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FOTO DI GRUPPO<br />
CON ROTELLE<br />
14 URBAN<br />
LO SKATEBOARD è una tavola con le ruote, d’accordo. Ma anche<br />
un modo diverso di guardare la città. Scale, muretti, corrimani.<br />
Dalle periferie alla stazione: un’altra Milano<br />
testo: Diana Manfredi e Luca Basilico / foto: Emmanuel Mathez<br />
A proposito della città e degli occhi che la<br />
guardano. A proposito della città e delle sue superfici.<br />
Proprio così, superfici. Ecco. Prendete<br />
una tavola. Una tavola con le rotelle. In una parola:<br />
lo skateboard. Lo skateboarding modifica<br />
indefinitamente la prospettiva con cui ci si guarda<br />
intorno. Avete mai fatto attenzione al materiale<br />
di cui è fatto il fondo di una scalinata?<br />
Avete mai notato se il passamano che scende i<br />
gradini davanti vostro ufficio è più o meno alto?<br />
Avete mai notato se il cemento del muretto dietro<br />
casa vostra è liscio o grezzo? Voi no. Gli skateboarder<br />
di sicuro si. Si possono fare mille discorsi<br />
sulla reinterpretazione delle strutture urbane,<br />
nulla è intenzionale nulla è voluto: uno skater<br />
guarda una scalinata come un bambino di<br />
sei anni vede una pista Playmobil nuova di zecca.<br />
Intanto, se ne fa un gran parlare: la pubblicità<br />
street style, i video musicali più trendy.<br />
Persino l’amministrazione milanese punta<br />
sugli skaters per riqualificare la temutissima<br />
piazza della Stazione Centrale. Facile. Meno facile<br />
dire chi sono questi ragazzi su rotelle, comprimerli<br />
in uno stile o (parolone!) in una filosofia.<br />
Bene o male l’immagine che la stragrande<br />
maggioranza della gente si fa dello skateboarding<br />
è quello di un passatempo da scavezzacollo<br />
che appassiona per lo più i giovani della<br />
scuole medie e superiori con un certa propensione<br />
per l’americanismo. Banale. In realtà gli<br />
skaters sfuggono a ogni classificazione. Ci sono<br />
quelli agonisti che non si perdono una gara,<br />
quelli che vanno “in rampa” e non gradiscono i<br />
marciapiedi; ci sono quelli che amano skateare<br />
solo con pochi fidati amici e quelli che usano la<br />
città come un “parco giochi”. Ci sono gli skaters<br />
punk e quelli che ascoltano il rap, quelli che fanno<br />
i dj e quelli che ascoltano jazz. Niente da fare,<br />
la catalogazione non regge. “La cosa che più<br />
temiamo noi skaters è quella di cadere nei cliché”,<br />
dice Marco, 23 anni di Milano, skater da<br />
10. E poi, l’autorganizzazione. Quella che<br />
Stefano (20 anni, skater da 7) chiama “l’arte di<br />
arrangiarsi”. “Si risparmia si fanno collette, si<br />
cerca in giro un appoggio dagli sponsor, ci si<br />
improvvisa fabbri e falegnami, mille sbattimenti,<br />
ma alla fine quando skatei sul tuo skatepark e<br />
vedi la gente divertirsi la soddisfazione è tanta!”,<br />
dice Marco, 23 anni, di Ravenna gestore e<br />
ideatore di uno dei migliori skatepark italiani.<br />
Persino il Campionato Italiano di Skateboard è<br />
un invenzione degli skater.<br />
In più c’è quel sogno (realizzabile!) di trasformare<br />
la passione in lavoro. Gianluca 27 anni di<br />
Milano, 14 sullo skateboard, si è inventato il<br />
marchio “Spaghetto Child”, ha cominciato a<br />
stampare magliette e felpe, ormai sono un must<br />
tra gli skaters di tutta Italia. Joe Milanese di 28<br />
anni (e skatea ancora tutti i giorni!) ha deciso di<br />
produrre t-shirt con il nome del suo spot ( il luogo<br />
in cui si va in skateboard ) preferito: “Milano<br />
Centrale (MC)”. “Puoi smettere di andare in skateboard,<br />
ma non di essere uno skater - dice<br />
Claudio - e riuscire a lavorare nel mondo dello<br />
skateboard è il compromesso migliore per non<br />
dover mai fingere la normalità!”. Filmano, fotografano<br />
le manovre migliori, qualcuno si è inventato<br />
anche editore, si è messo a pubblicare<br />
fanzine o vere e proprie riviste, come 6:00AM<br />
Skateboard Culture Magazine.<br />
Effettivamente di strada ne ha fatta lo skate da<br />
quando, dieci anni fa, i primi skaters milanesi si<br />
ritrovavano in una piazza del centro milanese,<br />
Piazza Borromeo, ribattezzata BOR e prima ancora<br />
in Piazza Leonardo da Vinci. Poi, la città ha<br />
dato la svolta. Racconta Gianluca: “Una sera intorno<br />
al ’94 ci accorgemmo che stavano rifacendo<br />
la piazza davanti alla stazione centrale…pavimentazione<br />
liscia, muretti, gradini…un sogno!”.<br />
Un parco giochi. La città come non l’avete<br />
mai vista, insomma. Bastava un pezzo di legno<br />
con quattro ruote.<br />
IL VIDEO<br />
Si chiama Skaters, dura<br />
35 minuti, ed è un<br />
documentario come<br />
purtroppo in televisione<br />
se ne vedono pochi.<br />
Regia, sceneggiatura e<br />
montaggio sono della<br />
giovane Diana Manfredi,<br />
coautrice di questo<br />
articolo. Oggetto: gli<br />
skaters, ovvio.<br />
Il corto è stato presentato<br />
all’ultimo Festival<br />
internazionale di film e<br />
video - Filmaker, che si è<br />
tenuto a Milano ai primi<br />
di dicembre del 2001.<br />
URBAN 15