rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani
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S A G G I<br />
Roberto Calasso: letteratura, editoria,<br />
risvolti di copertina<br />
Cento lettere a uno sconosciuto raccoglie cento<br />
risvolti, tra gli oltre mille che Calasso ha<br />
scritto per la Adelphi dal 1963 al 2003. Il libro<br />
è stato pubblicato per celebrare i 40 anni di attività<br />
della casa editrice (è dedicato a Luciano Foà) e<br />
l’uscita del numero 500 della collana “Piccola biblioteca”:<br />
“Venendo a coincidere il quarantesimo anno<br />
dell’uscita del primo libro Adelphi e il numero cinquecento<br />
della “Piccola biblioteca”, abbiamo pensato<br />
di raccogliere in un libro cento tra i 1068 risvolti che<br />
ho scritto fra il 1965 e oggi. In un certo periodo - fra<br />
il 1967 e il 1992 tendevo a scriverli tutti, con rarissime<br />
eccezioni. In seguito ne ho scritti sempre meno e<br />
oggi, salvo qualche occasionale soprassalto, mi dedico<br />
piuttosto a rivedere e, se è il caso, rielaborare testi<br />
messi insieme da una squadra redazionale: questo<br />
spiega l’assottigliarsi dei risvolti tratti dai libri<br />
degli ultimi anni”. Si tratta di un libro che lo stesso<br />
Calasso ha più volte annunciato (come quello sugli<br />
italiani) e, sin dagli anni ottanta, hanno parlato di<br />
questi risvolti figure eminenti della cerchia di<br />
Calasso, come Guido Ceronetti e Giovanni Mariotti.<br />
“Trattando qui di Roberto Calasso - scriveva Ceronetti<br />
- editore ambiguo, posso indicare come esempio<br />
di cammino gnostico i testi dei risvolti di copertina<br />
da lui redatti, in molti anni, anonimamente, per i volumi<br />
della Adelphi; non servono tanto a vendere il libro<br />
quanto a sfogare il bisogno di misurarsi, irrefrenabile,<br />
coi testi presentati: sono letture attive, abbozzi<br />
di commenti, innesti di pensiero proprio; messi<br />
insieme, formerebbero una lunga coda di serpente<br />
gnostico che aspira a formare anello”. E Giovanni<br />
Mariotti: “Sul lobo di ogni libro Adelphi, egli accoglie<br />
i lettori in forma di risvolto, come un padrone che sia<br />
anche il più impeccabile dei maggiordomi. Il suo è il<br />
perfetto stile risvoltario - una forma di svelta seduzione<br />
che si sposa a quei revers, come lo stile lapidario,<br />
si sposa alla pietra (lapis)”. Per Gerard Genette<br />
il risvolto, con il titolo e la copertina, è il più importante<br />
degli elementi che compongono il paratesto, ed<br />
è una “parte integrante e decisiva” di un libro, almeno<br />
quanto il suo testo: “Eppure il risvolto appartiene<br />
al libro, - scrive Calasso - alla sua fisionomia, come<br />
il colore e l’immagine della copertina, come i caratte-<br />
Valentino C ECCHETTI<br />
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ri in cui è stampato”. In Italia l’abitudine di raccogliere<br />
i risvolti di copertina ha una lunga tradizione:<br />
Vittorini (I risvolti dei “Gettoni” di Vittorini, a cura<br />
di C. De Michelis), Sciascia (La felicità di fare libri,<br />
a cura di S.S. Nigro), Calvino (Il libro dei risvolti, a<br />
cura di C. Ferrero), Debenedetti (Preludi. Note editoriali<br />
alla Biblioteca delle Silerchie). “Si tratta in questi<br />
casi - scrive Grazia Cherchi - di risvolti d’autore,<br />
cosa ben diversa da quelli che, come talora avviene,<br />
vengono scritti con l’aiuto-consulenza dell’autore. Il<br />
quale è il primo a non lesinarsi le lodi e a indulgere<br />
ad accostamenti di rara immodestia con i grandi.<br />
Sono ancora d’autore, ma in modo del tutto particolare,<br />
i risvolti che troviamo, e sono tra i migliori, nei<br />
libri Adelphi: redatti, com’è noto, da Roberto<br />
Calasso, contrassegnano la fisionomia della casa editrice”.<br />
Per Calasso il risvolto discende dalla “epistola<br />
dedicatoria”: “Lunga e tortuosa è stata la via percorsa<br />
dalla storia del libro prima di far nascere il risvolto.<br />
Suo nobile antenato è l’epistola dedicatoria”.