N O T I Z I A R I O D E L C O M U N E D I F O L G A R I A
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Vi racconto il mio viaggio in Terra<br />
Santa. Un “Calcio alla guerra”<br />
incontrando Arafat e Simon Peres<br />
Durante lo scorso mese di settembre<br />
ho avuto l’opportunità di partecipare<br />
ad un viaggio in Israele e Palestina<br />
assieme ad una delegazione formata da<br />
circa 20 Sindaci e altri rappresentanti<br />
dell’Associazione Nazionale dei Comuni<br />
Italiani. Si è trattato di una ufficiale<br />
missione per la pace della cosiddetta<br />
“Nazionale Italiana Calcio dei Comuni<br />
Italiani”, un’iniziativa nata circa un anno<br />
e mezzo fa con lo scopo di attuare<br />
progetti di beneficenza, solidarietà ed umanitari<br />
attraverso lo sport.<br />
È subito parso chiaro che il programma<br />
delle partite di calcio costituiva solo la<br />
parte più “leggera”, simpatica, della trasferta<br />
in realtà concepita soprattutto come<br />
occasione per conoscere da vicino la<br />
complessità dei problemi che coinvolgono<br />
le popolazioni di quei territori<br />
martoriati da decenni da guerre, terrorismo<br />
e lacerazioni di ogni tipo. Siamo<br />
una rappresentanza di Sindaci provenienti<br />
da tutte le parti d’Italia, dal Sud, al<br />
Centro, al Nord, alle Isole. Comuni piccoli<br />
ma anche città importanti come Pisa,<br />
Piacenza e Cagliari ed altre. Si parte<br />
il 9 settembre da Roma destinazione Tel<br />
Aviv. Tre ore di volo, una di fuso orario.<br />
Arriviamo a Tel Aviv, capitale in-<br />
Con il Presidente Arafat<br />
dustriale e commerciale di Israele, alle<br />
quattro del mattino. Ad attenderci c’è un<br />
pullman di colore giallo su cui campeggia<br />
grande la scritta “Terra Santa College”.<br />
Da subito ci spiegano che saremo<br />
ospiti durante tutta la trasferta dei frati<br />
francescani e questo significa soprattutto<br />
garanzia di sicurezza e protezione in<br />
un momento in cui la tensione è altissima.<br />
Pur essendo infatti la missione stata<br />
programmata da tempo il nostro arrivo<br />
nei territori israelo - palestinesi<br />
coincide con uno dei momenti più difficili<br />
degli ultimi anni: due giorni prima<br />
del nostro arrivo un attentato proprio a<br />
Tel Aviv, uno ne seguirà nel giorno del<br />
nostro arrivo, cui si accompagnano le<br />
clamorose dichiarazioni di Sharon, il<br />
premier israeliano, di voler allontanare<br />
ed eliminare il leader palestinese Yasser<br />
Arafat. Il clima è davvero pesante, da<br />
massimo allarme.<br />
Dopo circa tre ore di viaggio seguite da<br />
un estenuante controllo all’aeroporto il<br />
pullman ci conduce a Nazareth. Pur<br />
stanchissimi ascoltiamo sul pullman le<br />
parole del Sindaco di Orvieto che per i<br />
consolidati rapporti con alcune città della<br />
Palestina funge da responsabile della<br />
missione, e della nostra guida, Elias, un<br />
17<br />
ragazzo giovane e preparato che ci aiuta<br />
con le prime informazioni di base a<br />
prendere conoscenza con i luoghi<br />
straordinari che andremo a visitare nei<br />
giorni successivi. A Nazareth siamo<br />
ospiti dell’“albergo” dei francescani denominato<br />
Casa Nova, che sta proprio<br />
davanti alla Basilica dell’Annunciazione.<br />
Abbiamo solo il tempo di scaricare<br />
le valigie e, esausti, subito a dormire,<br />
ma non più di due/tre ore. A mezzogiorno<br />
è già convocata una conferenza<br />
stampa alla presenza di giornalisti<br />
israeliani e palestinesi nel corso della<br />
quale si illustra il programma e le finalità<br />
della nostra presenza. Un calendario<br />
fitto di incontri di carattere istituzionale<br />
con autorità politiche e religiose<br />
aventi lo scopo di conoscere la situazione<br />
attuale nelle città che visiteremo<br />
e per assumere l’impegno di sostenere<br />
progetti di cooperazione internazionale<br />
che sappiano coinvolgere in maniera<br />
concreta ed efficace le municipalità e le<br />
istituzioni locali arabo-israeliane. Il<br />
progetto centrale è denominato “Istitutional<br />
Building” ed ha come obiettivo<br />
un intervento tecnico-istituzionale per<br />
la prima assistenza nell’attività amministrativa<br />
attraverso l’istruzione e la<br />
formazione di giovani israeliano - palestinesi<br />
in raccordo con le Università<br />
italiane per formare una nuova classe<br />
dirigente che si occupi del governo dei<br />
paesi e delle città all’insegna della pace<br />
e della cooperazione tra i popoli.<br />
Un secondo progetto ha come scopo la<br />
creazione di un impianto sportivo per<br />
giovani nella zona di Betlemme.<br />
Nel pomeriggio il ritorno nuovamente a<br />
Tel Aviv dove ci aspetta una partita con<br />
una squadra mista di giovani ragazzi<br />
israeliani e palestinesi che giocando assieme<br />
formano la squadra del “Centro<br />
Peres per la Pace”. Giovani sotto i<br />
trent’anni che in campo si incitano e<br />
fuori scherzano e condividono grazie al-