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Saturnino, in arte Saturnino.<br />

Da quando, a 14 anni, ha<br />

lasciato il violino per il basso,<br />

il suo mondo gira attorno a<br />

quattro corde. Vive a Milano,<br />

dove una volta incontrò l’uomo<br />

che cercava un bassista...<br />

testo: Maurizio Baruffaldi<br />

foto: Cesare Cicardini<br />

“Con le frequenze basse puoi fare crollare un palazzo.<br />

Se ti metti a due passi da una cassa, le alte ti danneggiano,<br />

le basse ti fanno vibrare”. Saturnino è il suo nome<br />

di battesimo. Braccio armato di Jovanotti, è uno dei migliori<br />

bassisti in circolazione. Nato 37 anni fa ad Ascoli<br />

Piceno, vive nel cuore verde di Milano, città che ha amato<br />

da subito, nella sua casa a due passi dall’Arco della<br />

Pace. Musicista eclettico, le sue influenze sono ovunque<br />

e contagiose, figlie dell’ascoltatore onnivoro e insaziabile<br />

quale si definisce. Ma quello che distingue Saturnino<br />

è la leggerezza: le indiscutibili capacità tecniche e compositive<br />

non riescono a nascondere il divertimento del<br />

suonare.<br />

Quanti bassi compri?<br />

Uno all’anno, come tributo allo strumento.<br />

Quello che stai usando di più?<br />

Un Noah. Lo fanno un ingegnere aeronautico, un architetto<br />

e un insegnante. Precision bass con cassa vuota in<br />

alluminio grezzo. Il manico, invece, è fatto a Milano, da<br />

Jacaranda. Ha suono solido e liquido allo stesso tempo.<br />

Un metallo che cola. Ed è bellissimo da vedere.<br />

Saturnino tira a sé il portatile e apre la pagina con la<br />

foto del Noah imbracciato come un mitra. Me l’avvicina.<br />

Gli luccicano gli occhi e gli occhiali, e capisco che posso<br />

solo dargli ragione. Anche se vedo solo un bel basso<br />

lucido e inciso. E non una Venere lasciva, come sembra<br />

stia vedendo lui.<br />

A cinque anni cominci con il violino. Lo “strumento<br />

triste”, lo chiama mia figlia.<br />

È vero, è anche triste, quando è solo, infatti nelle orchestre<br />

ci sono quattro contrabbassi e 30 violini. Ma se<br />

COLPOBASSO<br />

ascolti Itzhak Perlman, violino solista e interprete della<br />

colonna sonora di Schindler’s List, senti invece come un<br />

rogo, mescolare dolore e piacere. Il violino l’ho suonato<br />

fino a 14 anni, quando capitai alle prove di un gruppo<br />

che faceva cover dei Van Halen. Preparavano dieci pezzi<br />

per la festa degli studenti. Il bassista era partito per il<br />

militare e il suo strumento era lì. Appena l’ho preso in<br />

mano mi ha subito affascinato. È simile al violino, ha<br />

intervalli di quarta al contrario, mi la re sol. L’ho sentito<br />

familiare. E potevo imbracciarlo, aveva una dinamica<br />

diversa…<br />

È stato amore a prima vista.<br />

Sì. Mio padre non sapeva nemmeno cosa fosse. “Sto<br />

suonando il basso!” gli dicevo. E lui: “E che è?”. Passavo<br />

le ore a fargli vedere i gruppi alla tele: “Quello è il bassista!”.<br />

Lo strumento elettrico è giovane, il precision<br />

bass definitivo ha 50 anni, l’età della musica contemporanea.<br />

Musica che vive nel volume, perché se stacchi<br />

la spina degli ampli senti solo uno sciame di zanzare.<br />

E andrebbe studiata, partendo da Leo Fender, è lui lo<br />

spartiacque.<br />

C’è il prima e il dopo Fender. Il profeta del pick up.<br />

Quanto conta suonare dal vivo?<br />

È nel live che ho codificato il mio profilo di bassista. Un<br />

non musicista si accorge della forza del basso quando<br />

viene a vedere uno show. Resiste sempre il vecchio luogo<br />

comune del chitarrista mancato. In realtà sono due<br />

mondi diversi. In un videogioco divertentissimo, l’unico<br />

che riesce a traviarmi, dal nome inequivocabile di Guitar<br />

Hero, c’è una delle didascalie che recita: “Un frigo pieno<br />

in sala prove è molto più utile di un bassista”.<br />

Un altro luogo comune è che una canzone stia in piedi<br />

voce e chitarra. Ma il basso può vantarsi d’essere<br />

sia melodico che percussivo.<br />

Lo slap (tecnica bassistica che consiste nel colpire con il<br />

pollice della mano destra le corde, attraverso un movimento<br />

rotatorio del polso, n.d.r.), infatti, è come una batteria.<br />

Mark King, dei Level 42, che lo ha esaltato, diceva<br />

di usare il pollice come cassa e le dita come rullante.<br />

È già una piccola drum’n’bass. Quella che invece picchia<br />

in ora tarda la trovi nevrotica o rilassante?<br />

Questo tatuaggio (indica il bicipite, n.d.r.) me l’ha fatto<br />

un tipo a New York, studente delle Belle Arti. Mentre<br />

incideva teneva grosse cuffie da deejay con della<br />

drum’n’bass a palla. Finito il lavoro le ha tolte. Lo aiutava<br />

a concentrarsi. È una funky drummer al doppio del<br />

tempo. La velocità massima che diventa rilassante.<br />

Il tuo nome, già nome d’arte. Quasi un destino.<br />

Era il nome di mio zio, morto troppo giovane. All’inizio<br />

non mi piaceva, poi mi ha portato fortuna. Quel diminutivo<br />

lo rende amichevole. Molti mi chiamano Saturno, ma<br />

è troppo severo.<br />

Saturno, a dispetto del nome severo, ha densità media<br />

inferiore a quella dell’acqua. Se posato sopra un<br />

immenso oceano, galleggerebbe.<br />

Non lo sapevo. Mi piace. C’è sostanza ma non ti schiaccia.<br />

Ripartiamo dal Saturnino di Ascoli Piceno.<br />

Sì, quasi la provincia della provincia. E lì succede poco,<br />

devi usare dei filtri: ognuno ti consiglia qualcosa da<br />

ascoltare e tu accumuli informazioni e suggestioni. Ho<br />

iniziato che suonavo in quattro gruppi contemporaneamente.<br />

Uno in stile Level 42, uno punk, uno hard rock<br />

e uno new wave. Mi cambiavo anche d’abbigliamento.<br />

Per questo ho poi fatto un disco chiamandolo Zelig. La<br />

provincia è come Sparta, ti devi adeguare e allora ti accetta<br />

e ti protegge. Sei visto subito come strano se non<br />

rispetti i canoni. Per passare poi da pulcino a gallo devi<br />

scegliere la città. La città è il luogo dove tutti vengono a<br />

farsi perdonare. Per essere quello che si è.<br />

E qui incontri l’uomo che cercava un bassista.<br />

La mia fortuna è stata incontrare Lorenzo nel momento<br />

giusto, perché lui basava tutto sulla ritmica. L’unico del<br />

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