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libro poesia dialettale - Fondazione scientifico culturale Eugenio ...

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POSTFAZIONE<br />

L’eccidio di Spalato, l’assassinio di Nini, l’uccisione<br />

del tenente Casciana e l’incendio dell’Hotel Balkan<br />

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale l’interpretazione marxista<br />

della storia polarizzò l’interesse dell’opinione pubblica solo sull’incendio del<br />

Balkan, che doveva essere separato dai tragici fatti che lo determinarono, perché<br />

doveva apparire come un atto gratuito del fascismo triestino ai danni dei<br />

diritti degli sloveni del circondario di Trieste, diventati sudditi del Regno<br />

d’Italia.<br />

Fu attuata un’opera scientifica di rimozione dalla memoria storica degli<br />

italiani e degli jugoslavi sull’Eccidio di Spalato, nel quale trovarono la morte<br />

l’11 luglio 1920 il Comandante della Regia Nave Puglia, Tommaso Gulli,<br />

decorato di Medaglia d’Oro al V.M. e ricordato a Trieste nel tratto di riva che<br />

porta il suo nome, ed il motorista Aldo Rossi, uccisi a fucilate dagli jugoslavisti<br />

per impedire l’aiuto umanitario portato da una nave italiana alla popolazione<br />

spalatina stremata dalla guerra 1914-’18, che curava i malati nell’ospedale<br />

della nostra marina militare e sfornava migliaia di pasti caldi al giorno agli spalatini<br />

senza distinzione di nazionalità.<br />

Due giorni dopo la loro uccisione, a Trieste venne indetta davanti al<br />

Municipio una manifestazione di protesta contro l’eccidio e le vessazioni<br />

inflitte agli italiani di Dalmazia, che l’anno successivo, dovranno abbandonare<br />

le loro case e le terre dei loro avi a causa delle angherie poste in atto dal<br />

Regno di Jugoslavia, che aveva intensificato l’azione di snazionalizzazione già<br />

posta in atto nei decenni precedenti dall’Austria-Ungheria.<br />

La manifestazione in Piazza Unità fu interrotta da un fatto luttuoso:<br />

l’uccisione del diciassettenne Giovanni Nini, cuoco del vicino ristorante<br />

Bonavia, da parte di uno jugoslavo che portava sul bavero il distintivo degli<br />

ufficiali dell’esercito del neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Questi<br />

fatti sono stati cancellati dalla memoria storica di Trieste perché avrebbero in<br />

qualche modo spiegato, se non giustificato, il successivo incendio dell’Hotel<br />

Balkan ed avrebbero contraddetto la tesi della gratuita reazione fascista su cui<br />

si fondava il vittimismo sloveno (che pure aveva altre buone ragioni di lamentela)<br />

e che oggi tenta di far dimenticare che la Slovenia è stata parte, nel bene<br />

e nel male, sia del Regno di Jugoslavia che della Repubblica federativa socialista<br />

di Tito.<br />

Per accreditare la tesi “della gratuita reazione fascista”, la propaganda dei<br />

comunisti jugoslavi di Tito, accolta dalla cultura marxista italiana, non provvide<br />

solo a scindere l’incendio del Balkan dai fatti accaduti a Spalato e in Piazza<br />

Unità a Trieste, ma rimosse totalmente l’uccisione del tenente Casciana avve-<br />

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