rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani
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L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I L I B R I<br />
nario satirico, fosco ma verosimile, dove non ci sono<br />
più né radio né TV private, “tutte opportunamente<br />
quanto generosamente cedute allo Stato alle condizioni<br />
stabilite dal nostro Capo, loro unico e legittimo<br />
proprietario!”. Un paese distratto e distrutto, dove<br />
non solo il rosso ma anche il rosa sta per essere totalmente<br />
abolito perché fa ancora socialdemocrazia:<br />
“tutti gli uomini e tutte le donne rossi di pelo<br />
dovranno cambiare colore ai capelli e alle lentiggini,<br />
addio alle arance rosse siciliane, alle rosse eruzioni<br />
vulcaniche che il decreto ha stabilito debbano divenire<br />
di colore giallo. Anche il fuoco sta per essere<br />
abolito per tutto quel suo rosso acceso...ma il sangue<br />
è l’unica cosa cui non si riesce a togliere il rosso.<br />
Maledizione che sfiga!”.<br />
L’autore attacca sorridendo usi, costumi e malcostumi<br />
del potere in modo volutamente retorico, sempre<br />
teso verso il simbolico e il metaforico e a tratti caratterizzato<br />
da un’ironia graffiante.<br />
È un libro di quelli decisamente arguti, pensati in<br />
maniera raffinata e scritti con conseguente felicità<br />
espressiva da leggere con attenzione e ... preoccupata<br />
partecipazione!<br />
* * *<br />
Maria Angela CACIOPPO<br />
CHIARA TOZZI, Condividere, Ila Palma,<br />
Palermo <strong>2005</strong>, pp. 120, € 13,00<br />
Nuova raccolta di racconti per la scrittrice toscana<br />
Chiara Tozzi, psicoterapeuta e analista junghiana,<br />
docente di psicologia e di sceneggiatura presso<br />
l’Università di Roma, nonché autrice di sceneggiature<br />
e di radiodrammi. Dopo le due precedenti raccolte,<br />
Tanti posti vuoti (Aktis) e L’amore di chiunque (Baldini<br />
e Castoldi) la Tozzi si cimenta in otto racconti di vita<br />
quotidiana, che, se non necessariamente riconducibili<br />
ad un unico baricentro, sono accomunati da una trainante<br />
tensione d’ordine esistenziale e morale che confluisce<br />
nella possibilità di condividere, di affrontare<br />
insieme le emozioni che uniscono e al tempo stesso dividono.<br />
Sullo sfondo conflittuale del nostro tempo, incontriamo<br />
i personaggi più vari, figure di una umanità<br />
defilata e senza pretese, che emergono raccontandoci,<br />
nei fatti, una possibilità diversa di stare al mondo.<br />
Ci si imbatte in momenti scomodi, come quello del<br />
padre che cerca di raccontare l’avvento della guerra al<br />
proprio bambino che vede le immagini attraverso lo<br />
schermo; in sgradevoli disvelamenti di debolezza,come<br />
62<br />
il fragile legame tra due fratelli messo alla prova dalla<br />
spartizione di un’eredità dopo la morte del padre; in<br />
lontane memorie d’infanzia, quella di un bambino che<br />
ferisce con un paio di forbici la compagna di scuola.<br />
Storie nate per cercare di scoprire il senso delle cose per<br />
poi poterlo condividere, o, come quest’ultima, nate per<br />
far luce sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza per<br />
aiutare chi non è più ragazzo a ricordarsi di quell’età<br />
per comprenderla e rispettarla.<br />
In questi racconti ci sono svariati aspetti dell’animo<br />
umano, un campionario di comuni «nevrosi» che non<br />
possiamo non sentire anche nostre.<br />
L’autrice non va alla ricerca di drammi, di avvenimenti<br />
eclatanti. Emerge sempre un continuo scavare,<br />
un volere trovare a tutti i costi qualcosa da evidenziare,<br />
da segnare col dito, perfino nella più anonima<br />
delle esistenze. In ogni racconto della Tozzi c’è<br />
una lente di ingrandimento, quella di una scrittrice<br />
poco eclatante ma molto attenta alle cose che succedono<br />
nella vita, la vita per quello che è adesso e qui.<br />
La voce dell’autrice è una melodiosa parlata toscana,<br />
che risulta scarna e al tempo stesso essenziale. Non<br />
ci sono mai le frasi definitive, quelle frasi che sembrano<br />
volere racchiudere tutto il significato dell’ esistenza.<br />
Nel suo mondo letterario c’è soltanto spazio<br />
per incursioni rapide ed efficaci nella vita di ogni<br />
giorno, nei modi di manifestarsi dei suoi personaggi<br />
dei quali la scrittrice cerca di non perdere mai di<br />
vista le inconfondibili specificità. Personaggi, che<br />
pur nella loro differenziazione, hanno un comune<br />
denominatore, quello di essere molto umani.<br />
* * *<br />
Maria Angela CACIOPPO<br />
LUCIANO PIZZICONI, Impronte della memoria,<br />
Progetto Athanor, L’Aquila <strong>2005</strong>, (s. p.).<br />
Una approfondita disamina della nuova antologia di<br />
Luciano Pizziconi è tanto più necessaria in quanto l’A.<br />
assume il poetare come ultimo luogo possibile per una<br />
esplicita visitazione dell’uomo. Il titolo stesso, I legami<br />
dell’anima, vibra su note archetipe del linguaggio,<br />
che riconducono a un lirismo originario (in principio<br />
era Omero):<br />
Siamo riflessi antichi<br />
di un luogo che non è più o di un tempo<br />
che non è ancora o ch’è stato,<br />
l’onda che tutto avvolge<br />
è come un canto.