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Goldoni tra modernismo e tradizione - akira.ruc.dk

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Michele Bordin. Ma è altrettanto chiaro che tale lettura, seppure fosse storicamente<br />

appurata, non spiega la vitalità al giorno d’oggi dell’opera goldoniana. Ripeto la domanda:<br />

dove esiste il testo che ci piace e quale è il rapporto <strong>tra</strong> le probabili letture e messinscene<br />

settecentesche e quelle moderne?<br />

Si ripete così in qualche misura la ricezione del Misanthrope: la parte d’Alceste in<br />

messinscene moderne viene spesso spinto verso il versante <strong>tra</strong>gico; se invece un Rousseau<br />

si potè scandalizzare di una rappresentazione buffa del personaggio, tale rappresentazione<br />

doveva esistere ancora ai tempi suoi, e fu quella proposta da Molière stesso.<br />

In Danimarca esiste un caso ancora più evidente: la grande commedia Jeppe på Bjerget<br />

di Ludvig Holberg (1722) mette in scena la figura di un contadino, Jeppe, sempre ubriaco,<br />

recitata in chiave comica, poi diventata oggetto di profonda comprensione da parte dei<br />

critici e del pubblico. Lo sviluppo delle interpretazioni si può sintetizzare in una battuta del<br />

contadino (in stato di ubriachezza): »Dicono che Jeppe beve, ma non dicono perché Jeppe<br />

beve«. Da battuta comica diventa segno della psicologia del contadino sfruttato dal fattore<br />

e soggiogato dalla moglie, dà il via alla critica sociale. Il parallelo con La trilogia e con<br />

Giacinta è evidente ma parziale. Infatti, con<strong>tra</strong>riamente al caso del Misanthrope ediJeppe<br />

il testo non è rimasto quale lo stese <strong>Goldoni</strong>; anzi è stato oggetto di tagli e <strong>tra</strong>sformazioni<br />

da parte dei registi (e da narcotizzazioni' degli studiosi che si sono occupati di Giacinta).<br />

Ma in rari casi (quello di Strehler e alcuni altri) ho l’impressione difficile da giustificare<br />

che, se non si <strong>tra</strong>tta di fedeltà in senso stretto, ci sono nella moderna regia aspetti del<br />

vero <strong>Goldoni</strong>' (altro termine impressionistico-intuitivo); forse nel senso che i valori<br />

propugnati da <strong>Goldoni</strong> vengono esposti e discussi, ma non ridicolizzati, ciò che sarebbe<br />

altrettanto facile quanto noioso. Tutto un sistema sociale viene problematizzato.<br />

Per noi moderni il caso di Giacinta può assomigliare a quello dell’uomo nella novella di<br />

Kafka Davanti alla legge (Vor dem Gesezt): un uomo aspetta tutta la sua vita davanti a una<br />

porta. Al momento di morire viene a sapere che la porta era per lui; poteva en<strong>tra</strong>re senza<br />

problema. Per quanto riguarda Giacinta ci chiediamo: Come mai non ha realizzato il suo<br />

amore, come mai non è scappata dalla <strong>tra</strong>ppola?<br />

Uno Strehler adotta ancora l’idea dell’amore impegnativo, condiviso col suo pubblico.<br />

Scrive:<br />

(27) … il dramma è d’amore, in pieno, senza reticenze, c’è abbandono sentimentale, incontro di<br />

sentimenti a caldo …. Qui la saggezza e la bontà della risoluzione del nodo drammatico che potrebbe<br />

»preludere« - alla <strong>tra</strong>gedia […] si stemperano in una profonda malinconia, di qualcosa che muore in<br />

silenzio, qualcosa che si rassegna dolcemente, che accetta il male delle cose, della vita […]. C’è in<br />

questo un morire del secolo, un declinare sempre più accentuato (Bosisio p. 111, citato da Strehler:<br />

Per un teatro umano, Feltrinelli, Milano 1974, p.236).<br />

Tocchiamo qui con mano un esempio del come la ricezione possa cambiare con pubblici<br />

differenti (settecenteschi e moderni). È chiaro che Strehler scelga il versante problematico<br />

della vicenda in chiave moderna. Un regista non può far altrimenti. Strehler sottolinea la<br />

dolce rassegnazione, cioè, accetta a metà, ma solo a metà, il modo di pensare (probabile)<br />

di Giacinta: non c’è nulla da fare, altro che seguire le regole del mondo goldoniano (che<br />

non sono necessariamente quelle del mondo reale). Strehler però attribuisce all’amore un<br />

valore che forse non aveva quello di Giacinta per Guglielmo, per cui il conflitto diventa <strong>tra</strong>gico.<br />

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