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Un ruolo da figlia coatta di Carlo Verdone in Manuale<br />

d’amore 2 attira l’attenzione su Eugenia Costantini, di<br />

padre Daniele e di madre Laura (Morante). Il suo debutto<br />

come attrice era già avvenuto anni fa, ma solo da poco<br />

Eugenia ha deciso di seguire la via di famiglia, senza<br />

peraltro accomodarsi sugli allori altrui. Oltre al suo attaccamento<br />

viscerale a Roma, di lei abbiamo scoperto anche<br />

la passione per la filosofia, il circo e i vestiti fatti in casa.<br />

Mamma attrice, papà regista: hai avuto “scelta” nell’individuare<br />

la tua strada nella vita?<br />

Non sono mai stata obbligata a fare questo mestiere: ho<br />

fatto un primo film a 13 anni, in Francia, poi per anni più<br />

nulla, mentre il secondo film è stato qui in Italia (dov’è<br />

tornata 8 anni fa, n.d.r.). Da neanche un anno ho deciso<br />

di prendere questa professione in maniera seria, mentre<br />

prima era più come un hobby: “Intanto che…”, “nel frattempo…”,<br />

atteggiamento che ancora adesso mi porto<br />

ROMAOPARIGI?<br />

Anche se molti ricordi li ha<br />

lasciati Oltralpe, dalla città eterna<br />

Eugenia Costantini non si schioda<br />

neanche in agosto.<br />

Figlia d’arte? In realtà al cinema<br />

è arrivata attraverso un percorso<br />

tutto suo<br />

testo: Daniela Faggion<br />

foto: Alberto Bernasconi<br />

dietro. Sono andata avanti “per vie traverse”, cercando<br />

parallelamente di capire se volessi fare altro. Dopo la<br />

scuola mi ero anche iscritta all’Università (poi non l’ho<br />

finita perché non ero abbastanza disciplinata…), ma penso<br />

che chiunque cresca in un qualsiasi ambiente sia poi<br />

naturalmente interessato a quell’ambito.<br />

Quale facoltà avevi scelto?<br />

Filosofia. A scuola non ero brava in niente ma avevo un<br />

talento per questa materia, quindi mi dicevo: “È fatta!<br />

Diventerò una filosofa”. E invece no. In seguito, qui a<br />

Roma, ho fatto per due anni una scuola di teatro che usa<br />

il metodo Lecocq: il nome deriva da un mimo francese e<br />

la scuola è molto particolare, non ha nulla a che fare con<br />

il cinema, è un tipo di recitazione che, anzi, al cinema farebbe<br />

schifo, perché lavora sul buffone, sul clown… Tutto<br />

è molto spinto sulle facce e sul corpo.<br />

E che cos’hai scoperto?<br />

C’erano alcune materie che si avvicinavano all’arte circense,<br />

anche se in una maniera “non circense”… Da lì è partito<br />

il mio interesse: ho fatto teatro gestuale, giocoleria…<br />

mi piace molto il circo, mi affascina!<br />

Quale aspetto in particolare?<br />

L’acrobazia, il lavoro sul corpo, l’ambiente… Però è<br />

anche vero che per lavorare nel circo, in genere, arrivi<br />

da famiglie che lo fanno da generazioni e tu impari a<br />

essere acrobata a due anni – quindi, so che non sarò mai<br />

un’artista circense. Però ho continuato a sperimentare in<br />

questo senso.<br />

Ti piaceva anche andare al circo da piccola?<br />

Sì, ma non ci andavo spesso, lo vedevo piuttosto in televisione.<br />

Amo molto anche Charlie Chaplin, Buster Keaton<br />

e in genere tutti gli attori anni Venti a metà fra clown e<br />

acrobati. Ho questa passione, però più da spettatrice.<br />

Perché allora hai preferito tv e cinema al teatro?<br />

Appunto perché il teatro come l’ho studiato io non si<br />

fa molto, in Italia meno che mai: con questa formazione<br />

mi sarebbe piuttosto difficile interpretare Shakespeare o<br />

una commedia attuale. Nei prossimi mesi, comunque, ho<br />

intenzione di aprirmi altre possibilità studiando, perché<br />

sbarcare sul palco così non avrebbe molto senso.<br />

Quanto ha inciso invece, sulla tua ambizione artistica,<br />

il fatto di essere tornata a Roma?<br />

Non credo che Roma abbia minimamente influito, anzi<br />

trovo che sia una città abbastanza provinciale ed è difficile,<br />

sia a Roma sia in Italia, entrare in un giro che è molto<br />

chiuso. Per me lo è forse meno: sono cresciuta in “questa<br />

famiglia”, conosco un po’ l’ambiente, ho avuto facilità a<br />

trovare un agente, anche se poi i lavori che ho fatto sono<br />

sempre stati basati sui provini. Immagino però un ragazzo<br />

che parta da zero, anche solo per trovare l’agenzia…<br />

Hai parlato della Francia, che rapporto hai con l’Oltralpe?<br />

Sono molto legata, ho molti amici a cui voglio bene. Ci<br />

ho passato la mia adolescenza e mi sono formata lì come<br />

persona. Prima ho vissuto in provincia di Parigi (ma la<br />

odiavo!), poi a Parigi e lì mi sono trovata bene.<br />

Quali sono i luoghi che ti sono rimasti nel cuore?<br />

Frequentavo i ragazzi del mio quartiere (il nono arrondissement,<br />

vicino a Gare du nord, Gare de l’est). Andavo in<br />

giro con i miei amici di liceo e fuori liceo facevamo quello<br />

che fanno gli adolescenti un po’ ovunque: eravamo i ragazzi<br />

del quartiere e come una ragazza di quartiere sono<br />

cresciuta.<br />

A Roma invece quali sono i luoghi in cui ti identifichi?<br />

Trastevere è il mio posto preferito, ma mi piacciono molto<br />

anche la Garbatella, Monte Verde vecchio e Testaccio.<br />

In linea di massima amo quei luoghi in cui ci sia vita per<br />

strada.<br />

Ci sono parti di Roma che ami nonostante i turisti?<br />

Sì, piazza Navona da m-o-r-i-r-e: ho tutti i miei ricordi<br />

di infanzia, compreso lo zucchero filato. Poi il circo<br />

Massimo, Villa Pamphili e il Lungotevere con i suoi ponti.<br />

Roma è splendida, non la lascerei mai: adoro attraversare<br />

la città a piedi e incontrare gente in giro.<br />

Il tuo ruolo in Manuale d’amore 2 è stato quello di<br />

una figlia un po’ freak. Ti somiglia, in qualche modo?<br />

Ho più sfumature, grazie al cielo, però sicuramente c’è un<br />

lato di me così: non sono molto impostata come persona,<br />

magari dico le parolacce… Certo, il ruolo è talmente<br />

piccolo che risulta più una macchietta, però nell’adolescenza<br />

ero abbastanza simile alla ragazza del film: un po’<br />

“ribbbelle”. Adesso sono più un “essere umano” normale.<br />

Prima ancora c’è stato Tickets, un film corale tutto<br />

incentrato su partenze e viaggi in treno. Quando ti<br />

viene voglia di partire, qual è il primo posto che ti<br />

viene in mente?<br />

Io sinceramente non viaggio moltissimo, da quando<br />

sono tornata in Italia mi sono attaccata morbosamente<br />

a Roma: forse perché sono stata obbligata da piccola a<br />

lasciare la mia città, adesso ho come una fobia e non me<br />

ne voglio mai andare. Non vado mai in vacanza d’estate,<br />

perché mi viene l’ansia: quando partono tutti, io rimango.<br />

Poi il 2 agosto c’è il mio compleanno che adoro fare qui<br />

con i tre amici che sono rimasti per caso… L’estate romana<br />

mi piace da matti!<br />

So che ti piace farti i vestiti da sola. Com’è nata questa<br />

passione?<br />

Una mia amica, che è stata anche mia coinquilina per<br />

un po’, è figlia di una sarta e sa cucire. Alla sera invitava<br />

noi amiche per insegnarci e lì ho capito: “Vedi che cosa<br />

intelligente!”, perché magari uno fa shopping e trova<br />

tutte cose che non stanno bene addosso; invece così mi<br />

diverto a comprare una stoffa e a farmi un vestito come<br />

piace a me. Certo, non è un’attività regolare, vado un po’<br />

a momenti, però ho una buona produzione di magliette e<br />

gonne, che sono la cosa più semplice.<br />

Mai pensato di fare la stilista?<br />

No. Magari un giorno. Io mi apro a tutte le possibilità.<br />

Quando non reciti che cos’altro fai?<br />

Di solito corsi e stage di vario genere, ma anche lavoretti<br />

per mantenermi, dalla cameriera al lavoro in libreria che<br />

mi ha impegnato tutto l’anno scorso. Mi do sempre da<br />

fare, anche perché “sono grande” e bisogna lavorare. Poi<br />

ogni anno cambio: l’anno scorso facevo trapezio, due<br />

anni fa ho seguito un corso di cucina. Ho sperimentato<br />

un po’ tutto e adesso è giunto il momento di scegliere<br />

una direzione. Un’altra cosa che vorrei fare è regia di documentario.<br />

Di denuncia, alla Micheal Moore?<br />

Magari non con il suo stile, anche se lo ammiro perché<br />

sostiene le sue teorie attraverso il suo lavoro. Per me<br />

penso a qualcosa di più libero e sperimentale. Non so<br />

se lo farò mai, però vorrei imparare le tecniche, perché<br />

vorrei lavorare in questo ambiente conoscendo le varie<br />

sfaccettature del mestiere: la scrittura, la ripresa, il montaggio,<br />

non solo la recitazione. Mi interessa sapere un po’<br />

tutto e poi magari scegliere… Oppure non scegliere e<br />

decidere di fare la cuoca!<br />

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