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Autori e testi aggiuntivi - Simone per la scuola

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Parte seconda | L’età dell’Illuminismo<br />

Parte seconda<br />

L’età dell’Illuminismo<br />

i <strong>testi</strong><br />

20<br />

un’epoca che comincia a interrogarsi <strong>per</strong>plessa sul<strong>la</strong> stabilità dell’esistenza<br />

umana. Si vedano talune espressioni delle “ariette”, rispettivamente<br />

tratte dall’I<strong>per</strong>mestra e dal Demetrio; esse sono im<strong>per</strong>niate sul mito dell’araba<br />

fenice (il cui mistero richiama sia il tema del<strong>la</strong> morte-rinascita sia<br />

quello dell’utopia) e sul motivo dei «mille affetti insieme/ tutti raccolti nel<br />

cuore». Questo scrittore raffinato e spesso ricercato prepara, dunque, un<br />

atteggiamento che è tutto moderno: egli esprime l’insicurezza di essere al<br />

mondo e <strong>la</strong> possibilità di vedere <strong>la</strong> realtà sotto i “mille”, diversi e contraddittori,<br />

suoi aspetti.<br />

Rime<br />

La produzione poetica di Metastasio,<br />

<strong>testi</strong>monianza dell’ininterrotta ricerca<br />

formale dell’autore, spazia dal sonetto<br />

alle odi, dalle canzonette agli inni.<br />

Nei trentadue sonetti Metastasio si fa<br />

sapiente portavoce delle esigenze di<br />

equilibrio e armonia profondamente<br />

avvertite dall’Arcadia, anche se lo<br />

scrittore è poco incline a concludere<br />

nello spazio ristretto del sonetto le sue<br />

emozioni. Dopo l’es<strong>per</strong>ienza barocca,<br />

<strong>la</strong> lirica torna a dare voce al<strong>la</strong> più intima<br />

espressione dell’Io e al<strong>la</strong> descrizione<br />

dei sentimenti e degli stati<br />

d’animo del poeta. Due sono i sonetti<br />

importanti. Nel primo, che è il più<br />

famoso, Sogni e favole io fingo (1733),<br />

risalente al <strong>per</strong>iodo in cui l’autore era<br />

impegnato nel<strong>la</strong> stesura del melodramma<br />

Olimpiade, il poeta scopre<br />

che <strong>la</strong> finzione non caratterizza soltanto<br />

le storie e i <strong>per</strong>sonaggi inventati<br />

nelle sue o<strong>per</strong>e, ma <strong>la</strong> sua stessa<br />

esistenza e che tutto è menzogna e il<br />

corso intero del<strong>la</strong> vita è Sogno. Questi<br />

versi fanno luce dunque sul<strong>la</strong> convinzione<br />

del carattere effimero e fittizio<br />

delle passioni umane e sull’impossibilità<br />

di avere certezze e di individuare<br />

<strong>Autori</strong> e <strong>testi</strong> <strong>aggiuntivi</strong><br />

con chiarezza <strong>la</strong> differenza tra realtà e<br />

illusione, che anima tutta l’o<strong>per</strong>a metastasiana<br />

e tuttavia non si traduce<br />

mai in una visione cupa e pessimistica.<br />

Il secondo sonetto, dal titolo Questa,<br />

nata pur or qui presso al polo, fu<br />

scritto a Vienna e indirizzato a un suo<br />

caro amico, il cantante bolognese<br />

Carlo Broschi, detto «Farinelli». L’occasione<br />

fu quel<strong>la</strong> dell’invio a lui del<br />

melodramma Nitteti, che doveva<br />

essere eseguito sotto <strong>la</strong> sua direzione<br />

al<strong>la</strong> corte austriaca. In questo componimento<br />

Metastasio chiama Farinelli<br />

con l’affettuoso nome di gemello, alludendo<br />

al fatto che entrambi erano,<br />

<strong>per</strong> così dire, nati insieme come artisti<br />

sulle scene di Napoli. Nel<strong>la</strong> città partenopea,<br />

infatti, Broschi (chiamato da<br />

Metastasio «dell’opra eccitator primiero»,<br />

cioè causa prima del suo successo)<br />

era stato ascoltato con grande<br />

ammirazione <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta, cantando<br />

l’Angelica e Medoro, che fu il<br />

primo componimento di rilievo uscito<br />

dal<strong>la</strong> penna di Metastasio.<br />

In netta contrapposizione con gli eccessi<br />

del marinismo, <strong>la</strong> poesia metastasiana<br />

si dispiega in un linguaggio

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