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La somministrazione di Lactobacillus paracasei subsp paracasei ...

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Th3 derivano dall’intestino e si caratterizzano per la produzione <strong>di</strong> TGF-β (±IL10), svolgono il loro<br />

ruolo me<strong>di</strong>ando la tollerabilità a livello della mucosa e producendo IgA antigene-specifiche. Le<br />

cellule Tr1 derivano dalla periferia e producono IL10 (±TGF-β). Tuttavia, la loro origine non è<br />

chiara, e tuttora non è noto se rappresentino una <strong>di</strong>stinta via <strong>di</strong> sviluppo o se derivino dalle cellule<br />

Th o Treg. Dati suggeriscono che la produzione <strong>di</strong> IL10 da parte <strong>di</strong> cellule CD4+ possa indurre<br />

risposte <strong>di</strong> tolleranza immunitaria (32, 43).<br />

Didascalia alla Figura 4. Le cellule Th0 naïve possono <strong>di</strong>fferenziarsi in cellule Th1, Th2 o Th17. Le<br />

cellule T regolatorie (Treg, Tr1 e cellule Th3) sono in grado <strong>di</strong> sopprimere la risposta immunitaria.<br />

Durante la gravidanza le risposte me<strong>di</strong>ate da cellule T potenzialmente dannose vengono inibite al<br />

fine <strong>di</strong> proteggere il feto. Di recente, il concetto prevalente <strong>di</strong> una forte risposta immunitaria <strong>di</strong> tipo<br />

Th2 in corso <strong>di</strong> gravidanza è stato messo in dubbio, ed è stato suggerito che una risposta<br />

immunitaria bilanciata <strong>di</strong> tipo Th1/Th2 sia necessaria per portare a termine la gravidanza con<br />

successo (44). Tuttavia, esistono dati che suggeriscono la mancanza <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

immunitaria cellulo-me<strong>di</strong>ata durante il periodo neonatale responsabili <strong>di</strong> una risposta <strong>di</strong> tipo Th1<br />

attenuata. Molti gruppi hanno <strong>di</strong>mostrato che le risposte IFN-γ nel neonato sono minori rispetto agli<br />

adulti (45, 46) ed i livelli fetali <strong>di</strong> IL13 sono risultati maggiori mentre quelli <strong>di</strong> IL4, IL10 e IFN-γ<br />

risultano inferiori rispetto ai livelli riscontrati negli adulti, a supporto <strong>di</strong> un’inclinazione Th2 (47).<br />

Si pensa che la sensibilizzazione avvenga nell’utero, e allergeni degli acari della polvere domestica<br />

sono stati riscontrati nel liquido amniotico e nel sangue del cordone ombelicale (48, 49). Il<br />

significato <strong>di</strong> questi reperti per la futura sensibilizzazione e per l’espressione <strong>di</strong> allergie non è noto<br />

(46). Recentemente è stato suggerito che IgE allergene-specifiche presenti nel sangue cordonale<br />

siano il risultato <strong>di</strong> un passaggio <strong>di</strong> IgE materne al feto piuttosto che espressione della<br />

sensibilizzazione fetale (50). Sembra che il sistema immunitario viri verso una forma <strong>di</strong> risposta<br />

immunitaria bilanciata nel corso della prima infanzia. Nei bambini allergici questo non avviene,<br />

piuttosto vi è un’aumentata reattività <strong>di</strong> tipo Th2 (46, 51).<br />

L’elemento centrale alla base sia della risposta immunitaria <strong>di</strong> tipo umorale che <strong>di</strong> quella cellulome<strong>di</strong>ata<br />

è l’attivazione e l’espansione clonale delle cellule Th. Le cellule Th riconoscono gli<br />

antigeni solamente quando questi sono legati alle molecole del complesso maggiore <strong>di</strong><br />

istocompatibilità (MHC) <strong>di</strong> classe II presente sulle cellule APC mature, ossia DC, cellule B e<br />

macrofagi. In breve, l’interazione del complesso TCR-CD3 con un peptide antigenico processato<br />

legato alle molecole MHC <strong>di</strong> classe II presenti sulla superficie delle cellule APC induce una serie <strong>di</strong><br />

eventi biochimici che porta le cellule ferme Th a proliferare e a <strong>di</strong>fferenziarsi in cellule <strong>di</strong> memoria<br />

o cellule effettrici. Per una completa attivazione delle cellule T sono richiesti segnali co-stimolatori.<br />

Questo segnale deriva dall’interazione tra CD28, una glicoproteina espressa sulla membrana delle<br />

cellule T, e la molecola B7/CD80 presente sulle cellule APC. In questa tesi, le cellule T venivano<br />

attivate in maniera policlonale dall’anticorpo monoclonale anti-CD3 (mAb) e dall’anticorpo anti-<br />

CD28 e la conseguente risposta citochinica veniva valutata quale in<strong>di</strong>ce dell’attività delle cellule T.<br />

Le <strong>di</strong>fferenze nei modelli delle citochine prodotte dalle cellule Th1 attivate determinano <strong>di</strong>fferenti<br />

tipi <strong>di</strong> risposte immunitarie. Abbiamo stu<strong>di</strong>ato l’IL2 quale marker generico <strong>di</strong> attivazione delle<br />

cellule T, l’IL4 quale marker <strong>di</strong> attivazione delle cellule Th2, l’IFN-γ quale marker <strong>di</strong> attivazione<br />

delle cellule Th1 e l’IL10 quale marker dell’attività delle cellule T regolatorie.<br />

<strong>La</strong> reazione <strong>di</strong> ipersensibilità IgE-me<strong>di</strong>ata<br />

<strong>La</strong> reazione <strong>di</strong> ipersensibilità IgE-me<strong>di</strong>ata inizia in seguito all’esposizione ad un allergene in grado<br />

<strong>di</strong> attivare le cellule B trasformandole in plasmacellule secernenti IgE. Le molecole <strong>di</strong> IgE secrete si<br />

legano ai recettori Fc IgE-specifici, ossia glicoproteine <strong>di</strong> membrana con affinità per l’entità Fc<br />

delle molecole <strong>di</strong> anticorpo (la parte terminale dell’anticorpo), presenti sulla superficie delle mast<br />

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