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MEDIA<br />
LOOK E DESIGN,<br />
FORSE E SOLO<br />
ROCK , N , ROLL<br />
È probabile che non sapremo<br />
mai perché Elvis Presley prese ad<br />
andare nel negozio di Beale<br />
Street, a Memphis, prima ancora<br />
di diventare The King e di “inventare”<br />
il rock’n’roll. Insomma, lì, nel<br />
negozio di sartoria e creazioni di<br />
moda dei fratelli Lansky, ci andavano<br />
più o meno solo malavitosi<br />
e parvenu. Però sappiamo perché<br />
i fratelli Lansky divennero poi<br />
Video, Internet, radio e testi<br />
scritti. Tutto “in rete”, in un network<br />
che si propone di integrare<br />
media diversi che “nascono dal<br />
basso”, che sperimentano nuove<br />
forme di comunicazione e di arte.<br />
Insomma, Making art doing multimedia,<br />
come promette il progetto-mostra<br />
Activism–Hacking–<br />
Artivism che si terrà al Museo<br />
Laboratorio Arte Contemporanea<br />
(06-49910365) dell’Università<br />
La Sapienza dall’8 febbraio al 1<br />
marzo. Un evento che mischia<br />
politica, arte, cultura e nuove tec-<br />
delle star: perché vestirono Elvis,<br />
e con lui tutto il rock’n’roll anni<br />
’50. Ovvio che se volete un altro<br />
caso clamoroso dovete ripiegare<br />
su Dougie Millis, che si inventò<br />
quei colletti rotondi per i Beatles<br />
e, da allora, passò anche lui come<br />
un inventore di rock. Oppure<br />
(ma non staremo esagerando?)<br />
c’è sempre il caso di Malcom<br />
McLaren, che da un negozio di<br />
Come per molte<br />
altre cose, in<br />
principio fu Elvis.<br />
Poi vennero i<br />
Beatles. Ma sapete<br />
com’è: le star<br />
passano, i sarti<br />
restano. E la moda<br />
di oggi viene da lì<br />
I MEDIA FATTI IN CASA,<br />
GLI HACKER IN VETRINA<br />
nologie e che, al di là di alcune<br />
considerazioni improntate a un...<br />
facile ottimismo (“l’arte è facile, la<br />
tecnologia è facile”), raccoglie<br />
realtà importanti che da tempo<br />
vestiti (li disegnava Vivianne<br />
Westwood) cavò fuori come da<br />
un cilindro la tellurica meteora<br />
dei Sex Pistols. Bene. Se ora<br />
pensate ancora che la moda<br />
(pardon: la Moda) sia una cosa<br />
che discende dai piani alti (Place<br />
Vandôme, Regent Street,<br />
Montenapoleone) verso il basso<br />
(la gente) non avete capito bene,<br />
meglio che studiate un po’. Per<br />
sperimentano nuove forme di comunicazione<br />
(Indymedia Italia,<br />
Decoder e Hackmeeting, giusto<br />
per fare qualche nome).<br />
Termina invece il 2 febbraio la<br />
esempio su questo testo fondamentale,<br />
Look (di Paul Gorman,<br />
Arcana Editore, 28 euro e 41<br />
spesi bene), che analizza il rapporto<br />
tra rock e moda, diciamo –<br />
per dare l’idea – dal re di<br />
Memphis ai giorni nostri. Perché<br />
prima di finire nelle grinfie delle<br />
griffe, di solito, il tutto nasceva<br />
dal basso, quasi sempre dalla<br />
strada, proprio il posto dove fibrillava<br />
il rock. Agli stilisti, magari<br />
non ditelo che da trent’anni copiano<br />
“la musica di tutti gli assassini<br />
sulla faccia della terra” (come<br />
disse Sinatra). Ma voi, ragazzi,<br />
meglio che lo sappiate.<br />
ALESSANDRO ROBECCHI<br />
Politica, arte, cultura. Comunicare “dal basso”. Mostra-evento a Roma<br />
Rassegna di narrativa e poesia<br />
organizzata dal sito culturale<br />
www.arpanet.org insieme al<br />
Gruppo Mondadori.<br />
Informatevi e scrivete.<br />
TORMENTONI<br />
IL PAPA, GEORGE CLOONEY<br />
E LO SPOT DIVENTA CULT<br />
Le celebrazioni di Natale in<br />
Vaticano annullate per l’assenza<br />
del cardinale Martini.<br />
Il Papa ha dichiarato: “No<br />
Martini, no party”. Era la vigilia,<br />
e in meno di ventiquattrore<br />
la barzelletta si è propagata<br />
come un’epidemia, raccontata<br />
o spedita in decine di migliaia<br />
di e-mail e sms. Al punto da<br />
approdare sulle prime pagine<br />
dei quotidiani e in apertura<br />
dei telegiornali. Era dai tempi<br />
dell’agente 007 con la sua<br />
vodka-Martini “agitata, non<br />
mescolata”, che un aperitivo<br />
non si beccava tanta pubblicità<br />
gratis, ed era dal “Nuovo?<br />
No, lavato con Perlana” e dal<br />
“liscia, gassata o Ferrarelle”<br />
che uno slogan non entrava<br />
come un riflesso condizionato<br />
nel parlare comune moltiplicandosi<br />
di bocca in bocca.<br />
Se il buontempone che per<br />
primo ha messo in giro la<br />
battuta è rimasto ignoto, l’ideatore<br />
del motto festaiolo<br />
ha invece nome e cognome.<br />
Si chiama Leonardo Manzini,<br />
modenese, 43 anni e 45 di<br />
scarpe, patito del vinile e di<br />
un “avvincente romanzo” intitolato<br />
La Bibbia. E mentre il<br />
George Clooney dello spot è<br />
brizzolato, scapolo, centauro<br />
e tifa per i Cincinnati Reds,<br />
Leonardo è interista, separato<br />
e sfidanzato, calvizie avanzata,<br />
e gira con una Tipo ammaccata<br />
dell’89 (ma in garage<br />
conserva un Maggiolino<br />
del ’63, protagonista della<br />
più famosa campagna pubblicitaria<br />
del XX secolo). Lavora<br />
in tandem con l’art Sergio<br />
Mascheroni per l’agenzia<br />
Armando Testa, la numero<br />
uno in Italia davanti a quindici<br />
multinazionali della persuasione,<br />
quella di Pippo e<br />
Calimero e in tempi più recenti<br />
delle veliste di Telecom.<br />
Allora, Leonardo il genio,<br />
Manzini più citato di<br />
Manzoni… “Non bestemmiamo”<br />
fa lui “noi cerchiamo solo<br />
di vendere un prodotto, io<br />
di raggiungere il massimo col<br />
minimo delle parole.<br />
Certo fa un bell’effetto quando<br />
il tuo lavoro va al di là del<br />
previsto e diventa un tormentone.<br />
Fortuna, anche.” C’è di<br />
che festeggiare. Cosa prendi<br />
Leonardo? “Un cuba libre, grazie,<br />
ne vado matto.” Cuba libre?!!<br />
E il Martini? “Beh, quando<br />
non sono in servizio…”<br />
VITTORIO MONTIERI<br />
URBAN 41