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rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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almeno un continuatore, ma nessuno è ancora alle<br />

viste, né in Sicilia né in altre sedi.<br />

Senza Pellegrino, la Lanza che consensi susciterà?<br />

Siamo noi, non lui, a doverci porre questo interrogativo,<br />

senza drammi, con fiducia, assicurandoci che non<br />

si perdano i risultati della fatica di un uomo di studi,<br />

che ha scavato la roccia con un cucchiaio. Le cento e<br />

più recensioni, ch’egli procura nel tempo - alcune<br />

autorevoli - a La casa sulla montagna, sembravano<br />

annunciare un appuntamento con il Diario, al quale<br />

non si è ancora presentato nessuno. Ora che il gran<br />

libro circola liberamente, il destino pubblico della<br />

scrittrice appare impedito, se non addirittura viziato,<br />

da un ritardo, che non ha più alibi. Chi si aspetta un<br />

successo immediato, ed immagina analogie con la<br />

Storia di un’anima, opera di una santa del Novecento,<br />

e ora dottore della Chiesa, che ha segnato in profondità<br />

il suo secolo, pensi alle Prose dei cattolici di tutti i<br />

secoli, a cura di Giovanni Papini e don Giuseppe De<br />

Luca e faccia due più due. Il mercato è come l’intendenza:<br />

seguirà. E sta bene così. Almeno a Pellegrino,<br />

uomo di fede, cristiano e cattolico di alta dottrina e di<br />

francescana pietà, sta bene così.<br />

si parlerà tra cento anni di Angelina<br />

Lanza? Non occorre essere profeti, né figli di<br />

8.Come<br />

profeti, per arrischiare la previsione che se ne<br />

parleràimpostando due grandi linee di interesse,<br />

dirette a misurare la statura sia del genio letterario<br />

che del genio mistico. La santa potrebbe persino essere<br />

canonizzata senza le tante difficoltà, che sono state<br />

opposte - ed ora non più - a Rosmini (questo l’autorevole<br />

parere di un gesuita, padre Mucci, autorevole<br />

scrittore della «Civiltà cattolica»).<br />

Peppino Pellegrino ha arato, ha seminato, ha irrigato,<br />

ha mietuto. Deus agricola est. Il contadino della speranza,<br />

come dice La Pira citando Péguy - Pellegrino<br />

ha un legame con La Pira, che sarebbe da trattare a<br />

parte lungamente - entra ogni giorno nel gaudio del<br />

suo Signore per il modesto lavoro, eseguito puntualmente<br />

nel suo pezzo di terra; e puntualmente remunerato.<br />

A che cosa si è dedicato Pellegrino? A completare<br />

il quadro della letteratura italiana del Novecento,<br />

inserendo al posto giusto una scrittrice, che da<br />

viva già merita l’attenzione di storici e critici come<br />

Donadoni, Cesareo, Pellizzi, Bozzetti, Di Rosa,<br />

Mignosi, Amato Pojero, Silvia Reitano, Ada Negri, e<br />

più tardi di Apollonio, Guzzo, Getto, Bodrero,<br />

Consolo, Ghersi, M. T. Giuffrè, Di Carlo, Correnti e<br />

tanti altri, che la giudicano degna di figurare accanto<br />

a Salvadori, Giosuè Borsi, Rebora, Capograssi.<br />

Le crescite silenziose, zodiacali, sono le più sicure.<br />

Pellegrino ha trovato piccoli tesori della Lanza, fru-<br />

S A G G I<br />

44<br />

gando nelle annate di rivistine rispettabili, ma semiclandestine:<br />

«Lumen», «L’eco di Gibilmanna»,<br />

«Charitas» e altre simili. La Lanza poetessa aveva<br />

cominciato bene, con Sandron. Più tardi la rinuncia<br />

alle ambizioni e alle consolazioni della scrittura; e le<br />

licenze, vale a dire dispense dal giuramento di rinuncia<br />

al mondo, quello letterario incluso, eccezionali, circostanziate<br />

e sotto controllo.<br />

A forza di rovistare, raccogliere, censire, ordinare,<br />

ripubblicare, Pellegrino ha familiarizzato con la scrittrice<br />

palermitana, in primo luogo come esperto, al<br />

massimo livello di specializzazione; e come editore<br />

praticamente esclusivo o in esclusiva in secondo<br />

luogo. Non ha realizzato l’intero programma, perché<br />

in sessanta anni circa, tra mille traversie, si è dovuto<br />

fermare ogni tanto, non per tirare il fiato ma per<br />

aspettare gli altri. Il calendario non dava via libera. E<br />

il danaro era contato.<br />

Solo per il Diario ha potuto contare su un contributo<br />

pubblico, e ciò nel quadro delle grandi iniziative<br />

per il bicentenario della nascita di Rosmini. I membri<br />

del Comitato, presieduto da Prini (tra gli altri G.<br />

De Rosa, Cotta, Ottonello, Tessitore, mons. Sanchez<br />

Sorondo, mons. Riva, Mercadante, p. Muratore) erogarono<br />

i fondi, su domanda di Pellegrino. L’opportunità<br />

era unica. Il Diario è già apparso a puntate<br />

sul bollettino «Charitas», pochi estratti non strettamente<br />

diaristici, uniti da un disegno perfetto. Negli<br />

anni trenta di casa - casa dell’anima - la Lanza vive<br />

già a Stresa: e dunque sì, un sì deciso, un sì tempestivo,<br />

un sì generoso alla pubblicazione in occasione<br />

del Bicentenario. La Lanza è stata severamente<br />

penalizzata dalla sproporzione, durata fino alla pubblicazione<br />

del Diario, tra scritti editi e scritti inediti.<br />

Sarebbe bastato il Diario a colmare la differenza:<br />

come è accaduto per Kierkegaard, Amiel, Capograssi,<br />

«autori postumi», a loro modo predestinati: e Du<br />

Bos, non postumo.<br />

Il nome di Pellegrino sulla copertina, la sua premessa,<br />

la nota biobibliografica, riveduta e aggiornata, in<br />

appendice, l’indice dei nomi, ed infine la sigla delle<br />

edizioni SPES sono il sigillo di una continuità consumata,<br />

anche questa, come «completa offerta»; come<br />

dedizione a una causa. Non importano i modi, la mondanità<br />

e utopicità insieme, della devozione. Peppino si<br />

è consacrato alla Lanza e basta. La prima sede della<br />

Nota, allo stato nascente, è «Teoresi» 1947.<br />

L’occhio del critico spazia su un quadro a più ordini,<br />

con molte figure, uomini e donne. La Lanza sarà<br />

attraente, ma la preferenza potrebbe cadere più o<br />

meno alla stessa stregua su Ada Negri o Vittoria<br />

Aganoor Pompily. E le tre P della nostra giovinezza:<br />

Papini, Panzini, Pirandello? E Renato Serra? E Pietro

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