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nostro lunedì - Regione Marche - Cultura

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Gilberto Bagaloni<br />

Editore<br />

Approssimandosi la possibilità di andare in pensione,<br />

tuttavia nel pieno delle energie, può aver pensato<br />

che quella di fare l’editore sarebbe stata<br />

un’occasione di libertà. Un po’ editore lo era già,<br />

egli che comunque era un giornalista e lavorava all’Ufficio<br />

Stampa del Comune di Ancona. Era stato,<br />

con l’ottimo Ermete Grifoni, uno dei curatori di<br />

quella Rivista di Ancona fondata da Alfredo Trifogli<br />

nel 1970 alla messa in atto della <strong>Regione</strong>: entità<br />

ovviamente politica, ma che inevitabilmente suscitava<br />

aspettative e progetti nuovi anche nel sociale,<br />

nell’economia, nella cultura.<br />

La città capoluogo vedeva crescere il valore di riferimento<br />

regionale con la fondazione di una propria<br />

università, articolata nelle due facoltà di medicina<br />

e ingegneria, novissime nelle <strong>Marche</strong>, e alla quale<br />

si aggiungeva, come sede distaccata dell’Università di<br />

Urbino, la giovane facoltà di Economia e Commercio,<br />

l’editore coraggioso<br />

quand’era sindaco Francesco Angelini, e della quale<br />

si conserva tutt’ora buona memoria per essere<br />

stata qualcosa di molto più dell’abituale periodico<br />

di propaganda istituzionale; vi collaboravano alcune<br />

delle migliori firme locali, dava ampio spazio<br />

alle attività culturali, era confezionata per essere<br />

conservata. Oltre che nel numero speciale della rivista,<br />

uscito nel 1961 per il centenario dell’Unità d’Italia<br />

- una monografia sulle <strong>Marche</strong> -, il lavoro editoriale<br />

di Gilberto Bagaloni si poteva cogliere nella<br />

cura degli atti - accanto al sodale Grifoni - del congresso<br />

di storia su L’apporto delle <strong>Marche</strong> al Risorgimento<br />

nazionale, il cui volume uscì sempre nel ’61.<br />

Non solo giornalista, dunque, ma anche curatore<br />

editoriale. Però per altri. Voleva essere editore in<br />

proprio. S’era nella fase conclusiva del processo<br />

istituzionale-amministrativo che avrebbe condotto<br />

michele polverari<br />

fortemente segnata dalla presenza di Giorgio Fuà.<br />

Si poteva ragionevolmente ritenere che quella fosse<br />

stagione propizia anche a un’impresa editoriale.<br />

C’era ad Ancona chi tentava di dare forma, anche<br />

in letteratura e in arte, ad una “linea marchigiana”.<br />

Carlo Antognini s’era ritagliato uno spazio critico di<br />

tutti gli scrittori che nel Novecento avessero avuto<br />

i natali nelle <strong>Marche</strong>. Un saggio di quest’attività di<br />

ricognizione e di sistemazione era stata l’antologia<br />

Poeti marchigiani del ‘900 pubblicata per i tipi di<br />

Brenno Bucciarelli nel 1965. Il lavoro era proseguito<br />

in verifiche e selezioni, producendo comunque<br />

vasta materia per un’opera che andava annunciandosi<br />

come punto d’arrivo di una intensa attività critica<br />

su quanto offriva il panorama letterario di<br />

queste parti. A Gilberto Bagaloni si presentò l’occasione<br />

per dare inizio al proprio marchio editoriale<br />

come meglio non avrebbe<br />

potuto: Antognini<br />

era unanimemente apprezzato,<br />

il libro atteso,<br />

la dimensione regionalistica<br />

ovunque, se non<br />

accettata, fervidamente<br />

dibattuta. L’edizione degli<br />

Scrittori marchigiani<br />

del Novecento, in due<br />

volumi (Narratori/Poeti),<br />

fu di gran pregio, sobria<br />

ed elegantissima, stampata<br />

“con caratteri “Garamond”/<br />

e carta delle<br />

Cartiere Miliani di Fabriano/<br />

presso la Tipografia<br />

Trifogli di Ancona/<br />

…Composizione della<br />

Linotypia Benedetti &<br />

Pauri di Ancona. Clichés<br />

dell’Industria Fotomeccanica<br />

Adriatica di Pesaro.<br />

Legatura Capitani<br />

di Bologna”.<br />

L’antologia di Carlo Antognini<br />

era una di quel

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