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Autori e testi aggiuntivi - Simone per la scuola

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Parte seconda | L’età dell’Illuminismo<br />

vita analoghe come <strong>la</strong> religione, <strong>la</strong> celebrazione di<br />

matrimoni solenni e <strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> sepoltura dei<br />

morti. Unica appare dunque a Vico l’evoluzione del<strong>la</strong><br />

spiritualità umana. In uno dei postu<strong>la</strong>ti del<strong>la</strong> Scienza<br />

nuova (precisamente nel<strong>la</strong> degnità LIII) si legge: «Gli<br />

uomini prima sentono senz’avvertire, dappoi avvertiscono<br />

con animo <strong>per</strong>turbato e commosso, finalmente<br />

riflettono con mente pura». Queste tre modalità conoscitive<br />

corrispondono alle tre età in cui secondo Vico<br />

si artico<strong>la</strong> <strong>la</strong> storia umana: non diversamente da quanto<br />

accade <strong>per</strong> il singolo individuo, <strong>la</strong> cui esistenza è<br />

scandita dall’infanzia, dal<strong>la</strong> giovinezza e dall’età<br />

Scienza nuova<br />

Il grande capo<strong>la</strong>voro di Giambattista<br />

Vico conobbe una lunga e complessa<br />

e<strong>la</strong>borazione e tre redazioni. La prima<br />

versione del<strong>la</strong> Scienza nuova uscì a<br />

Napoli nel 1725, <strong>per</strong> i tipi di Felice<br />

Mosca, con il titolo Princìpi di una<br />

scienza nuova d’intorno al<strong>la</strong> natura<br />

delle nazioni, <strong>per</strong> <strong>la</strong> quale si ritruovano<br />

i princìpi di altro sistema del diritto<br />

naturale delle genti. Non pienamente<br />

soddisfatto del<strong>la</strong> sua o<strong>per</strong>a, il filosofo<br />

sottopose il testo a un capil<strong>la</strong>re <strong>la</strong>voro<br />

di correzione e riscrittura: nacque così<br />

<strong>la</strong> seconda edizione, pubblicata nel<br />

1730 sempre da Mosca (Cinque libri<br />

di G. B. Vico de’ princìpi d’una scienza<br />

nuova dintorno al<strong>la</strong> comune natura<br />

delle nazioni). Pur <strong>la</strong>sciandone invariata<br />

<strong>la</strong> struttura, Vico non mancò di<br />

apportare all’o<strong>per</strong>a ulteriori correzioni<br />

e annotazioni, che confluirono nel<strong>la</strong><br />

terza redazione apparsa nel 1744,<br />

poco dopo <strong>la</strong> sua morte, presso gli<br />

editori Gaetano e Stefano Elia (con il<br />

titolo Princìpi di scienza nuova dintorno<br />

al<strong>la</strong> comune natura delle nazioni).<br />

Nel<strong>la</strong> sua stesura definitiva <strong>la</strong> Scienza<br />

nuova si presenta divisa in cinque libri,<br />

preceduti da un’introduzione e seguiti<br />

da una conclusione. Il primo libro,<br />

Dello stabilimento dei princìpi, è costituito<br />

da quattro capitoli, di cui di fon-<br />

Giambattista Vico<br />

adulta, così l’umanità ha vissuto l’età degli dei, caratterizzata<br />

dal prevalere dei sensi, l’età degli eroi, in cui<br />

dominano <strong>la</strong> fantasia e le passioni, e l’età degli uomini,<br />

in cui si afferma appieno <strong>la</strong> razionalità.<br />

L’individuazione di un sentire e di un <strong>per</strong>corso comuni<br />

a tutti gli uomini porta Vico a insistere con forza<br />

sull’esistenza di un diritto naturale condivisibile da<br />

tutti i popoli; e in questo lo studioso è memore del<strong>la</strong><br />

lezione dell’umanista e giurista o<strong>la</strong>ndese Grozio, da<br />

lui considerato un maestro ideale accanto al filosofo<br />

greco P<strong>la</strong>tone, allo storico <strong>la</strong>tino Tacito e al filosofo<br />

inglese Bacone.<br />

damentale importanza è il secondo,<br />

intito<strong>la</strong>to Degli elementi, che contiene<br />

centoquattordici Degnità, ossia i princìpi<br />

generali del<strong>la</strong> “nuova scienza” (il<br />

termine degnità ha il significato di<br />

«proposizione degna di essere conosciuta»<br />

ed è una sorta di corrispondente<br />

<strong>la</strong>tino del termine di origine<br />

greca «assioma», che deriva da aksiòs,<br />

«degno»).<br />

Nel secondo libro, Del<strong>la</strong> sapienza<br />

poetica, il più ampio dei cinque (occupa<br />

circa <strong>la</strong> metà dell’o<strong>per</strong>a) e diviso<br />

in undici sezioni, sono racchiuse alcune<br />

delle più grandi intuizioni di Vico. Il<br />

filosofo indaga sulle modalità di conoscenza<br />

dell’umanità primitiva e individua<br />

nel<strong>la</strong> poesia e nel mito le forme in<br />

cui i primi uomini, che erano dotati di<br />

fantasia ma non di raziocinio, e<strong>la</strong>borarono<br />

<strong>la</strong> loro visione del<strong>la</strong> realtà e il<br />

loro modo di rapportarsi al mondo.<br />

Queste forme di conoscenza, <strong>la</strong> cui<br />

interpretazione è fondamentale <strong>per</strong><br />

capire un’importante fase del<strong>la</strong> storia<br />

umana, si avvalgono di un partico<strong>la</strong>re<br />

modo di espressione. Si basano, infatti,<br />

su un linguaggio che traduce<br />

immediatamente ogni idea e ogni<br />

sentimento in immagine. D’altra parte,<br />

<strong>per</strong> Vico il linguaggio nasce contemporaneamente<br />

all’e<strong>la</strong>borazione dei<br />

33<br />

Giambattista Vico<br />

Parte seconda • L’età dell’Illuminismo | autori e <strong>testi</strong>

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