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Goldoni tra modernismo e tradizione - akira.ruc.dk

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non ne sente il bisogno). Due temi sono importanti esteticamente per la costruzione<br />

dell’intreccio: l’importanza attribuito all’incostanza dei sentimenti e la funzione del<br />

caso. 16<br />

Per l’altro tema, il caso è degno di nota il fatto che, sia nella Filosofessa italiana, sia in<br />

molte opere tea<strong>tra</strong>li protagonisti simpatici, rappresentanti dei valori ammessi vi si afffidino:<br />

in una situazione difficile si può sperare che una soluzione imprevedibile si presenti (più<br />

che a Machiavelli si pensa a Mr. Micawber di Dickens e il suo: »something will turn<br />

up«.).<br />

La filosofessa si propone di: «lasciar(si) regolare dal caso» (p.127). Di fronte a una<br />

difficoltà spera «che intanto potesse arrivare qualche accidente, il quale mi liberasse dalle<br />

importunità della Contessa» (p. 276), e un’al<strong>tra</strong> volta si dice: «Dunque bisognava […]<br />

fidarmi del caso» (p. 305), e di solito questa fiducia da i suoi frutti.<br />

Il filosofo viniziano, nella commedia eponima, dichiara:<br />

(36) Però de star a tutto me son za persuaso,<br />

no xe mai bon filosofo chi voi dar legge al caso (parte) (IV,5).<br />

Le agnizioni di Chiari<br />

È vero che certe idee rivoluzionarie' e dichiarazioni libertarie perdono la loro funzione<br />

drammatica nelle agnizioni finali. L’uguaglianza richiesta per le donne non trova esito a<br />

livello dell’azione. E per quanto spetta all’autorità paterna il filosofo veneziano non vuol<br />

lasciarsi maritare dal padre:<br />

(37) No, che l’è tutta tenera la mia filosofia.<br />

La vos<strong>tra</strong> man gradisso, sebben qua no l’accetto;<br />

e se la mia ve nego, el cor mi ve prometto.<br />

No voggio farve sposa d’un omo vagabondo;<br />

all’onor mio far torto, e far parlar el mondo.<br />

No voggio che se dica dalle persone idiote<br />

che ho fatto zo una putta sol per magnar la dote.<br />

Se a casa de mio padre ritornerò mai più,<br />

so ben, se sarè libera, cossa ho da far per vu.<br />

vederà un di mio padre ch’ho del cervel da vender.<br />

Lo venero, lo stimo; ma voggio libertà (I,6).<br />

Un’agnizione risolve il conflitto: la fanciulla scelta dal padre è quella di cui si è invaghito<br />

il giovanotto. Un tale riconoscimento, e cioè una riconciliazione dopo un quiproquo, è<br />

<strong>tra</strong>dizionale. Ricorda un po’ il conflitto in certe commedie di Molière: violenta opposizione<br />

16 Chiari conosceva benissimo Marivaux, il romanziere francese, noto per la descrizione (e la messa<br />

in scena) di sentimenti fuggevoli. Trasse dalla Vie de Marianne ben due commedie. La <strong>tra</strong>ma del<br />

romanzo francese (La vie de Marianne), arricchita di tre personaggi e di elementi di tensione, offrì la<br />

materia per Marianna o sia la forza della virtù (1751) e per L’orfana riconosciuta, o sia la forza del<br />

naturale (1751), due vicende drammatiche »replicate ciascuna per 13 sere consecutive in un teatro<br />

pienissimo« (Catucci in Chiari 1999. p.15).<br />

In numerosi passi della Filosofessa italiana la protagonista riflette sulla versatilità dei sentimenti<br />

amorosi. Tramite la sua protagonista Chiari sa teorizzare la mutevolezza, ma non la sa incarnare, non<br />

la sa mos<strong>tra</strong>re in actu. L’incostanza dei sentimenti produce però certi effetti nella condotta<br />

dell’azione; soprattutto il timore onnipresente dell’abbandono da parte della protagonista.<br />

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