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ANNUARIO 2009 - CAI Sezione di Morbegno

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A PROPOSITO DI<br />

FERRATE<br />

Sgombro subito il campo da<br />

ogni possibilità <strong>di</strong> equivoco:<br />

chi ha tranciato le catene<br />

sul pizzo Trona ha compiuto<br />

un atto criminale, perché<br />

ha messo a repentaglio<br />

l’incolumità <strong>di</strong> quanti,<br />

ignari, si sono avventurati<br />

su quell’itinerario facendo<br />

affidamento sulla presenza<br />

<strong>di</strong> protezioni come segnalato<br />

dalle guide esursionistiche.<br />

Vorrei, però, cogliendo<br />

l’occasione offerta da questo<br />

deprecabile episo<strong>di</strong>o, fare<br />

qualche ulteriore riflessione,<br />

senza la pretesa <strong>di</strong> spacciare<br />

le mie conclusioni per verità<br />

assolute.<br />

La <strong>di</strong>sputa “pro o contro le vie<br />

ferrate” è da sempre oggetto <strong>di</strong><br />

accese <strong>di</strong>scussioni, pubbliche<br />

e private. Non ha mai trovato<br />

una risposta univoca, né<br />

mai potrà trovarla, perché<br />

<strong>di</strong> Riccardo Marchini<br />

Sul giornale online Vaol.it è<br />

stata pubblicata la notizia<br />

(ripresa sul nostro Annuario<br />

a pag. 85) che le catene<br />

della ferrata sulla cresta<br />

NNO del pizzo Trona sono<br />

state tagliate da qualche<br />

sconsiderato anonimo.<br />

le motivazioni a sostegno<br />

dell’una o dell’altra tesi sono<br />

troppo soggettive e opinabili<br />

sono pure gli aspetti che<br />

ciascun contendente intende<br />

sottolineare come essenziali ai<br />

fini della <strong>di</strong>scussione.<br />

Vengo al dunque. L’uomo è<br />

forse l’unico essere vivente<br />

in grado <strong>di</strong> compiere azioni<br />

superflue, non finalizzate<br />

alla mera sopravvivenza.<br />

L’escursionismo e l’alpinismo,<br />

come del resto tutte le<br />

attività cosiddette ricreative,<br />

rientrano nel novero <strong>di</strong> quelle<br />

azioni che hanno come unico<br />

scopo quello <strong>di</strong> ricreare il<br />

corpo e la mente, <strong>di</strong> trovare<br />

gratificazione, cioè, nel piacere<br />

fine a sé stesso: piacere fisico<br />

nel sentire il proprio corpo<br />

reagire positivamente alle<br />

sollecitazioni imposte dalla<br />

volontà e piacere psichico<br />

nella sod<strong>di</strong>sfazione che si<br />

prova quando si riesce a<br />

superare una <strong>di</strong>fficoltà o nel<br />

go<strong>di</strong>mento degli spettacoli che<br />

la montagna offre.<br />

Azioni superflue, <strong>di</strong>cevo, ma<br />

non inutili. Ed è appunto con<br />

questo timbro <strong>di</strong> umanità<br />

stampigliato nel DNA che mi<br />

ritrovo spesso a scarpinare<br />

verso l’alto alla ricerca <strong>di</strong> un<br />

rapporto intimo e personale<br />

con i monti della mia valle e<br />

non solo. Come ricompensa<br />

alla fatica mi aspetto (e trovo)<br />

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