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Una giovane editrice,<br />
una casa-redazione e un<br />
gruppo di altrettanto giovani<br />
scrittori. Sono quelli di<br />
Zandegù<br />
testo: Camilla Corsellini<br />
foto: Roberto Covi<br />
SURREALE<br />
QUOTIDIANO<br />
Nel 1967 il ciclista veneto Dino Zandegù vinse il Giro<br />
delle Fiandre. Fu il grande coronamento di una carriera<br />
sportiva decennale di un velocista amato dal pubblico<br />
per la combattività e l’amore per gli scherzi, come<br />
quando rubò la pistola allo starter e fece alcuni giri di<br />
pista fingendo di sparare agli avversari. Nel 1983, nella<br />
provincia torinese, due genitori in dolce attesa non<br />
conoscendo il sesso del nascituro chiamavano la pancia<br />
Zandegù in memoria di quel campione.<br />
Ventidue anni dopo quel bambino (o meglio quella<br />
bambina), all’anagrafe Marianna Martino, ha fondato<br />
una casa editrice e l’ha chiamata Zandegù (www.zandegu.it).<br />
Marianna, pinerolese di nascita ma torinese<br />
d’adozione, sognava da sempre di trovare un lavoro<br />
nell’editoria, ma dopo mesi di attese e di curriculum<br />
a vuoto ha deciso di prendere in mano la situazione.<br />
Complici i genitori che si sono proposti come sponsor,<br />
l’aspirante editrice ha seguito corsi, ideato un marchio<br />
graficamente accattivante e pubblicato on line un appello<br />
per raccogliere manoscritti.<br />
E così è nata Zandegù, specializzata in letteratura surreale<br />
e dedicata a un pubblico dai 20 ai 35 anni. Sette i<br />
volumi pubblicati dal 2006 a oggi: dalle rielaborazioni<br />
di film celebri del primo volume Hollywood party alla<br />
tragicomica storia d’amore di I sassi vanno matti per le<br />
sasse di Roberto Tossani, passando per il sorprendente<br />
zoo narrativo de Il bestiario, le leggende popolari di La<br />
genìa di Roberta Scotto Galletta, per arrivare a Posa<br />
‘sto libro e baciami, 39 cover di scene d’amore famose<br />
reinterpretate da scrittori emergenti quali Gianluca<br />
Morozzi, Davide Bregola e Giordano Meacci, e presentato<br />
a San Valentino in nove città italiane.<br />
“Zandegù si occupa di surreale” racconta Marianna<br />
Martino “ma niente a che vedere con Queneau. Il surreale<br />
che ci interessa è l’esagerazione che c’è nella vita<br />
di tutti i giorni. Lo scopo è rinfrescare il concetto di favola:<br />
raccontare storie folli, divertenti, per svagarsi, ma<br />
anche per riflettere”.<br />
A occuparsi di tutto è uno staff giovanissimo di cui<br />
fanno parte Marco Alfieri, 26 anni, che si dedica agli<br />
aspetti legali e alla lettura dei manoscritti, e Antonio<br />
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