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Autori e testi aggiuntivi - Simone per la scuola

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Parte quarta | L’età del Romanticismo<br />

o saltarmi sulle ginocchia, e coprirmi con le sue odiose moine. Se mi alzavo <strong>per</strong> passeggiare,<br />

mi veniva tra i piedi e mi faceva quasi cadere, oppure ficcando i suoi lunghi<br />

e aguzzi artigli nel<strong>la</strong> mia veste si arrampicava a questo modo fino al mio petto. In quei<br />

momenti, benché bruciassi dal desiderio di distruggerlo con un colpo, ero tuttavia trattenuto<br />

dal fare ciò in parte dal ricordo del mio precedente delitto, ma soprattutto – <strong>la</strong>sciate<br />

che lo confessi subito, – da un profondo terrore che l’animale m’ispirava.<br />

Questo terrore non era esattamente il terrore di un male fisico, e tuttavia non saprei<br />

come altrimenti definirlo. Ho quasi vergogna di confessare – sì, <strong>per</strong>sino in questa<br />

cel<strong>la</strong> di criminale ho quasi vergogna di confessare – che il terrore e l’orrore che mi<br />

ispirava l’animale era stato reso più intenso da una delle più <strong>per</strong>fette chimere 17 che<br />

sia possibile immaginare. Mia moglie aveva più di una volta richiamato <strong>la</strong> mia attenzione<br />

al carattere del<strong>la</strong> macchia di pelo bianco di cui ho par<strong>la</strong>to, e che costituiva <strong>la</strong><br />

so<strong>la</strong> visibile differenza tra questa bestia ignota e quel<strong>la</strong> che avevo ucciso. Il lettore<br />

ricorderà che questo segno, benché grande, era stato originariamente molto indefinito;<br />

ma, <strong>per</strong> lenti gradi – gradi quasi im<strong>per</strong>cettibili, e che <strong>per</strong> lungo tempo <strong>la</strong> mia ragione<br />

si sforzò di respingere come una cosa fantastica, – aveva finito col prendere<br />

un’estrema precisione di contorno. Era diventato ora <strong>la</strong> rappresentazione di un oggetto<br />

ch’io rabbrividisco al solo nominarlo, – e <strong>per</strong> questo, soprattutto, odiavo, e temevo<br />

il mostro, e avrei voluto sbarazzarmene se avessi osato – era ora, – ripeto, l’immagine<br />

di una cosa orrenda, spettrale, l’immagine del<strong>la</strong> FORCA! oh, lugubre e terribile<br />

macchina di orrore e di delitto, di agonia e di morte!<br />

Ed ora io ero in verità un essere miserrimo di là dal<strong>la</strong> miseria possibile dell’umanità;<br />

e una bestia bruta di cui avevo sprezzantemente distrutto il fratello, una bestia bruta<br />

che doveva generare <strong>per</strong> me, – <strong>per</strong> me, uomo, fatto a somiglianza dell’Altissimo Iddio<br />

– tanto insopportabile dolore 18 ! Ahimè! né di giorno né di notte conobbi più <strong>la</strong> benedizione<br />

del riposo! Durante il giorno <strong>la</strong> creatura non mi <strong>la</strong>sciava solo <strong>per</strong> un istante;<br />

e, durante <strong>la</strong> notte, mi svegliava di soprassalto, ad ogni ora, da sogni d’indicibile<br />

angoscia, <strong>per</strong> sentirmi il caldo fiato del<strong>la</strong> cosa sul<strong>la</strong> faccia, e il suo immenso peso,<br />

– un incubo notturno incarnato che non avevo <strong>la</strong> forza di scrol<strong>la</strong>rmi di dosso – gravarmi<br />

eternamente sul cuore!<br />

Sotto il peso di tormenti di questo genere, quel poco di buono che ancora restava in<br />

me soccombette. Pensieri malvagi divennero i miei soli compagni, i pensieri più foschi<br />

e più malvagi. La scontrosità del<strong>la</strong> mia solita indole crebbe fino all’odio <strong>per</strong> tutte le<br />

cose e <strong>per</strong> tutta l’umanità; mentre <strong>la</strong> mia rassegnata moglie, ahimè! era <strong>la</strong> vittima più<br />

abituale e più paziente degli scoppi improvvisi frequenti e intrattenibili di una furia<br />

al<strong>la</strong> quale io ora mi abbandonavo ciecamente.<br />

Un giorno el<strong>la</strong> mi accampagnò, <strong>per</strong> qualche faccenda domestica, nel<strong>la</strong> cantina del<br />

vecchio edificio che <strong>la</strong> nostra povertà ci costringeva ora ad abitare. Il gatto mi seguì<br />

giù <strong>per</strong> quei ripidi scalini e, facendomi quasi cadere a capofitto, mi esas<strong>per</strong>ò fino al<strong>la</strong><br />

follia. Sollevando un’ascia e scordandomi, nel<strong>la</strong> mia collera, del terrore puerile che<br />

fino a quel momento aveva trattenuto <strong>la</strong> mia mano, diressi sull’animale un colpo che<br />

certamente sarebbe stato instantaneamente fatale se si fosse abbattuto come volevo.<br />

Ma questo colpo fu arrestato dal<strong>la</strong> mano di mia moglie. Spinto da questo intervento<br />

17. da una delle più <strong>per</strong>fette chimere: da una delle più straordinarie<br />

fantasticherie.<br />

18. Ed ora io ero … dolore!: una <strong>per</strong>sonalità bruta e bestiale si è<br />

impadronita del protagonista, annientando quel<strong>la</strong> parte mite e<br />

Edgar Al<strong>la</strong>n Poe<br />

165<br />

170<br />

175<br />

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195<br />

200<br />

205<br />

buona (il fratello) che era in lui, condannandolo al<strong>la</strong> sofferenza<br />

del<strong>la</strong> <strong>per</strong>dizione!<br />

67<br />

Edgar Al<strong>la</strong>n Poe<br />

Parte quarta • L’età del Romanticismo | autori e <strong>testi</strong>

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