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libro poesia dialettale - Fondazione scientifico culturale Eugenio ...

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“No, era mio marito Mio padre è l’avvocato Franz Tomiusch di Lubiana”<br />

- E come avvenne che non riusciste a fuggire dall’interno del “Narodni-Dom” insieme<br />

a tutti gli altri viaggiatori che nell’ora dell’assalto si trovavano nelle loro stanze?<br />

- La signora rimase un poco perplessa alla interrogazione e poi disse:- Mio marito era<br />

un poco sofferente, eravamo giunti a Trieste appena ieri, due ore prima della catastrofe.<br />

Prendemmo alloggio al Balkan ma entrando in quell’albergo ebbi quasi il presentimento che<br />

qualche cosa di grave dovesse accadere. Che cosa? Non avrei saputo dire, avvertivo nell’aria<br />

un che di trepido, di misterioso, d’inconsueto, di cui non sapevo rendermi esattamente conto,<br />

ma che mi cagionava la maggiore preoccupazione. Dissi: non abbiamo nessun interesse particolare<br />

per fermarci a Trieste, andiamo ad Opicina.<br />

- Se non avevano nessun interesse perchè erano venuti?<br />

La signora Roblek spiegò:<br />

- Mio marito che aveva 46 anni ed esercitava una farmacia a Veldes due mesi addientro<br />

venne a prendermi a Lubiana, ove mi trovavo presso i miei genitori e mi condusse a Bolzano<br />

per sorvegliare alcuni possedimenti che abbiamo in quel territorio.<br />

Alcuni giorni addietro partimmo per far ritorno a Lubiana. Trieste non era quindi che<br />

una tappa che doveva essere brevissima.<br />

L’annunzio del pericolo<br />

La signora Roblek continuò poscia narrando come fu risvegliata dalle esplosioni e dagli<br />

scoppi che tuonavano nella piazza Oberdan. Da prima ritenne che si svolgesse un conflitto<br />

fra dimostranti di opposte parti, ma poi quando si accorse che l’albergo era in fiamme allora<br />

il disordine si fece nel suo cervello: non comprese più nulla e non ebbe che un solo desiderio:<br />

sottrarsi comunque, così come le sarebbe stato possibile a quella fornace. Ella era certa<br />

che tutti le avrebbero prestato soccorso, come avvenne. Era una donna sola, col proprio marito<br />

e non avevano sentimenti ostili verso chicchessia. Poi si volgeva con ardente supplicazione<br />

alle due infermiere che le erano accanto e chiedeva: Di mio marito che è dunque avvenuto?<br />

Io lo lascial al davanzale della finestra mentre io mi gettavo sulla piazza. Ditemi, come<br />

si è salvato E com’è che non è qui?. E ad una pietosa bugia delle infermiere la rignora Roblek<br />

riprendeva: Ero sposa da due anni... Mio padre mi attendeva a Lubiana in questi giorni, Vi<br />

prego per carità telegrafate a lui e ditegli di accorrere. Ma non lo allarmate. Informatelo che<br />

le mie condizioni di salute sono buone e non vi è nessun pericolo per me. Il telegramma ieri<br />

stesso era diretto a Lubiana e l’avv. Tomiusch potrà riabbracciare la figlia che è stata miracolosamente<br />

salvata.<br />

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