approssimazioni mediatiche alla realtà dell'immigrazione. - Lettere e ...
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stranamente@yahoo.it<br />
migranti verso la società in cui vivono, che, stando alle parole di Toni Muzi Falconi, ex<br />
presidente di Ferpi, li rende cittadini “ideali, maturi e consapevoli”, dall’altro identifica nei<br />
migranti un nuovo target cui la pubblicità può rivolgersi. Metropoli sarebbe quindi anche<br />
un medium privilegiato per tutte le aziende intenzionate a proporre prodotti e servizi agli<br />
immigrati.<br />
Sembra che Metropoli abbia identificato il suo target in particolare nelle seconde<br />
generazioni e nelle persone residenti in Italia da molti anni, dunque agli immigrati integrati<br />
e agli operatori dell’immigrazione.<br />
Frigo mi spiega l’importanza di identificare il target di pubblico cui ci si rivolge:<br />
“un giornale può essere varie cose, ma in primis è un prodotto che deve essere costruito,<br />
proposto, promosso e venduto, cioè, il fine ultimo di chi fa un giornale è la massima<br />
diffusione o comunque nel caso dell’editoria commerciale è la resa: una cosa del genere<br />
in qualche modo deve rendere e la resa può essere le vendite, la pubblicità, oppure anche<br />
un ritorno d’immagine, magari un investimento per prepararsi un pubblico di domani”.<br />
Secondo Frigo, Metropoli è un giornale quasi generalista, che vuole rivolgersi a un<br />
pubblico vasto di immigrati e di persone che gravitano attorno al mondo dell’immigrazione;<br />
ma un pubblico così va costruito, visto che tendenzialmente<br />
“l’immigrato come pubblico preferisce il giornale monoetnico […] per cui chi fa un<br />
prodotto che sia un giornale “multietnico” deve porsi il problema di costruirsi il<br />
pubblico, perchè non gli è dato come nel caso di chi fa un giornale monoetnico e il suo<br />
pubblico ce l’ha: saranno 500, ma 500 sono tutti quelli che si riconoscono in una stessa<br />
lingua, nelle stesse abitudini, se gli parli del loro presidente in Nigeria per dire sanno<br />
tutti chi è di chi si parla […] Un pubblico più generale, dove ci metti dentro albanesi,<br />
cinesi, brasiliani nigeriani, si riconosce soprattutto nella questione delle esigenze<br />
concrete, terra terra, che sono le regolarizzazioni, sapere dove trovare casa, sapere se<br />
avrà diritto o meno all’assistenza sanitaria, sono queste cose qui. Per cui è in qualche<br />
modo inevitabile che un giornale così, che ha cadenza settimanale e si rivolge a<br />
tutt’Italia, vada a finire a chiudersi nel ghetto di giornale di servizio”.