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Dispareri in materia d'architettura e prospettiva - Warburg Institute

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a*<br />

dente, che dall'arte con un camm<strong>in</strong>o quadrato, ed un pes-<br />

£0 di cort<strong>in</strong>aggio; e tutte quelle fue cofe aggiunte ubbidiscono<br />

al fuo fecondo orizzonte, ed alla fua feconda diftan-<br />

za. , rimanendo l'altr' opera del primo Architetto digradata<br />

al fuo primo orizzonte , e primiera diltanza , come il tutto<br />

fi vede anche per il primo, e fecondo difegno co' fuoi pro-<br />

fili, ed annotazioni polle <strong>in</strong> f<strong>in</strong>e. Sicché notate Signore fe<br />

quelle vi pajono difcordanze, o no. Perciò meffomi a par-<br />

lare con eflò Architetto dilli : chiara cofa è, che tutta vol-<br />

ta, che s'abbia da confiituire <strong>in</strong> perfpettiva qualunque ope-<br />

ra fi iia egli è di ragione, che lì operi per uno di quelli<br />

due modi, -cioè o per la via del perfetto di quello s'ha<br />

a digradare , o per la l<strong>in</strong>ea piana di ella opera , che<br />

s'<strong>in</strong>tende di fare ( Ann. x. ), tal che pollo l'orizzonte,<br />

e la diilanza al luogo loro, fi polla term<strong>in</strong>are per l'<strong>in</strong>terfe-<br />

cazioni delle l<strong>in</strong>ee orizzontali, ovvero dello fquadro nella l<strong>in</strong>ea<br />

della diltanza il digradato , ovvero oggetto <strong>in</strong> perfpettiva<br />

dal fuo perfetto al men perfetto . E ciò facendo , eh' è<br />

con ragione , polfiamo ancora con la ragione delle propor-<br />

zioni aggiungere , e feemare -da tali digradati , ovvero oggetti<br />

<strong>in</strong> perfpettiva ciò , che ne torna a propolìto : mentre<br />

però non fi atteniamo , come avete fatto voi , a più d'un<br />

orizzonte, e d'una diltanza ; perciocché giammai <strong>in</strong> una fola<br />

opera di perfpettiva non ho io udito , che il trovane più<br />

d' un' orizzonte, e d'una diltanza. Ma fé quello mio parlare<br />

non vi pare a propolito notate <strong>in</strong> Euclide, e Vitell ione ciò,<br />

ch'elfi dicono nelle loro dimoltrazioni , cioè ponatur ocuìus ,<br />

e non mai ponantur oculi , e cam<strong>in</strong>i effe figurar» , qiu babet<br />

vertìcem <strong>in</strong> oxulo , e non <strong>in</strong> oculis , e ponatur radios ab ocuìo<br />

emijfos <strong>in</strong> r-eBam l<strong>in</strong>eam ferri , e non ab oculis ; talché fé di<br />

due orizzonti avellerò voluto quelli grand' uom<strong>in</strong>i parlare<br />

non gli avrebbero , come lì vede , con femplice numero ef-<br />

prelfi , e dichiarati . Né altrimenti fi vede uella pratica del<br />

Durerò , del Serlio , e del nobilillìmo , ed <strong>in</strong> te nden tifiamo<br />

Patriarca d' Asquilea .<br />

Eflèndo<br />

dunque così com' è veramen-<br />

te , io non veggo con qu al ragione fi polla fare , che due<br />

piani

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