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libro poesia dialettale - Fondazione scientifico culturale Eugenio ...

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IL PICCOLO Trieste, 15 Luglio 1920<br />

IL “NARODNI DOM” FOCOLARE DELL’ATTIVITÀ SLAVA<br />

L’origine e la storia della casa nazionale slovena a Trieste sono strettamente connesse<br />

con la storia del movimento sloveno serbo-croato. com’è noto, l’Hotel Balkan entro cui era<br />

ospite il “Narodni-Dom” era un piccolo posto avanzato della più accesa propaganda panslavista.<br />

Prima che sorgesse la casa nazionale slava in piazza Oberdan, una modesta sede gli<br />

sloveni avevano nel “Narodni Dom” di S. Giovanni di Guardiella. Nella piccola residenza<br />

campagnola la propaganda politica passava, si può dire , in sottordine alle festività domenicali<br />

e alle ricorrenze religiose dei santi protettori. La colonia slovena di città e i contadini<br />

del suburbio si ritrovavano riuniti non per opere di propaganda ma per divertimento<br />

pacifico.<br />

Allora, circa il 1890, la situazione politica era sufficientemente tranquilla, il sogno<br />

trialista non era ancora popolare tra gli slavi fedeli all’Austria e il movimento panslavista<br />

sloveno aveva solo manifestazioni sporadiche che non si ripercuotevano nella nostra città.<br />

Solo più tardi, quando il Governo austriaco, per opportunità politiche, si indusse a<br />

favorirli con concessioni politico-economiche e culturali il “Narodni Dom” di Guardiella<br />

si fa attivo, raccoglie in se elementi stranieri croati, inizia la propaganda tra i consoci.<br />

L’attività è sorretta dalle prediche nelle chiese del suburbio. Tra la colonia locale e i centri<br />

politici sloveni di Lubiana e Zagabria si stabiliscono intense relazioni, rese proficue<br />

anche dall’intervento delle numerose banche slave. Più numeroso degli slavi entrava il<br />

denaro, al quale si dà una direttiva e un fine politico: creare una roccaforte dello slavismo<br />

per intraprendere la grande battaglia di slavizzazione della città.<br />

Così sorge il “Narodni-Dom” di piazza Oberdan, (casa nazionale) , con denaro delle<br />

banche slave e per sottoscrizione dei più facoltosi commercianti, avvocati e banchieri slavi<br />

della nostra città.<br />

L’edificio<br />

Anche per l’aspetto esteriore l’edificio della sede slava doveva corrispondere allo spirito<br />

da cui era nato. E come allora l’edilizia, molto prosperosa, trionfava nello stile floreale<br />

o “secessionista”, adottato in tutte le nuove costruzioni delle città slave, così venne scelto<br />

un autentico architetto secessionista, il prof. Fabriani (insegnante al politecnico di<br />

Vienna, allievo del Wagner, l’ideatore dello stile floreale) al quale venne affidato il progetto<br />

di costruzione.<br />

L’edificio costruito solidamente nei due primi piani con pietra bianca del Carso, e nei<br />

superiori con mattoni rossi di due colorazioni alternate, era stato pensato con mente politica<br />

in quanto doveva racchiudere in sé tutte le sezioni per una complessa e vasta attività<br />

slovena.<br />

L’hotel Balkan aveva circa 90 camere, da uno a due letti, ammobiliate severamente,<br />

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