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La somministrazione di Lactobacillus paracasei subsp paracasei ...

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proponeva che la <strong>somministrazione</strong> <strong>di</strong> questi bifidobatteri potesse ristabilire l’equilibrio nella flora<br />

batterica intestinale e risolvere patologie <strong>di</strong>arroiche. Così, è nato il concetto dei probiotici.<br />

Il termine probiotici sta per “in favore della vita”. Fuller li aveva definiti come “integratori<br />

alimentari contenenti batteri vivi che influiscono in maniera vantaggiosa sull’animale ospite<br />

migliorando l’equilibrio della sua flora microbica” (80). Questa definizione è stata poi<br />

successivamente mo<strong>di</strong>ficata dalla FAO/WHO che li ha denominati “microrganismi vivi che quando<br />

ingeriti in adeguate quantità conferiscono effetti benefici all’ospite” (81). Le specie più<br />

comunemente usate sono i lattobacilli ed i bifidobatteri, ma altri ceppi batterici sono stati usati come<br />

probiotici e anche il lievito Saccharomyces boular<strong>di</strong>. I prebiotici sono “ingre<strong>di</strong>enti alimentari non<strong>di</strong>geribili<br />

che influiscono in maniera vantaggiosa sull’ospite stimolando in maniera specifica la<br />

crescita e/o l’attività <strong>di</strong> uno o <strong>di</strong> un numero limitato <strong>di</strong> batteri nel colon, migliorando così la salute<br />

dell’ospite” (82). Questi ingre<strong>di</strong>enti alimentari sono oligosaccari<strong>di</strong> non-<strong>di</strong>geribili ossia il galattooligosaccaride<br />

(GOS) ed il frutto-oligosaccaride (FOS). Il latte materno è ricco <strong>di</strong> oligosaccari<strong>di</strong>.<br />

Con il termine simbiotici si fa riferimento ai prebiotici in combinazione con i probiotici (83).<br />

Sicurezza e linee guida<br />

I probiotici sono un gruppo <strong>di</strong> batteri che vengono Generalmente Riconosciuti Sicuri (Generally<br />

Recognized As Safe, GRAS) (84). I bifidobatteri ed i lattobacilli sono comuni commensali della<br />

flora batterica dei mammiferi e sono stati usati in vari tipi <strong>di</strong> alimenti per un lungo periodo.<br />

Raramente sono responsabili <strong>di</strong> infezioni negli esseri umani. Tuttavia, teoricamente i probiotici<br />

possono causare infezioni sistemiche, attività metaboliche potenzialmente dannose, un’eccessiva<br />

stimolazione immunitaria ed il trasferimento <strong>di</strong> geni (85). Stu<strong>di</strong> epidemiologici condotti in<br />

Finlan<strong>di</strong>a dopo l’introduzione nei mercati finlandesi del probiotico L. rhamnosus GG (LGG), hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che non vi è incremento della batteriemia indotta dai lattobacilli dopo un aumentato<br />

consumo <strong>di</strong> LGG (86). In uno stu<strong>di</strong>o svedese è stata valutata per cinque anni l’incidenza della<br />

batteriemia indotta dai lattobacilli e la presenza nelle colture ematiche <strong>di</strong> tre tipi <strong>di</strong> probiotici<br />

<strong>di</strong>sponibili in commercio, incluso il L. <strong>paracasei</strong> ssp. ceppo <strong>paracasei</strong> F19. L’incidenza della<br />

batteriemia causata dai lattobacilli costituiva

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