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ANNUARIO 2009 - CAI Sezione di Morbegno

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precedentemente con lei.<br />

Qui gli “alpinisti” avrebbero<br />

passato la prima notte. Mentre<br />

i bambini guardavano giù nel<br />

piano, per ritrovare così <strong>di</strong>versi<br />

i luoghi conosciuti, la mamma<br />

era entrata e si era andata a<br />

cambiare la maglietta. Dopo<br />

l’operazione dell’anno prima,<br />

le era rimasta una debolezza:<br />

sudava tantissimo. I figli<br />

capivano in modo molto vago<br />

il suo problema. Intanto la<br />

Tranquilla parlava, faceva<br />

vedere ai bambini la stalla.<br />

Poi la baita. Tutta or<strong>di</strong>nata e<br />

pulita. Sulla peltriera le tazze<br />

allineate. Com’era bello l’ampio<br />

camino. Il tavolo, proprio <strong>di</strong><br />

fronte alla porta, invitava.<br />

Il fieno in un angolo, il très<br />

(mucchio <strong>di</strong> fieno) era alto. Lì<br />

gli ospiti avrebbero dormito la<br />

notte. Una scala a pioli, subito<br />

provata dai bambini, permise<br />

loro <strong>di</strong> raggiungere il culmine.<br />

Si sdraiarono, fingendo che<br />

fosse già l’ora <strong>di</strong> dormire. La<br />

donna intanto <strong>di</strong>ceva: “Vi do<br />

delle belle coperte da mettere<br />

sotto.” Sopra non servono<br />

perché fa caldo. Poi munse e<br />

preparò il latte con la polenta<br />

fredda. La mamma aveva<br />

portato cacao e zucchero.<br />

Com’era buono quel pulenta e<br />

lacc (polenta e latte) gustato<br />

sul poggiolo <strong>di</strong> pietra, dove<br />

arrivavano le cime dei castani,<br />

alti sull’erta erbosa. Sotto il<br />

primo buio delle fronde, la sera<br />

era dolcissima. Anche il letto,<br />

ritrovato ridendo al buio, era<br />

profumato. Tutto profumato<br />

<strong>di</strong> fieno. I bambini stesi,<br />

appena il tempo <strong>di</strong> sentire il<br />

respiro <strong>di</strong> chi era vicino e già<br />

dormivano. Le due donne si<br />

scambiavano delle confidenze<br />

e gioivano della loro amicizia e<br />

<strong>di</strong> quel momento <strong>di</strong> intesa. La<br />

notte non esistette. Fu subito<br />

ora <strong>di</strong> alzarsi perché il gallo<br />

cantò. E si intesero altri che<br />

rispondevano a quel richiamo.<br />

L’aria entrò in un’ondata<br />

fresca, appena aperta la porta.<br />

Sorseggiato il latte caldo<br />

dalla tazza, i tre erano pronti<br />

per mettersi in cammino.<br />

Superarono i prati, passando<br />

nei sentieri sui bor<strong>di</strong>. Videro<br />

le baite ancora addormentate,<br />

in quell’ora <strong>di</strong> poca luce.<br />

Imboccarono il sentiero verso<br />

la Corte del Praa. Quando la<br />

raggiunsero, videro vivo il sole<br />

che si alzava <strong>di</strong>etro i monti<br />

della Valtellina. Si fermarono<br />

sul sasso, fatto <strong>di</strong> due lastre<br />

spaccate. Il bambino si tolse<br />

la sua giacchetta verde e la<br />

posò accanto. Quando riprese<br />

il cammino la <strong>di</strong>menticò. Così<br />

perse la giacchetta verde, che<br />

non poteva soffrire. Eppure era<br />

<strong>di</strong> un bel panno morbido. Ma a<br />

lui non piaceva. L’aveva avuta<br />

da un cugino più grande, <strong>di</strong><br />

Milano. In paese i bambini non<br />

mettevano simili indumenti,<br />

lui fu contento <strong>di</strong> aver perduto<br />

la sua giacchetta. Al Piano<br />

delle Formiche sosta, per bere.<br />

Dall’abbeveratoio scendeva un<br />

lento filo d’acqua. Sembrava<br />

sporca. “Io bevo col bicchiere”<br />

<strong>di</strong>sse la bambina. “Tò (tieni),<br />

hai paura <strong>di</strong> un po’ <strong>di</strong> sporco!”,<br />

<strong>di</strong>sse il fratello. Ripresero il<br />

cammino. Il sentiero ora era<br />

ripido, tra alti larici e pini.<br />

A sinistra: dalla vetta del<br />

Legnone vista sul Lago <strong>di</strong><br />

Deleguaccio, il Pizzo Alto,<br />

il Pizzo Trona e il Pizzo dei<br />

Tre Signori.<br />

A destra: nei pressi del<br />

Lago Scoggione.<br />

I bambini precedevano la<br />

mamma. Camminavano più<br />

svelti. Avevano i sandali ai<br />

pie<strong>di</strong>. Sandali con brevi liste<br />

<strong>di</strong> pelle che si incrociavano.<br />

Erano le uniche calzature<br />

estive che possedevano. Oltre<br />

gli zoccoli, naturalmente.<br />

In casa gli zoccoli, fuori i<br />

sandali. Ma quando si giocava<br />

in cortile o in strada, si stava<br />

a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>. Ciò era naturale e<br />

comodo. Gli zoccoli impe<strong>di</strong>vano<br />

nella corsa, potevano far male<br />

alle <strong>di</strong>ta. Camminare scalzi<br />

era una meraviglia, tutti i<br />

bambini lo sapevano. Si arrivò<br />

all’alpe Scoggione con una<br />

gran fame. L’ultimo tratto,<br />

fuori dal bosco, fu percorso dai<br />

bambini <strong>di</strong> corsa. Si vedeva <strong>di</strong><br />

nuovo tutto il cielo sereno; i<br />

pie<strong>di</strong> si posavano leggeri tra<br />

l’erba tenera e folta. Dietro la<br />

casera, videro spuntare la Rica,<br />

la moglie dell’alpeggiatore.<br />

La chiamarono a gran voce,<br />

agitando le braccia. Ella venne<br />

avanti lenta, col suo vestito<br />

stinto e <strong>di</strong>sse felice: “Ah, sii<br />

scià (siete arrivati).”<br />

Anche lei, amica della mamma,<br />

ci aspettava. “La polenta è<br />

quasi pronta” <strong>di</strong>sse, invitò i<br />

bambini ad entrare e lei andò<br />

incontro alla mamma. I due<br />

varcarono la soglia correndo. Il<br />

Giuani li guardò, abbandonando<br />

il paiolo alla catena. Offerse un<br />

mestolo <strong>di</strong> legno ricolmo <strong>di</strong><br />

latticello. “Bevete il lac de<br />

penagia (latte <strong>di</strong> zangola). L’ho<br />

appena tolto, è dolcissimo.<br />

Vedete quanti granelli <strong>di</strong> burro<br />

ci sono!” I bambini bevettero e<br />

lo trovarono buono e fresco.<br />

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