Goldoni tra modernismo e tradizione - akira.ruc.dk
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<strong>Goldoni</strong> sviluppa in una serie di casi un paradigma di matrimoni. Devo limitarmi a<br />
qualche accenno: il matrimonio è ambito nel ceto borghese e piccolo borghese, è una porta<br />
aperta sulla società. La giovane acquista una certa libertà (può andare per s<strong>tra</strong>da; non è<br />
rinchiusa in casa); il giovane maschio ottiene un’indipendenza economica. C’è quindi su<br />
questo punto una certa uguaglianza dei due sessi.<br />
Per ciò che riguarda le vedove e dei vedovi <strong>Goldoni</strong> espone casi molto vari. Una vedova<br />
benestante ha il diritto di scegliere un altro sposo. È il caso della Buona madre. Il motivo<br />
edonistico non è taciuto. Lei desidera godersi un bel giovane: se questi ubbidirà alla<br />
moglie come ha ubbidito alla madre, la vedova può promettersi una dolce vita. Altre<br />
vedove si trovano di fronte alla scelta di più mariti. Questa situazione drammatica offre la<br />
tela per la pittura di caratteri diversi. Ma alcune, e questo è un punto notevole,<br />
preferiscono rimaner sole, assolto l’obbligo matrimoniale (un po’ come il servizio militare).<br />
Per i vedovi, in linea di massima, il caso è simile: un vecchio ha il diritto di sposare una<br />
bella giovane a certe condizioni, per es. di non recar danno ai figli.<br />
Si pone però il problema della matrigna e del conflitto <strong>tra</strong> figli e figlie di due letti<br />
diversi. La matrigna è spesso problematica; La buona matrigna è un ossimoro; è il titolo di<br />
una commedia di Chiari (1755), il rivale di <strong>Goldoni</strong>. Il problema è che una matrigna sarà<br />
sempre disposta a favorire i propri figli. Quando <strong>Goldoni</strong> <strong>tra</strong>tta della cattiva matrigna, il<br />
secondo matrimonio è già un fatto all’inizio dell’azione (cfr. L’uomo prudente o Il padre<br />
di famiglia). Esistono, invece, casi ove un vedovo o una vedova si sposano al momento<br />
dello scioglimento. Lo fanno sia per il piacere sia per avere una persona sempre presente<br />
(Il vecchio bizzarro, La buona madre).<br />
L’autorità<br />
Generalmente, all’amore si oppone un’autorità (esercitata dal padre, dalla madre, dallo zio<br />
o da un altro personaggio autorevole). <strong>Goldoni</strong> spesso approva l’autorità, dà ragione ai<br />
vecchi, condanna i giovani. Ho già citato La buona madre, ove una madre si oppone agli<br />
amori del figlio e gli fa sposare una ricca vedova. È ridicolo il figlio, che veste la »mezo<br />
camisa«, non la madre; tutto all’opposto della <strong>tra</strong>dizione francese, ove, per lo più, è<br />
comico il rappresentante dell’autorità. Nella Casa nova uno zio costringe i giovani a<br />
ridurre le loro spese e ad abbandonare una casa troppo cara che hanno affittato, e non è<br />
ridicolo.<br />
<strong>Goldoni</strong> può quindi accettare pienamente l’autorità parentale. Ma l’autorità parentale ha<br />
obblighi, fra i quali quello di maritare figli e figlie, oppure, quando si <strong>tra</strong>tta di un fratello,<br />
una sorella rimastagli a carico. Nelle Donne di casa soa è una moglie che deve prendersi<br />
cura della cognata rimastale a casa. Succede anche che il conflitto sia interiorizzato.<br />
Nel Vero amico (1750), fonte del dramma di Diderot Le fils naturel, un amico<br />
(Florindo/Dorval) rinuncia all’amata a favore di un’amico (Lelio/Clairville). In <strong>Goldoni</strong> è<br />
un sentimento d’onore, di ciò che si deve, quindi un conflitto <strong>tra</strong>dizionale, ma <strong>tra</strong>sferito<br />
dalla <strong>tra</strong>gedia nel dramma goldoniano: Florindo, che è ricco, non vuole privare Lelio della<br />
dote che gli è necessaria:<br />
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