitò invidie e contrasti), che di<strong>la</strong>pidò rapidamente<br />

abbandonandosi al<strong>la</strong> mondanità del<strong>la</strong> vita romana.<br />

Trovatosi quindi in una difficile condizione economica, l’autore, nel 1719,<br />

decise di trasferirsi a Napoli <strong>per</strong> far pratica e poi intraprendere <strong>la</strong> carriera<br />

giuridica; ma <strong>la</strong> vivacità dell’ambiente teatrale partenopeo lo attrasse immediatamente<br />

e favorì l’incontro con i grandi maestri del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> o<strong>per</strong>istica<br />

napoletana: Porpora, Pergolesi, Scar<strong>la</strong>tti. In questo <strong>per</strong>iodo compose<br />

alcune o<strong>per</strong>e, tra cui l’Epita<strong>la</strong>mio <strong>per</strong> le nozze del principe di Belmonte con<br />

Anna Pinelli di Sangro, <strong>la</strong> serenata Endimione <strong>per</strong> <strong>la</strong> nobildonna Marianna<br />

d’Althann e <strong>la</strong> cantata Gli orti es<strong>per</strong>idi. Quest’ultima fu rappresentata nel<br />

1721, in occasione del compleanno dell’im<strong>per</strong>atrice d’Austria, e interpretata<br />

dal<strong>la</strong> cantante romana, molto famosa a quei tempi, Marianna Benti<br />

detta <strong>la</strong> «Romanina», moglie di Giuseppe Bulgarelli. Quest’ultima, al<strong>la</strong><br />

quale il poeta si legò sentimentalmente, facilitò a Metastasio l’ingresso nel<br />

mondo teatrale e lo incoraggiò a scrivere <strong>testi</strong> da musicare. Nel 1724, accolto<br />

con grande favore di pubblico, veniva portato sulle scene del teatro<br />

napoletano di San Bartolomeo il primo melodramma metastasiano, <strong>la</strong> Didone<br />

abbandonata, con <strong>la</strong> stessa Romanina nel ruolo di Didone. Da quel<br />

momento in poi, il poeta compose altri <strong>testi</strong> <strong>per</strong> musica e melodrammi,<br />

destinati ad avere sempre un’entusiastica accoglienza, anche quando, nel<br />

1727, <strong>la</strong>sciò Napoli e ritornò a Roma.<br />

Sull’onda del successo, nel 1729, Metastasio ricevette l’invito a recarsi a<br />

Vienna, al<strong>la</strong> corte dell’im<strong>per</strong>atore Carlo VI, <strong>per</strong> ricoprire il ruolo di poeta<br />

“cesareo” (poeta ufficiale del<strong>la</strong> corte im<strong>per</strong>iale), al posto del veneziano<br />

Apostolo Zeno (1668-1750), altro celebre librettista.<br />

A Vienna, dove giunse il 17 aprile del 1730, Metastasio sarebbe rimasto <strong>per</strong><br />

il resto del<strong>la</strong> sua vita, fino al<strong>la</strong> morte. Il primo decennio trascorso lì fu un<br />

<strong>per</strong>iodo di intensa creatività, in cui il poeta compose ben undici melodrammi<br />

e organizzò, <strong>per</strong> animare <strong>la</strong> vita di corte, innumerevoli spettacoli e feste<br />

teatrali. Ma questi anni, piacevoli e stimo<strong>la</strong>nti, furono turbati dal<strong>la</strong> notizia<br />

del<strong>la</strong> morte, nel 1734, dell’amata Romanina, con <strong>la</strong> quale l’autore aveva<br />

mantenuto una corrispondenza episto<strong>la</strong>re. Il clima a Vienna mutò notevolmente<br />

in seguito al<strong>la</strong> scomparsa, nel 1740, dell’im<strong>per</strong>atore Carlo VI e al<strong>la</strong><br />

guerra di successione che ne derivò (al termine del<strong>la</strong> quale Maria Teresa<br />

riuscì a imporsi sul trono). Sembrava, intanto, esaurirsi <strong>la</strong> stessa vena poetica<br />

di Metastasio, che compose sempre meno. A ciò si aggiunse <strong>la</strong> sofferenza<br />

provocata dal<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita del<strong>la</strong> contessa Maria Pignatelli, vedova del<br />

conte d’Althann, con <strong>la</strong> quale il poeta aveva avuto una re<strong>la</strong>zione.<br />

Negli ultimi anni, l’autore condusse un’esistenza sempre più appartata,<br />

anche se fra le lodi e le cure di un ristretto nucleo di amici fidati, nel<strong>la</strong> casa<br />

dei fratelli Martinez, dove fu ospite <strong>per</strong> circa cinquant’anni, rimanendo<br />

sempre fedele al<strong>la</strong> sua regina Maria Teresa, <strong>la</strong> cui morte, avvenuta nel 1780,<br />

lo fece sprofondare in un immenso dolore. Metastasio si spense il 12 aprile<br />

del 1782.<br />

Pietro Metastasio<br />

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