libro poesia dialettale - Fondazione scientifico culturale Eugenio ...
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I locali devastati<br />
Fra i locali devastati dalla folla vi sono la Banca Adriatica, via S. Nicolò 9, angolo via<br />
Cassa di Risparmio; l’Ufficio per consulenza legali per gli sloveni, in piazza Oberdan; il<br />
caffè “Commercio” , noto ritrovo di sloveni, la Banca di Lubiana, in via XXX Ottobre 11;<br />
la tipografia dell’Edinost in via S. Francesco d’Assisi; la Cassa di risparmio slovena in via<br />
Torre Bianca 39, un’osteria slovena in piazza Oberdan 3; uno scrittoio di una ditta slovena<br />
in via Fabio Filzi 2; una ditta tecnica, ove furono rinvenuti a migliaia i ritratti di<br />
Francesco Giuseppe, in via Nicolò Machiavelli 24; la scuola serbo ortodossa in via V.<br />
Bellini 11; la liquoreria di certo Stoka, in via Cesare Battisti 29. Lo Stoka è un arrabbiato<br />
mangiaitaliani e un pericoloso propagandista jugoslavo.<br />
Davanti a tutti questi uffici e negozi furono fatti dei falò di quanto poté essere rinvenuto<br />
all’interno. L’autorità non poté sempre frenare l’ira della folla, ma riuscì a limitare,<br />
con un pronto intervento, danni ben più gravi.<br />
L’incendio<br />
Mentre scriviamo (ore 3) l’incendio dell’Hotel Balkan – che prese sin dall’inizio, alle<br />
19, grandi dimensioni – è nel suo massimo sviluppo; il caseggiato è tutto in fiamme e<br />
forma un immane focolare. Si leva alto nel cielo oscuro un forte bagliore rosseggiante e<br />
una grande colonna di fumo bianco (come lo dà la notte) attraversa il cielo della città.<br />
Anche il tetto è a quest’ora crollato e non restano che le alte muraglia e qualche pavimento.<br />
Tutti i pompieri della città diretti dal comandante Paoli e dal capitano Bugliovaz si<br />
trovano sul post sin dalle 19.30, ma il loro lavoro indifeso non ha potuto domare né circoscrivere<br />
il fuoco, specialmente quando verso le 23 si levò un po’ di vento che rinnovò le<br />
alte fiammate. Sono in azione undici idranti, manovrati con sagace premura nei punti più<br />
pericolosi. Alcuni idranti sono stati portati dai vigili alle finestre e sui tetti delle case di faccia<br />
e sono continuamente in azione.<br />
Nei vicini abitanti c’è un vivo e giustificato allarme; anzi le case sono state sgombrate<br />
specialmente quella attigua al “Balkan”, cioè la stessa casa Galatti ora del Comune,<br />
palazzo che forma un’isola sola con l’edificio del Balkan, il cui pericolo è stato tuttavia<br />
scongiurato. In piazza Oberdan una folla di gente sostò rinnovandosi, sin dalle prime ore<br />
del mattino. Il servizio d’ordine è affidato alla guardia regia.<br />
La “Pacificazione Nazionale” e gli slavi<br />
Pubblichiamo questo articolo di Juliensis che, scritto alla vigilia dei fatti di ieri, sembra<br />
superato dagli avvenimenti, perché esso serve a lumeggiare e a documentare lo stato<br />
d’animo diffuso in paese e contro il quale coloro che avevano senso di responsabilità procuravano<br />
di reagire quasi presagi di ciò che dobbiamo deplorare.<br />
La pacificazione nazionale nella Venezia Giulia apparve alla mentalità italiana durante<br />
e dopo la guerra, come una conseguenza logica e necessaria della redenzione. Si disse:<br />
Distrutta l’Austria degli Absburgo, tolti di mezzo i sobillatori di mestiere, gli sfruttatori<br />
delle passioni politiche, nulla può ormai opporsi alla pacifica convivenza di genti nazio-<br />
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