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libro poesia dialettale - Fondazione scientifico culturale Eugenio ...

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L’ERA NUOVA Giornale di Trieste 14 luglio 1920<br />

Le prime fucilate<br />

Prima ancora che la moltitudine fosse sboccata in via Galatti e in piazza Oberdan,<br />

dalla casa slava si cominciò a sentire un crepitio di fucilate. Il rumore si ripercuoteva sinistramente<br />

in mezzo alle case: si tirava con particolare intensità dalle finestre della via<br />

Galatti contro i dimostranti che arrivavano dalla via Filzi. A un tratto un rombo più forte:<br />

una bomba a mano era stata lanciata dagli slavi sulla via Galatti.<br />

Gli slavi tirano sulle truppe e sui dimostranti<br />

Alcune persone dal tetto del Narodni Dom e tiravano frattanto anch’esse in tutte le<br />

direzioni, persino contro la caserma Oberdan. Allora il picchetto del 47° fanteria della brigata<br />

Ferrara uscì dal portone della caserma e ginocchio a terra fece alcune scariche contro<br />

gli slavi.<br />

Inasprita ancor più dall’ardire di quella gente che veniva a provocare a battaglia in<br />

piena città,la folla diede l’assalto a quello che si rivelava più che mai per un nido di serpi,<br />

scagliandosi contro sparando le rivoltelle e tirando bombe a mano<br />

Il “Narodni Dom” in fiamme<br />

Ben presto la difesa si fece più fiacca, di crepitio delle revolverate e delle fucilate<br />

meno intenso. La moltitudine furibonda aveva rotto le saracinesche del caffè e della trattoria<br />

Balkan e li aveva invasi appiccandovi l’incendio.<br />

Mentre in piazza Oberdan si svolgeva qualche singolo episodio per uno o due slavi<br />

che avendo insultato la folla venivano rincorsi, percossi e dalla pubblica forza sottratti sanguinanti<br />

al furore popolare. Soltanto il portone grande d’entrata, costruito evidentemente<br />

in modo da resistere ai più energici assalti, non cedeva, per quanto la folla vi si fosse messa<br />

di buona lena.<br />

Altri feriti<br />

Silvio Fulignot, di 18 anni, studente, abitante in via S. Caterina 2, con una ferita alla<br />

gamba destra. Piero Zalateo, di anni 17, abitante in via Canova 14, con schegge di bomba<br />

alla gamba destra. Venne poi trasportato, già morto, all’ospedale Ugo Roblech, di 49 anni,<br />

da Bolzano, già proprietario dell’Hotel Balkan che gettandosi dal terzo piano si era fratturato<br />

il cranio, essendo sfuggito dalla tela che gli era stata tesa. Venne portato nella cappella<br />

mortuaria. usa moglie Antonia, che si gettò pure sulla tela si trova in grave stato perché<br />

oltre ad essersi fratturata una mascella fu colpita da uno choc nervoso che fa disperare della<br />

sua ragione e della sua vita.<br />

Furono inoltre ricoverati all’ospedale: Maria Schiumoso, d’anni 24, abitante in via s.<br />

Maurizio N 14 che fu percossa con un bastone al capo; Paolo Giamporcaro, di 18 anni, abi-<br />

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