foto di giorgio filippini Questo numero di <strong>nostro</strong> <strong>lunedì</strong>, dedicato a tre editori dell'anconetano - che hanno confermato una vocazione e una tradizione del Novecento servendo, con passione, competenza e stile, un'idea di concreta bellezza -, prosegue la riflessione sul senso dell'identità plurale delle <strong>Marche</strong>, sui suoi luoghi e sulla sua altrettanto plurale fisionomia artistica a ribadire un patrimonio classico e contemporaneo di alto livello. Patrimonio sancito dal capitolo "altri editori", quelli nazionali, che hanno ospitato, nelle loro collane e nei loro cataloghi, scrittori, poeti, saggisti e drammaturghi di questa regione. La rassegna, sorprendente per recuperi, rarità, preziosità, illumina quelli che si offrono come giacimenti di splendore e di consapevolezza culturale e civile e lasciano intendere di quale statura siano stati gli autori marchigiani nei loro apporti alla letteratura italiana ed europea del Ventesimo secolo e come quella via prosegua oggi con i contemporanei. <strong>nostro</strong> <strong>lunedì</strong> - che compie l’ottavo anno di vita - si pone come interlocutore privilegiato per una meditazione sul ruolo delle arti e delle culture, sulla volontà di ribadire l’importanza della parola e dell’immagine, la centralità del pensare e la necessità di considerare la lettura e il libro come testimoni insostituibili della conoscenza e della coscienza. Realizza, nei fatti, il progetto di convivenza di stili e linguaggi all’interno dei quali il “seminario” aperto nutre d’idee l’ordine del vivere sociale, proprio partendo da una città che tenta di porsi come luogo degli incontri e degli scambi, fedele alla sua plurimillenaria storia, alle sue inclinazioni, alla sua determinazione di “gomito” dell’Adriatico che opera per conservare ed innovare, tra silenzio e dialogo. Il cuore della rivista è destinato, dopo la Mole del Vanvitelli, il Teatro delle Muse, La Biblioteca, la Pinacoteca, il Museo Archeologico, il Museo Omero, il Porto, l’Università Politecnica delle <strong>Marche</strong>, ad una fra le più importanti “residenze” doriche: il Museo Diocesano. fiorello gramillano. sindaco andrea nobili. assessore alla cultura Ed it or ia le francesco scarabicchi la tradizione del presente editori si intitola il nuovo numero di <strong>nostro</strong> <strong>lunedì</strong> che chiude una trilogia apertasi nel 2007 con marche e proseguita, nel 2008, con luoghi. È l’esito di sguardi attenti sulla regione, sulle arti e sulle culture di questa marca plurale della tradizione e del presente. editori vuole illuminare tre identità dell’anconetano che, nel corso di quasi un quarantennio, hanno indicato vie di carta su cui camminare verso il sogno del senso e della bellezza, valicando autori, testi, immagini per proseguire una vocazione anch’essa plurale come la terra che li ha visti nascere e li ha poi accolti. Carlo Antognini (1937-1977) con le “Edizioni L’Astrogallo”, Gilberto Bagaloni (1924-1995) con le sue pubblicazioni, Brenno Bucciarelli (1918-1988) con le “Edizioni d’Artista”, dal ’58 alle soglie del 2000, hanno consegnato un patrimonio di ricerche, proposte, conferme e scoperte dal silenzio di una terra di mezzo che è stata, da sempre, abituata a fare i conti con “l’aspra natura delle cose”, con la dignità del reale e l’umile aristocrazia. Pubblicare libri è un’impresa quanto meno azzardata; se si fa da qui, si deve fare tentando la carta più alta, non “come se”, ma nella luce della coscienza e di una visione che non sia l’imitazione del “fuori”, ma la tensione a creare quel che non c’è. La tradizione del Novecento marchigiano è una fra le più ricche d’Italia e d’Europa nella scrittura e nelle arti, nel teatro e nella musica, nel canto e nel cinema. Negli anni in cui s’invertiva la tendenza ad andarsene e si consolidava la scelta di restare, Antognini, finissimo ed intelligente critico letterario, nel 1971 pubblica, introdotta da Carlo Bo, per Bagaloni, l’antologia degli Scrittori marchigiani del Novecento, un volume per i poeti e uno per i narratori con, all’interno, un itinerario della pittura, del disegno e della grafica, a sancire una visione integrale di settant’anni di storia letteraria e artistica fra le più cospicue, proprio all’atto della promulgazione degli statuti ordinari regionali il 22 maggio del ‘71. Anticipa quel che sarebbe venuto un decennio più tardi con l’intuizione e la poetica della “residenza”. Nutrimenti e talenti rarissimi in quell’opera, da Luigi Bartolini a Dino Garrone, da Fabio Tombari a Libero Bigiaretti, da Ugo Betti a Bruno Barilli, da Bruno Fonzi a Paolo Volponi, da Alfredo Giuliani a Massimo Ferretti; da Adolfo De Carolis ad Ivo Pannaggi, da Pericle Fazzini ad Anselmo Bucci, da Osvaldo Licini a Edgardo Mannucci, da Corrado Cagli a Giorgio Bompadre, da Luciano De Vita a Valeriano Trubbiani. La seconda parte della rivista è dedicata alle “case” dei contemporanei e dei classici, agli “altri” editori, quelli nazionali, che si sono occupati degli autori marchigiani e dei loro libri. <strong>nostro</strong> <strong>lunedì</strong> tenta una rassegna - il più possibile esaustiva - per segnare una sosta luminosa del pensiero sulla regione, per contare i passi percorsi e proseguire il cammino della memoria della storia, restituendo, tra ricordo e riconoscenza, ciò che la dedizione di molti ha affidato a questo “adesso” incerto, sicuri d’essere quel che siamo stati. La centralità si accende sul Museo Diocesano di Ancona, patrimonio di ricchezze che legano i millenni alle epoche per rivelarle al sensibile di ognuno.
3 henry miller i libri nella mia vita "I libri sono una delle poche cose cui gli uomini si affezionano profondamente. E quanto migliore è l'uomo, tanto più facilmente condividerà con gli altri le sue cose più amate. Un libro che giaccia ozioso in uno scaffale è bene sprecato. Come il denaro, i libri devono essere tenuti in continua circolazione. Vanno imprestati e presi in prestito quanto più possibile - tanto i libri che il denaro! Ma specialmente i libri, poiché rappresentano infinitamente di più del denaro. Un libro non è soltanto un amico, ma vi fa degli amici. Quando vi siete impadroniti di un libro con la mente e con lo spirito vi siete arricchiti. Ma quando lo date a un altro vi siete arricchiti tre volte di più. Qui provo l'irreprimibile impulso di offrire un consiglio gratuito. Ed è questo: leggete il meno possibile, non il più possibile! Oh, non crediate che io non abbia invidiato quelli che si annegano nei libri. Anch'io, segretamente, vorrei immergermi nel mare dei libri che ho tanto vagheggiato. Ma so che ciò non è importante. Ora so che non avevo bisogno di leggere neanche un decimo di quanto ho letto. La cosa più difficile nella vita è apprendere a fare soltanto ciò che strettamente vantaggioso, strettamente vitale al proprio benessere."