rivista 4-2005 - Sindacato Libero Scrittori Italiani
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S A G G I<br />
Tra gli scogli dell’io: liriche di Fortunato Aloi<br />
Guido Conti, un recensore di TuttoLibri, supplemento<br />
de La Stampa, ha di recente avviato<br />
un’indagine, su l’esperienza di Langer<br />
e di Bachelard, che sul piano della critica la poesia<br />
è una chiave per un evento nella psiche del poeta,<br />
prendendo come paradigma due scrittori come<br />
Balzac e Cervantes.<br />
È vero quando dice che il corpo genera la scrittura<br />
e la scrittura genera corpi, portando esempi che<br />
sono ossimori e può avere valore riflesso in altri<br />
scrittori. Di Balzac la mente va alla faccia massiccia<br />
e ai baffoni, mi immagino come potrebbe essere<br />
Rabelais: “ un faccione rubicondo con tanto di nasone<br />
rosso, brugnoloso”.<br />
Fortunato Aloi dando alle stampe un volume di<br />
poesie (tutte le altre opere a carattere storico-filosofico<br />
ne testimoniano il suo iter di studioso) francamente<br />
ci ha legato alla novità: riprendendo il<br />
discorso sulla specificità scrittura-corpo colgo nella<br />
figura fisiognomica di Aloi, una cultura fin sopra<br />
gli orecchi; il suo volto arcinoto, ci conosciamo fin<br />
dai tempi del liceo, assolve pienamente all’angoscia<br />
del vivere fatta propria dalla Letteratura del ’900.<br />
Aloi è uno che non ama smarrirsi, indubbiamente<br />
ha spiazzato tutti con la sua intelligenza sulfurea,<br />
se non altro proprio perché è l’opus primum della<br />
sua espressione poetica.<br />
Per sgombrare subito il campo, dirò che cosa io<br />
poeta non farei (sono pochi i riferimenti, ma ci<br />
sono): troppi “a capo” che frantumano le idee. Maria<br />
Luisa Spaziani vedeva nelle poesie frantumate<br />
un calo tensivo. Non posso darle torto.<br />
Natino Aloi non si riscopre poeta a caso, egli ha un<br />
proprio etnos/ethos, senza parere, con aria apparentemente<br />
svagata, proprio per questo non ha<br />
senso parlare di poesia minore, anche se un certo<br />
momento in una concessione al privato, mi dedica il<br />
libro come versi... di un neofita che non significa<br />
affatto poesia minore. Possiamo parlare di poesia<br />
facile: “leggera” e docile poesia, che penetra senza<br />
esibirlo in territori della complessità dell’io e tra<br />
gli scogli del super-io.<br />
I richiami culturali al suo personale romanticismo<br />
sono tanti e frequenti come le letture poetiche e<br />
Antonio C OPPOLA<br />
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politiche degli anni liceali privilegiano l’asse della<br />
conoscenza antropologica con preferenze di scuola<br />
dannunziana, o a modelli e tesi crepuscolari e temi<br />
decadenti fogazzariani. Reminescenze che hanno<br />
prodotto contrasto tra le lusinghe degli strati<br />
superficiali e il desiderio di superarli in “un’unione<br />
d’anime”. Se questi sono gli avamposti più prossimi<br />
alla poesia di Aloi, dobbiamo dire che ciò avvantaggia<br />
i rimandi e agevola il cursus honorum degli<br />
anni successivi. È in fondo come dice lui stesso - la<br />
filosofia del Terenziano homo sum.<br />
Non si tratta però di adottare un criterium più possibile<br />
assertivo all’evento “antico” diciamo così<br />
confluito in quello “moderno” piuttosto di considerare<br />
l’opera nell’insieme del suo rito innovativo,<br />
nelle sue ellissi. C’è molto di “derivato”e quando<br />
dico di derivato e questo non deve spaventare il<br />
lettore a dire che la poesia viaggia solo in virtù di<br />
spinte centripete; dall’analisi immediata di alcuni<br />
testi si delinea una poesia come itinerario dell’anima,<br />
meglio una propensione - anche letterale - al<br />
periodo di Corazzini, a quella fase denominata del<br />
“crepuscolo” innescato dal tramonto del Positivismo<br />
e del Naturalismo e della rinascenza ellenalatina<br />
che trova nell’Urbe il suo centro di attecchimento<br />
Corazzini radicato nella realtà del suo tempo.<br />
Come è risaputo il poeta usava i tratti della semplicità<br />
e trasparenza più correnti, parole come “cuore”<br />
e “anima”oltre ad essere i sostantivi più cari e<br />
usati, contrassegnano anche una netta aderenza al<br />
neoidealismo irrazionalistico, anima e cuore entrano<br />
a far parte di un codice ben preciso, sono immersi<br />
nell’unità del Tutto.<br />
Aloi parte immancabilmente dal tema - della rinascenza<br />
idealistica alla riscoperta del mondo interiore<br />
in costante permearsi col divino e col soprasensibile.<br />
Le liriche eroicamente coscienti sull’Oriani<br />
politico pensoso si muovano nel senso di molti segmenti<br />
di vita dispersi e qui il poeta è sopraffatto<br />
dall’enfasi oratoria “importata” e si perde su precarietà<br />
evanescenti e mitizzazioni eccessive; quanto<br />
poi più s’accosta all’ideologa tanto perde la poesia<br />
in tenuità e freschezza.