30.05.2013 Views

rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani

rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani

rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

formulare così: pubblicare libri che corrispondano<br />

ciascuno a uno spicchio di quell’immenso ventaglio<br />

che è il pubblico. Ci saranno così libri rozzi per i<br />

rozzi e libri squisiti per gli squisiti, in proporzione<br />

all’ampiezza che si attribuisce a ciascuno di quegli<br />

spicchi”. In realtà, il “programma editoriale” della<br />

Adelphi segue un “criterio palesemente contrario”.<br />

Attraverso la sconnessione-connessione che produce<br />

la forma-libro, Adelphi, tende a portare il Pubblico-<br />

Lettore dentro il libro, dentro all’infinito riprodursi<br />

della connessione, che è simile ad un serpente di<br />

pagine che inghiotte il lettore: “Ma si può costruire<br />

un programma editoriale anche seguendo il criterio<br />

palesemente contrario. Che cos’è una casa editrice se<br />

non un lungo serpente di pagine? Ciascun segmento<br />

di quel serpente è un libro. Ma se si considerasse<br />

quella serie di segmenti un unico libro? Un libro che<br />

comprende in sé molti generi, molti stili, molte epoche,<br />

ma dove si continua a procedere con naturalezza,<br />

aspettando sempre un nuovo capitolo, che ogni<br />

volta è di un altro autore”. Attraverso quali criteri si<br />

è sviluppata la forma-libro delle Cento lettere, qual è<br />

stato il setaccio nel quale sono passati gli oltre mille<br />

risvolti? I criteri “che hanno guidato la scelta dei<br />

cento risvolti” sono stati “l’arbitrio e l’idiosincrasia”<br />

e il piacere, se è vero che il “minimo” che si richiede,<br />

“ma con durezza” ad un editore, è che “l’editore provi<br />

piacere a leggere i libri che pubblica”. “Arbitrio e<br />

idiosincrasia”, “piacere” e “invincibile affinità” tra i<br />

libri pubblicati (e dunque tra i risvolti che li rappresentano),<br />

questa la sintesi della politica editoriale<br />

della Adelphi, “creatura creata dal caso e dalla ricerca<br />

testarda”, “che già nel suo nome rivela una propensione<br />

per l’affinità”: “I motivi che hanno guidato<br />

la scelta dei cento risvolti potevano essere - e sono<br />

stati - molteplici. Nessuno però tale da dominare. Ci<br />

siamo presto resi conto che, se avessimo voluto comporre<br />

un libro che rispecchiasse con qualche pretesa<br />

di precisione la rappresentatività o l’importanza di<br />

certi titoli nel programma della casa editrice, immediatamente<br />

ci saremmo trovati ad affrontare dilemmi<br />

insensati. Sono state invece preziose e decisive le<br />

indicazioni di dieci lettori affini - interni ed esterni<br />

alla casa editrice - , secondo i loro gusti e inclinazioni.<br />

Così alla fine due soli criteri sono rimasti inflessibili:<br />

l’arbitrio e l’idiosincrasia. Arbitrio perché di<br />

ogni autore si è stabilito di non scegliere più di un<br />

titolo. Idiosincrasia perché la decisione ultima è<br />

stata affidata al minor dispiacere dell’autore nel<br />

rileggere i singoli pezzi”. Resta da stabilire quali elementi<br />

hanno sollecitato, in Calasso, l’idiosincrasia e<br />

il “piacere del testo” - sempre che non si voglia pensare<br />

a suggestioni assolutamente ineffabili, cosa<br />

S A G G I<br />

49<br />

che, in ogni caso, non muterebbe sostanzialmente i<br />

termini della questione. Elementi che hanno richiesto<br />

al lettore, tra l’altro, una uguale attitudine al<br />

piacere idiosincratico (“Fin dall’inizio i risvolti obbedivano<br />

a una sola regola (...) e a un solo desiderio:<br />

che anche i lettori contrariamente all’uso facessero<br />

lo stesso”) e hanno ispirato la stessa scrematura<br />

selettiva dei “dieci lettori affini” (gran parte del<br />

significato delle Cento lettere sta nella sequenza lettore-affinità-piacere-numero).<br />

Cento lettere a uno<br />

sconosciuto - scrive Calasso - è “un libro perverso e<br />

polimorfo, dove si mira alla poikilìa, alla “variegatezza”,<br />

senza rifuggire i contrasti e le contraddizioni,<br />

ma dove anche gli autori nemici sviluppano una sottile<br />

complicità, che magari avevano ignorato nella<br />

loro vita. In fondo, questo strano processo, per cui<br />

una serie di libri può essere letta come un unico<br />

libro, è già avvenuto nella mente di qualcuno, per lo<br />

meno di quell’entità anomala che sta dietro i singoli<br />

libri”. Ora, Le cento lettere costituiscono (come la loro<br />

natura “perversa” sembra suggerire) un invito ad<br />

una “sorta di libertinaggio mentale”, se è vero che gli<br />

scrittori, sviluppando complicità “che avevano ignorato<br />

nella loro vita”, sembrano forzati ad una involontaria<br />

“pan-erotia” letteraria. La serie dei risvolti<br />

sembra costringere il lettore “a cambiare prospettiva”,<br />

sovvertendo “l’ordine delle cose” e a spingere la<br />

sua attenzione “ai margini del senso comune”, fino a<br />

scuoterne “l’occhio abitudinario”. Una invitation au<br />

voyage “nelle acque di una letteratura dove il paesaggio<br />

è fluido” e “la scena sempre mutevole”. In<br />

effetti, tra i molti temi che affiorano dalle Cento lettere,<br />

lasciando campo libero al dispiegarsi delle “affinità”<br />

e dei bandhus, ramificato e ampio almeno<br />

quanto il “mutamento di paradigma” adelphiano, il<br />

“nomadismo radicale” è il tema che agisce con maggior<br />

forza attrattiva sui molti altri aspetti del libro e<br />

che, come tale, è stato notato immediatamente dalla<br />

comune attività di recensione giornalistica delle<br />

Cento lettere: “un nomadismo radicale - scrive<br />

Calasso nel risvolto al Pellegrinaggio in Oriente di<br />

Hesse - da una realtà che ci è imposta verso un’altra,<br />

sfuggente, beffarda e piena di tranelli, che poi però<br />

si rivelano essere mezzi pedagogici di un violento<br />

svezzamento, usati per dissolvere le ultime, tenaci<br />

resistenze al viaggio senza ritorno verso l’Oriente”.<br />

A questo “nomadismo” è facile collegare, solo per<br />

fare qualche esempio, sia i dionisiaci “mondi rovesciati”<br />

evocati dal risvolto a Erewhon di Samuel<br />

Butler, che apre significativamente le Cento lettere,<br />

sia il mondo bidimensionale e geometrico, metafisico<br />

in senso guenoniano, del risvolto successivo a<br />

Flatlandia di Edwin A. Abbott. Dal Teatro completo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!