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Goldoni tra modernismo e tradizione - akira.ruc.dk

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autorità impedivano a figlie o figli di sposarsi a loro voglia; erano l’oggetto di un’autorità<br />

esterna; i moderni direbbero forse: le vittime dell’autorità. Nelle Avventure Giacinta<br />

condanna se stessa; assume nello stesso tempo la parte dell’autorità e quella del suo<br />

oggetto. Si <strong>tra</strong>tta di una scissione dell’io. Questo <strong>tra</strong>tto si ritrova nel testo stesso di <strong>Goldoni</strong>.<br />

Ma la sua importanza non è la stessa; la ri<strong>tra</strong>zione, la palinodia varia a seconda che sia proposta<br />

in chiave seria o comica. E le letture moderne sono serie.<br />

Il teatro di <strong>Goldoni</strong> è particolare in molti sensi; nella fattispecie importa che<br />

l’identificazione proposta si fa di rado (e se mai, in modo secondario) con un soggetto<br />

innamorato. L’amore assoluto nel senso moderno in <strong>Goldoni</strong> non esiste. Giacinta vive<br />

un’etica dell’eteronomia: la legge si trova fuori di lei, nelle convenzioni, nei pettegolzzi, e<br />

questo in un secolo in cui i sentimenti e le lagrime divengono sede dei valori, in cui per<br />

Diderot la legge morale è iscritta nel cuore (e ancora senza l’austerità kantiana).<br />

In <strong>Goldoni</strong> siamo in presenza di un conflitto che stentiamo a capire, in cui non ci<br />

ritroviamo in modo diretto. E se cerchiamo di prendere sul serio il problema di Giacinta ci<br />

troviamo, da un punto di vista moderno, davanti a una specie di <strong>tra</strong>gedia senza <strong>tra</strong>gico.<br />

Giacinta rinuncia e ci sono (poche) <strong>tra</strong>gedie della rinuncia (Bérénice di Racine è un<br />

esempio tipico: due amanti che rinunciano invitus invitam: loro malgrado). Ma la<br />

differenza salta agli occhi: Titus e Bérénice non soltanto si amano, ma si amano di un<br />

amore condiviso e dichiarato. A tal punto non giungono Giacinta né Guglielmo; non<br />

arrivano mai a una spiegazione intera; nelle Avventure le conversazioni <strong>tra</strong> Giacinta e<br />

Guglielmo vengono interrotte (II,7 e III,3), nel Ritorno Giacinta risponde soltanto in modo<br />

indiretto a una lettera scrittale da Guglielmo (III,12).<br />

Il caso è ancora più s<strong>tra</strong>no; un amore per essere serio deve essere ammesso in qualche<br />

modo dall’innamorata/o. Ora Giacinta non assume il suo amore, nemmeno <strong>tra</strong> sé e sé. Da<br />

quest’amore viene assalita; costituisce una forza es<strong>tra</strong>nea. Siamo lungi dall’amore cortese<br />

oppure l’amore romantico, diversi ma simili nel fatto di essere ammessi e pregiati.<br />

Ancora un punto merita riflessione: Giacinta agisce, non nell’ambiente veneziano<br />

settecentesco, bensì in un mondo possibile, quello creato da <strong>Goldoni</strong>, mondo che è un<br />

progetto per molti versi opposto alla realtà che circondava il suo creatore.<br />

Una differenza <strong>tra</strong> questi due mondi è stata messa a fuoco da Franco Fido, che adduce<br />

casi della vita reale ai tempi di <strong>Goldoni</strong> (2000, p.235, nota 3): a Giacinta era possibile, se<br />

fosse vissuta nel mondo reale di <strong>Goldoni</strong>, cambiare fidanzato e sposare un Guglielmo. Ma<br />

il mondo reale non corrisponde quasi mai a un mondo di finzione (un mondo possibile<br />

creato dall’artista). Certo un artista può fare uno sforzo per capire il mondo reale (e in tal<br />

senso essere realista'), ma l’intento polemico non è di minor peso; molte opere adottano<br />

un atteggiamento polemico contro ciò che si presenta come la realtà. Ciò si può anche fare<br />

col presentare un mondo possibile dove vigono regole che non sono osservate nel mondo<br />

reale.<br />

Si può presumere che anche l’universo di <strong>Goldoni</strong> è retto da massime che non venivano<br />

osservate nella realtà veneziana settecentesca. Una considerazione delle presupposizioni<br />

dell’argomentazione goldoniana implica probabilmente atteggiamenti non condivisi da tutti<br />

(se no, perché argomentare?). Nel mondo fittizio di <strong>Goldoni</strong> la fede data (e confermata<br />

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