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Anno XXXIV – n. 223 – Marzo 2012<br />

NOTIZIARIO<br />

Provincia <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a “S. Carlo Borromeo”<br />

dei <strong>Frati</strong> <strong>Minori</strong><br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


In co<strong>per</strong>tina:<br />

Resurrezione<br />

Stampato su carta riciclata al 100%<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


In<strong>di</strong>ce<br />

Collegio dei Ministri del Nord Italia<br />

Napoli - 9 Marzo 2012 1<br />

Torino - 16 Marzo 2012 2<br />

Dal Definitorio<br />

Monza - 14 Marzo 2012 4<br />

Assemblea economica<br />

Cronaca 5<br />

Saluto del Ministro Provinciale 7<br />

Dal Definitorio<br />

Baccanello - 28 Marzo 2012 9<br />

Testimonianze <strong>di</strong> vita fraterna<br />

50° or<strong>di</strong>nazione sacerdotale<br />

<strong>di</strong> fr. Pierantonio Norcini 11<br />

Festa dell‟Annunciazione<br />

della Madonna delle Grazie <strong>di</strong> Monza 13<br />

Per una lettura del mondo giovan<strong>il</strong>e<br />

Relazione <strong>di</strong> don Armando Matteo - TERZA PARTE 15<br />

Dialogo Ecumenico<br />

Martiri Cattolici del sec. XX in URSS 23<br />

F<strong>il</strong>miaAmo 28<br />

Notizie <strong>di</strong> Casa 30<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Collegio dei Ministri del Nord Italia<br />

Durante l‟incontro dei Ministri provinciali delle Famiglie<br />

Francescane a Napoli, c‟è stata la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> iniziare ad affrontare<br />

l‟OdG previsto <strong>per</strong> <strong>il</strong> Collegio dei Ministri fissato a Torino <strong>per</strong> <strong>il</strong> 16 marzo.<br />

Fr. Francesco Bravi, alle ore 15.30 introduce i lavori del Collegio<br />

dei Ministri. Assente giustificato fr. Gabriele Trivellin.<br />

1. Novizi e postulanti <strong>per</strong> <strong>il</strong> prossimo anno<br />

Si inizia affrontando <strong>il</strong> tema dei novizi previsti <strong>per</strong> l‟anno 2012-<br />

2013. Fr. Francesco Bravi comunica che c‟è stata la richiesta ufficiale<br />

da parte francese <strong>per</strong>ché <strong>il</strong> loro novizio possa venire a Baccanello, <strong>il</strong><br />

Collegio dei Ministri accoglie la richiesta. Per l‟anno prossimo dovrebbe<br />

esserci un gruppo <strong>di</strong> Postulanti sufficiente <strong>per</strong> un buon cammino.<br />

2. Varie<br />

Contributo <strong>per</strong> la rivista “Religiosi in Italia”: fr. Francesco Bravi ha<br />

mandato un articolo al Collegio dei Ministri <strong>per</strong> <strong>il</strong> quale chiede<br />

osservazioni.<br />

Fr. Francesco Patton riferisce sulla richiesta <strong>per</strong>venutagli dalle<br />

Province spagnole <strong>di</strong> partecipare al loro Capitolo delle stuoie a metà<br />

apr<strong>il</strong>e.<br />

3. Delegato <strong>per</strong> <strong>il</strong> triennio ’13-‘16<br />

Il Collegio dei Ministri si confronta<br />

anche sull‟ipotesi <strong>di</strong> un delegato che<br />

accompagni <strong>il</strong> cammino delle Province nel<br />

triennio ‟13-„16 e identifica <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> un frate<br />

che abbia competenza, capacità <strong>di</strong> lavoro<br />

e autorevolezza data da una precedente<br />

es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> servizio all‟Or<strong>di</strong>ne.<br />

4. Regolamento assemblea<br />

Se ne parlerà al prossimo Collegio dei<br />

Ministri a Baccanello.<br />

5. Visitatori<br />

Le Province <strong>di</strong> Bologna, Torino e<br />

Trento celebrano <strong>il</strong> Capitolo elettivo. La cosa<br />

più importante è che i futuri visitatori<br />

1<br />

6 1 7<br />

Napoli<br />

9 Marzo 2012<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


capiscano e aiutino <strong>il</strong> cammino verso l‟unione. I<br />

Capitoli saranno celebrati dopo <strong>il</strong> 13 giugno<br />

2013 e occorrerà cercare <strong>di</strong> sfalsare le date <strong>per</strong><br />

non sovrapporsi almeno tra i Capitoli elettivi nel<br />

caso in cui i visitatori siano scelti tra le province<br />

del Nord.<br />

6. Verbale bibliotecari<br />

Andrà ripreso<br />

7. Nuova fraternità inserita<br />

Si ritiene ut<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> futuro referente <strong>per</strong> la<br />

fraternità in contesto <strong>di</strong> marginalità cominci a<br />

inserirsi a Celle Ligure. Si ritiene ut<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>viduare<br />

anche una quarta <strong>per</strong>sona <strong>per</strong> Celle.<br />

L‟incontro si conclude alla ore 16.45.<br />

Torino<br />

16 Marzo 2012<br />

Si riprende l‟incontro a Torino S. Antonio <strong>il</strong><br />

16 marzo alle ore 9.30, presenti tutti. Il Presidente<br />

del Collegio dei Ministri fr. Francesco Bravi apre i<br />

lavori dando la parola al Guar<strong>di</strong>ano fr.<br />

Maggiorino Stoppa che propone la preghiera FF<br />

276 “Alto e glorioso Dio…” e passa poi a<br />

presentare la fraternità con le sue attese.<br />

La fraternità è ben composta con buona<br />

integrazione <strong>di</strong> giovani e anziani. Il PVF è stato<br />

portato a termine, le attività stanno andando<br />

bene, sia quelle legate alla Pastorale giovan<strong>il</strong>e<br />

sia le altre (Santuario, mensa, altre attività sul<br />

territorio). Quest‟anno ci sono state iniziative<br />

nuove <strong>di</strong> collaborazione con altre realtà,<br />

positiva l‟iniziativa in collaborazione con CRT (<strong>il</strong><br />

progetto Diderot, legato all‟etica, ha a<strong>per</strong>to le<br />

porte delle scuole), è continuata la<br />

collaborazione con le Sentinelle del mattino,<br />

sono aumentate le collaborazioni con la<br />

Diocesi.<br />

Sono in crescita le richieste <strong>di</strong> missioni al<br />

popolo e quelle legate all‟evangelizzazione in<br />

genere, come pure quelle nell‟ambito della PG,<br />

occorre capire come muoversi. Si può<br />

cominciare a pensare all‟inserimento <strong>di</strong> qualche<br />

frate, <strong>per</strong> un affiancamento da settembre nella<br />

forma praticata da fr. Francesco Mazzon <strong>il</strong><br />

primo anno, <strong>per</strong> un inserimento temporaneo <strong>di</strong><br />

uno studente <strong>di</strong> Verona oppure anche la<br />

presenza <strong>di</strong> qualche mese da parte <strong>di</strong> qualche<br />

giovane frate in formazione <strong>per</strong> <strong>il</strong> tempo<br />

dell‟anno francescano o anche l‟es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong><br />

giovani in formazione. Questa potrebbe infatti<br />

essere una delle fraternità in cui un giovane<br />

Baccanello<br />

frate può vivere es<strong>per</strong>ienze accompagnate nel<br />

campo della fraternità, 03 della carità,<br />

dell‟evangelizzazione, ad es. un giovane<br />

potrebbe partecipare al Settembre progetto Diderot. 2011<br />

Per quanto riguarda le attività caritative<br />

fr. Francesco Mazzon evidenzia che la mensa<br />

svolge un servizio significativo (200 poveri al<br />

giorno ca, dei quali 100 pasti seduti e 60-100<br />

pacchi viveri, circa 100 volontari). La mensa <strong>di</strong><br />

Torino è anche occasione <strong>di</strong> avvicinamento <strong>di</strong><br />

giovani, <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> passare dalla teoria alla<br />

pratica, c‟è <strong>il</strong> servizio alla mensa e <strong>di</strong><br />

animazione, c‟è <strong>il</strong> neonato centro <strong>di</strong> ascolto in<br />

collaborazione con l‟OFS.<br />

I<br />

I<br />

Ministri<br />

frati a<br />

hanno<br />

turno fanno<br />

così<br />

designato gli uffici della<br />

una settimana <strong>di</strong> servizio alla mensa e danno<br />

Casa interprovinciale <strong>di</strong><br />

l‟avvio della preghiera.<br />

Postulato <strong>di</strong> Arco (TN):<br />

I Ministri sottolineano<br />

Guar<strong>di</strong>ano:<br />

che <strong>qui</strong> si è<br />

fr. Saverio Biasi<br />

mostrata una fraternità interprovinciale reale e<br />

Maestro:<br />

che funziona in modo significativo e visib<strong>il</strong>e, è<br />

fr. Giuseppe Bonato<br />

anche una testimonianza Economo: agli altri frati e<br />

province e in città. Questo fr. Enzo ci Pellegatta aiuta e ci<br />

incoraggia come Collegio Vicario: dei Ministri<br />

mostrando che è una via fr. <strong>per</strong>corrib<strong>il</strong>e, Giuseppe Bonato in un<br />

clima <strong>di</strong> interprovincialità Vice e con maestro: uno sguardo al<br />

futuro dell‟unica Provincia. fr. È Paolo un modo Moser <strong>per</strong> far<br />

rifiorire anche una presenza. In prospettiva va<br />

pensato anche l‟avvicendamento dei frati, ma<br />

dentro una logica <strong>di</strong> attenzione e cura, con una<br />

certa stab<strong>il</strong>ità.<br />

Congedati i membri della fraternità <strong>di</strong> PG<br />

fr. Francesco Bravi riparte da quanto detto a<br />

Napoli.<br />

Dà <strong>il</strong> benvenuto a Diathesis (Enrico<br />

Delama e Maurizio Serof<strong>il</strong>li), e ricorda i due grossi<br />

temi all‟OdG:<br />

Lavoro della Commissione <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

<strong>di</strong>scernimento sulle fraternità<br />

Aggiornamento sulla Commissione IL<br />

Del Capitolo delle Stuoie parleremo a<br />

Baccanello; vanno determinati lì anche i<br />

contributi <strong>per</strong> la fope guar<strong>di</strong>ani.<br />

2<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


1) Lavoro della Commissione <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>di</strong>scernimento sulle fraternità<br />

Fr. Gabriele Trivellin presenta <strong>il</strong> lavoro della Commissione <strong>per</strong> i <strong>di</strong>scernimento sulle fraternità, la<br />

commissione fa ipotesi e domande, alcune scelte vanno chiarite a livello <strong>di</strong> singole Province. Entro<br />

apr<strong>il</strong>e ogni Definitorio deve affrontare <strong>il</strong> lavoro assieme a un membro della Commissione. Occorre<br />

arrivare entro l‟8 giugno alla proposta da inserire nell‟IL <strong>per</strong> l‟Assemblea dei Definitòri 2012. L‟itinerario<br />

viene approvato, ricordando che la bozza presentata va tenuta come base <strong>di</strong> un progetto che è<br />

comunque fluido, che richiederà valutazioni ulteriori ed aggiustamenti del progetto.<br />

2) Presentazione del lavoro fatto dalla Commissione IL<br />

Fr. Francesco Patton presenta la prima bozza del sussi<strong>di</strong>o in cinque schede pensato dalla<br />

Commissione IL, che servirà come preparazione al Capitolo provinciale del 2013. Vengono fatte<br />

alcune osservazioni: va ridotto ancora, vanno fatte alcune correzioni, andrà rivisto ad apr<strong>il</strong>e dal<br />

Collegio dei Ministri dopo che ci saranno le due schede introduttive risistemate e poi si può andare in<br />

stampa.<br />

3) Comunicazione del Collegio dei Ministri al Capitolo delle Stuoie<br />

Si concorda che sarà importante ricordare che è un intervento a nome dei Ministri nel quale<br />

parliamo <strong>di</strong> prospettive future mettendo a fuoco <strong>il</strong> tema delle <strong>di</strong>verse polarità tra le quali si osc<strong>il</strong>la<br />

nella valutazione del cammino interprovinciale; e questo attraverso delle brevissime riflessioni che<br />

tengano conto dei 5 punti proposti nella traccia <strong>di</strong> lavoro.<br />

4) Orientamento sulle future fraternità <strong>di</strong> servizio<br />

Il tema andrà ripreso, <strong>per</strong> ora emerge l‟orientamento del Collegio dei Ministri <strong>di</strong> puntare su<br />

Bologna Osservanza come centro Missionario della futura Provincia, data la struttura accogliente,<br />

adeguata e collocata in un luogo fac<strong>il</strong>mente raggiungib<strong>il</strong>e da tutte le province.<br />

Si conclude alle 16.22 con l‟Agimus tibi gratias.<br />

3<br />

Il verbalista<br />

fr. Francesco Patton<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Dal Definitorio<br />

I lavori del XXIX Congresso Definitoriale hanno inizio alle ore<br />

15.45, dopo la conclusione dell‟Assemblea economica.<br />

Si esprime un generale apprezzamento <strong>per</strong> i lavori della<br />

giornata, <strong>per</strong> la chiarezza e la trasparenza nell‟esposizione dei dati.<br />

Anche <strong>per</strong> questo non ci sono stati particolari richieste <strong>di</strong> chiarimenti.<br />

Tuttavia è mancato un momento assembleare <strong>di</strong> riflessione sulle spese<br />

delle fraternità e della Provincia, <strong>per</strong> giungere poi ad una seria verifica<br />

dello st<strong>il</strong>e <strong>di</strong> vita. Si ritiene importante custo<strong>di</strong>re lo spazio<br />

dell‟Assemblea economica quale luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> confronto sugli<br />

aspetti concreti della nostra vita che determinano e mostrano <strong>il</strong> nostro<br />

essere minori.<br />

Dopo aver valutato <strong>di</strong>verse opzioni, si stab<strong>il</strong>isce che<br />

l‟Assemblea economica del 2013 si sv<strong>il</strong>up<strong>per</strong>à dal pomeriggio al<br />

mezzogiorno del giorno successivo; si desidera così garantire un<br />

tempo adeguato <strong>per</strong> <strong>il</strong> confronto e <strong>il</strong> <strong>di</strong>battito. Si chiederà al CAE <strong>di</strong><br />

offrire alcuni spunti <strong>per</strong> la riflessione comune (due o tre ambiti concreti<br />

presentati analiticamente) <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itare la <strong>di</strong>scussione.<br />

Si esprime apprezzamento <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro e <strong>il</strong> progressivo<br />

coinvolgimento del CAE nella gestione dell‟economia della Provincia,<br />

soprattutto <strong>per</strong> la cura e la gestione dei lavori.<br />

Il Definitorio approva i ren<strong>di</strong>conti amministrativi (SS.PP. art. 91 §<br />

1) come <strong>di</strong> seguito in<strong>di</strong>cato:<br />

B<strong>il</strong>ancio patrimoniale ed economico consuntivo 2011 della<br />

provincia;<br />

B<strong>il</strong>ancio patrimoniale ed economico consuntivo 2011<br />

dell‟economato provinciale;<br />

B<strong>il</strong>anci attività e amministrazioni <strong>per</strong>sonali e autorizzate <strong>per</strong><br />

l‟anno 2011;<br />

B<strong>il</strong>ancio preventivo dell‟economato provinciale <strong>per</strong> l‟anno<br />

2012.<br />

Il Ministro, a norma SS.PP. art. 95 §1, chiede al Definitorio <strong>il</strong><br />

consenso <strong>per</strong> i lavori <strong>di</strong> ristrutturazione richiesti dalle fraternità <strong>per</strong><br />

13 10 11 6 4<br />

Monza<br />

14<br />

Marzo 2012<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


l‟anno 2012: <strong>per</strong> tutti i lavori e le richieste <strong>di</strong> sponsorizzazione presentati <strong>il</strong> consenso è unanime. Si<br />

autorizza anche un ulteriore lavoro <strong>per</strong> l‟adeguamento delle pompe degli impianti dell‟Istituto<br />

Luzzago, <strong>per</strong> circa 50.000 euro (con provve<strong>di</strong>mento d‟urgenza).<br />

Il Ministro Provinciale, con <strong>il</strong> consenso del Definitorio, stab<strong>il</strong>isce la congruità dei contributi<br />

previsti dalle fraternità <strong>per</strong> l’anno 2012.<br />

Si decide <strong>di</strong> celebrare <strong>il</strong> prossimo Capitolo provinciale dal 14 al 23 giugno 2013, si<br />

contatterà la Casa apostolica s. Cuore in Albino (BG) <strong>per</strong> verificare la <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità della struttura.<br />

I lavori del Congresso Definitoriale si concludono alle ore 16.20 circa.<br />

A laude <strong>di</strong> Cristo e del Poverello Francesco. Amen!<br />

A laude <strong>di</strong> Cristo e del Poverello Francesco. Amen!<br />

Assemblea Economica<br />

Monza, 14 Marzo - Cronaca<br />

Si da inizio ai lavori alle ore 9.15 con un momento <strong>di</strong> preghiera preparato dalla fraternità <strong>di</strong><br />

Civi<strong>di</strong>no; segue <strong>il</strong> saluto del Ministro provinciale.<br />

Fr. Renato Beretta, Economo provinciale, introduce la presentazione dei dati consuntivi <strong>per</strong><br />

l‟anno 2011, sottolineando che l‟esposizione è <strong>il</strong> frutto del lavoro <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> CAE (Consiglio <strong>per</strong> gli Affari<br />

Economici) e non solo dell‟economo provinciale.<br />

Fr. Marco Fossati presenta <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio patrimoniale consolidato del 2011, spiegando<br />

dettagliatamente le voci <strong>di</strong> imputazione e facendo alcune considerazioni sulla gestione finanziaria<br />

delle fraternità. I contributi effettivamente versati complessivamente dalle fraternità sono stati circa<br />

130.000 euro in più <strong>di</strong> quelli promessi, in continuità con <strong>il</strong> trend degli ultimi tre anni. Rispetto al 2010 si<br />

riscontra una generale, se pur lieve, <strong>di</strong>minuzione delle <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità finanziarie, a fronte <strong>di</strong> un<br />

sorprendente incremento dei contributi alla Provincia. I contributi degli ultimi tre anni sono andati<br />

progressivamente aumentando, è certamente un dato positivo<br />

che evidenzia come la logica mutuata dagli ultimi due capitoli<br />

provinciali sia ormai un dato ac<strong>qui</strong>sito.<br />

Fr. Marco presenta poi <strong>il</strong> Conto economico consolidato del<br />

2011, spiegando analiticamente le voci <strong>di</strong> b<strong>il</strong>ancio e facendo<br />

alcune considerazioni sulla gestione delle fraternità. Le fraternità<br />

hanno ridotto leggermente le spese; ovunque c‟è stata una forte<br />

contrazione dei ricavi, complessivamente circa 300.000 euro in<br />

meno rispetto all‟anno precedente. A fronte <strong>di</strong> un lieve<br />

contenimento dei costi, c‟è un incremento dei contributi dati alla<br />

provincia. I contributi complessivamente sono <strong>il</strong> 18% dei costi delle<br />

fraternità, cioè quanto le fraternità danno alla fraternità provinciale<br />

<strong>per</strong> sostenere le attività provinciali.<br />

Il Fondo s. Messe depositato presso l‟economato provinciale<br />

è notevolmente aumentato, attualmente c‟è a <strong>di</strong>sposizione un<br />

numero significativo <strong>di</strong> s. Messe. L‟economo provinciale esorta i<br />

guar<strong>di</strong>ani a verificare la correttezza della registrazione delle s.<br />

Messe e ricorda che fr. Francesco Metelli è sempre a <strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>per</strong> ogni chiarimento in questa materia.<br />

5<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Le offerte date a mano sono <strong>di</strong>minuite, ma sono aumentate le offerte <strong>per</strong> la cera: è <strong>di</strong>minuito<br />

l‟apporto dei benefattori che danno grosse offerte, ma aumentano le piccole offerte dei fedeli<br />

(“obolo della vedova”). Il 40% delle entrate provengono dalla chiesa: offerte, cera e raccolta<br />

durante le s. Messe.<br />

Dopo un congruo spazio <strong>per</strong> domande e chiarimenti, si passa alla presentazione delle<br />

amministrazioni <strong>per</strong>sonali e autorizzate. Fr. Michele Cafagna espone <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio del Franciscanum e<br />

dell‟Istituto Luzzago; fr. Renato Beretta presenta <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio del Segretariato delle Missioni Ad Gentes,<br />

della Biblioteca Francescana e delle E<strong>di</strong>zioni Biblioteca Francescana. Invita poi i presenti a prendere<br />

visione <strong>di</strong> tutte le altre amministrazioni autorizzate, secondo i b<strong>il</strong>anci esposti nella sala. Nessuno<br />

chiede ulteriori spiegazioni o chiarimenti.<br />

Fr. Renato presenta <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio patrimoniale ed economico dell’economato provinciale <strong>per</strong><br />

l‟anno 2011 e lo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> avanzamento e <strong>di</strong> pagamento dei lavori approvati lo scorso anno con<br />

l‟Assemblea economica o con provve<strong>di</strong>mento d‟urgenza e in corso d‟o<strong>per</strong>a.<br />

Il Ministro chiede all‟Assemblea una votazione orientativa <strong>per</strong> quanto è stato presentato. Tutti<br />

all‟unanimità esprimono <strong>il</strong> loro beneplacito.<br />

Fr. Francesco Bravi, Ministro provinciale, aggiorna sulla situazione del convento <strong>di</strong> Civi<strong>di</strong>no. In<br />

seguito alla scelta <strong>di</strong> chiudere la nostra presenza a Civi<strong>di</strong>no si è chiesto <strong>il</strong> nulla osta al Vescovo della<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bergamo. Dopo <strong>il</strong> beneplacito <strong>di</strong> mons. Beschi sono state valutate <strong>di</strong>verse ipotesi rivelatesi<br />

inconcludenti: ven<strong>di</strong>ta alla Diocesi <strong>di</strong> Bergamo, cessione ad immob<strong>il</strong>iari <strong>per</strong> la riqualificazione o la<br />

destinazione a casa <strong>di</strong> cura… Grazie alla me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> fr. Tarcisio Colombotti si è presentata poi la<br />

possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> cedere <strong>il</strong> convento a delle monache carmelitane. Il Definitorio ha deciso <strong>di</strong> cedere<br />

l‟intera struttura a titolo gratuito. Fr. Francesco sottolinea la provvidenzialità della vicenda, si tratta<br />

infatti della chiusura della nostra presenza, ma allo stesso tempo <strong>il</strong> nuovo inizio <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa<br />

es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> vita consacrata. E‟ dunque una prospettiva che apre alla s<strong>per</strong>anza. fr. Renato ricorda<br />

che <strong>il</strong> vescovo <strong>di</strong> Bergamo non ha ancora ratificato ufficialmente l‟accoglienza delle monache nella<br />

Diocesi.<br />

Si riprendono i lavori nel pomeriggio con la presentazione del nuovo sito web della Provincia.<br />

Fr. Renato presenta poi <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio preventivo <strong>per</strong> l’anno 2012, le richieste <strong>di</strong> lavori presentate dalle<br />

fraternità e le proposte <strong>di</strong> contributo al fondo comune <strong>per</strong> l‟anno 2012. Nessuno oppone obiezioni o<br />

chiede chiarimenti.<br />

Il Ministro chiede all‟Assemblea una votazione orientativa <strong>per</strong> quanto è stato presentato. Tutti<br />

all‟unanimità esprimono <strong>il</strong> loro beneplacito.<br />

Fr. Francesco congeda l‟assemblea ringraziando <strong>il</strong> CAE e fr. Renato <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro svolto e che<br />

svolgeranno <strong>per</strong> <strong>il</strong> bene <strong>di</strong> tutti i fratelli della Provincia. L‟Assemblea si scioglie verso le ore 15.30<br />

circa.<br />

6<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Assemblea Economica<br />

Monza, 14 Marzo - Saluto del Ministro Provinciale<br />

Carissimi fratelli<br />

buona giornata a tutti e <strong>per</strong> tutti <strong>il</strong> saluto e l‟augurio: “Il Signore vi <strong>di</strong>a pace”. L‟importante e<br />

tra<strong>di</strong>zionale appuntamento della Assemblea economica della Provincia ci vede quest‟anno<br />

riuniti - fratelli del Definitorio, guar<strong>di</strong>ani ed economi delle fraternità locali, responsab<strong>il</strong>i <strong>di</strong><br />

amministrazioni <strong>di</strong> attività provinciali e autorizzate - nella fraternità <strong>di</strong> Monza che ringraziamo <strong>di</strong><br />

vero cuore, nelle <strong>per</strong>sone del guar<strong>di</strong>ano e dell‟economo, <strong>per</strong> l‟accoglienza e la <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità.<br />

Questa modalità <strong>di</strong> verifica e <strong>di</strong> programmazione della nostra vita <strong>di</strong> povertà vede<br />

impegnata la fraternità provinciale ormai da più <strong>di</strong> trent‟anni (qualche vignetta presentata alle<br />

passate assemblee ci aiuta a fare memoria sorridendo). È un prezioso patrimonio <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienza<br />

<strong>di</strong> fraternità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento e <strong>di</strong> trasparenza che cre<strong>di</strong>amo possa essere <strong>di</strong> aiuto alla<br />

costituzione della nuova provincia e in specie alla impostazione della ren<strong>di</strong>contazione<br />

economica e patrimoniale sia provinciale che locale. Nel corso degli anni questa assemblea<br />

ha assunto forme <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> partecipazione, variando anche modalità <strong>di</strong> presentazione dei<br />

b<strong>il</strong>anci consuntivi e preventivi e delle <strong>di</strong>verse attività, rinnovando schemi <strong>di</strong> svolgimento e <strong>di</strong><br />

maturazione delle in<strong>di</strong>cazioni <strong>per</strong> le decisioni ultime del definitorio. Tuttavia è rimasto invariato,<br />

e ha ancora oggi una sua vali<strong>di</strong>tà, <strong>il</strong> significato profondo <strong>di</strong> questo nostro trovarci: si tratta,<br />

come sapete e come avete visto dall‟or<strong>di</strong>ne del giorno, <strong>di</strong> prendere visione e <strong>di</strong> offrire<br />

in<strong>di</strong>cazioni e suggerimenti sul b<strong>il</strong>ancio economico e patrimoniale sia consolidato che<br />

preventivo della Provincia. In sostanza siamo chiamati a compiere un atto <strong>di</strong> vero<br />

<strong>di</strong>scernimento e <strong>di</strong> verifica comunitaria sul come stiamo vivendo <strong>il</strong> nostro voto <strong>di</strong> povertà come<br />

fraternità provinciale, come fraternità locali e come singoli frati minori.<br />

Questo scopo fondamentale è sempre stato richiamato dai Ministri provinciali nel saluto a<br />

questo incontro. Fr. Pierantonio Norcini introducendo l‟Assemblea del 1 marzo del 1983 tenutasi<br />

a Monza ricordava che: “ Il servizio dell‟economia… è quello <strong>di</strong> creare le con<strong>di</strong>zioni <strong>per</strong> la<br />

scelta dei valori più alti della povertà e della fraternità. Il nostro <strong>di</strong>scorso (sull‟uso dei beni) senza<br />

questa seconda parte è <strong>di</strong>mezzato e carente, e non ci fa avvicinare alla pienezza, non<br />

<strong>di</strong>fende e non esprime la povertà, che deve essere nostra e propria” (Atti Provincia 68, p. 32).<br />

L‟Assemblea <strong>di</strong> Baccanello del 6 marzo del 1990 veniva introdotta da fr. Arcangelo Zucchi con<br />

queste parole: “Il senso e lo scopo <strong>di</strong> questa giornata è quello <strong>di</strong> programmare insieme –<br />

partendo dalla <strong>di</strong>mensione economica e dall‟uso dei beni che ci sono affidati – come vivere la<br />

nostra fedeltà incon<strong>di</strong>zionata a Madonna Povertà. Questo non va <strong>di</strong>menticato anche se passa<br />

attraverso tante necessità e me<strong>di</strong>azioni” (Atti Provincia 73, p. 82). Dopo aver citato <strong>il</strong> cantico a<br />

Madonna Povertà della prima lettera <strong>di</strong> Chiara a S. Agnese <strong>di</strong> Praga (cfr. 1 LAg 15 – 18), fr.<br />

Tarciso Colombotti, aprendo l‟Assemblea <strong>di</strong> Cermenate del 6 Marzo del 1996, si domandava:<br />

“Tutto questo dovrà proprio restare solo e sempre un sogno? Se oggi <strong>qui</strong>, insieme, abbiamo <strong>il</strong><br />

coraggio <strong>di</strong> fare un salto <strong>di</strong> qualità nello st<strong>il</strong>e <strong>di</strong> vita povera, ci avvicineremo <strong>di</strong> più al sogno e<br />

saremo più capaci <strong>di</strong> credere che è possib<strong>il</strong>e; sarà anche meno lontano <strong>il</strong> tempo nel quale<br />

avverrà <strong>il</strong> passaggio dal sogno alla realtà” (Atti Provincia 76, p. 120). “Ci proponiamo oggi –<br />

<strong>di</strong>ceva fr. Roberto Ferrari all‟Assemblea <strong>di</strong> Civi<strong>di</strong>no del 16 Marzo del 2004 – <strong>di</strong> vivere la nostra<br />

chiamata in conformità al Vangelo. Le scelte <strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione dovrebbero sempre<br />

più caratterizzare <strong>il</strong> nostro essere frati minori concretamente, iniziando dal nostro contesto<br />

regionale, con i suoi notevoli sv<strong>il</strong>uppi e sconcertanti arretratezze e povertà” (Atti Provincia 83,<br />

p.111).<br />

7<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Ecco dunque cosa siamo chiamati a fare anche in questa giornata; la tra<strong>di</strong>zione non<br />

affievolisca <strong>il</strong> nostro impegno alla verifica del nostro vivere “sine proprio”, anzi, in comunione<br />

profonda con un cammino <strong>per</strong>corso dall‟intera fraternità provinciale, sentiamoci spronati a<br />

vivere questa assemblea come un concreto strumento che può, alla luce delle in<strong>di</strong>cazioni del<br />

Capitolo provinciale, dare qualità alla nostra vita e missione dentro un contesto economico,<br />

finanziario e sociale così fortemente segnato dalla crisi in atto che richiede anche a noi una<br />

seria revisione dei nostri st<strong>il</strong>i <strong>di</strong> vita. Il documento finale del Capitolo nella sua introduzione ci<br />

ricorda che “<strong>il</strong> frutto capitolare raccoglie ed esprime <strong>il</strong> sentire profondo della Fraternità<br />

Provinciale <strong>di</strong> voler vivere con responsab<strong>il</strong>ità e coscienza <strong>il</strong> presente tempo storico….<br />

occasione <strong>per</strong> vivere con coerenza e creatività <strong>il</strong> nostro essere frati minori”. Questa coerenza e<br />

creatività – come <strong>di</strong>cevo all‟incontro <strong>di</strong> formazione degli economi locali dello scorso 9 Gennaio<br />

a Brescia - siamo chiamati a mostrarla anche nella gestione della nostra economia che è a<br />

servizio della nostra vita e missione. Condurre una vita povera e a<strong>per</strong>ta alla con<strong>di</strong>visione è una<br />

con<strong>di</strong>zione fondamentale <strong>per</strong> rendere cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e nell‟oggi la nostra chiamata a testimoniare e<br />

annunciare <strong>il</strong> vangelo.<br />

C‟è un testo della scrittura che mi ha particolarmente colpito in questi ultimi tempi; sono<br />

due versetti del capitolo 8 del libro <strong>di</strong> Giu<strong>di</strong>tta: “Si era cinta i fianchi <strong>di</strong> sacco, portava le vesti<br />

della sua vedovanza….era bella d‟aspetto e molto avvenente nella <strong>per</strong>sona” (Gdt 8, 5.7). Si<br />

coglie imme<strong>di</strong>atamente un forte contrasto: vestiva <strong>di</strong> sacco, ma era molto bella d‟aspetto. C‟è<br />

una bellezza che si mostra in una apparente non bellezza. Che sia proprio questa bellezza,<br />

apparentemente non bella, quella che siamo chiamati a testimoniare con le nostre scelte <strong>di</strong><br />

povertà e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione? Che sia proprio l‟avvenenza della povertà quella che rende ancora<br />

più cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e la nostra testimonianza e <strong>il</strong> nostro annuncio del Vangelo? Non è proprio la Santa<br />

Signora della Povertà che siamo chiamati a testimoniare e a vivere come frati minori? Che <strong>il</strong><br />

Signore ci aiuti e ci sostenga nel coraggio delle scelte necessarie e ut<strong>il</strong>i a far risplendere nella<br />

nostra vita questa bellezza che può tornare così ad essere attraente <strong>per</strong> molti.<br />

Prima <strong>di</strong> cedere la parola a fr. Renato Beretta <strong>per</strong>ché animi e conduca questa giornata,<br />

<strong>per</strong>mettete una parola <strong>di</strong> ringraziamento allo stesso <strong>per</strong> tutto quello che ha fatto e sta facendo<br />

<strong>per</strong> tutti noi compreso <strong>il</strong> complesso lavoro che <strong>il</strong> Ministro generale gli ha affidato nella cura<br />

delle finanze della Custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Terra Santa e della provincia delle Marche. Un grazie sincero ai<br />

due vice economi, fr. Ambrogio Pessina e fr. Michele Cafagna e a tutti i componenti del CAE;<br />

un sincero e fraterno grazie a tutti coloro che a <strong>di</strong>verso titolo hanno lavorato <strong>per</strong> preparare<br />

questa assemblea e ci <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> vivere oggi questa giornata nella gioia dello stare<br />

insieme; un grazie anche alla fraternità <strong>di</strong> Civi<strong>di</strong>no che ha preparato la preghiera iniziale.<br />

Oggi presentiamo ufficialmente la nuova e<strong>di</strong>zione dello stato locale e <strong>per</strong>sonale della<br />

Provincia. Ringrazio <strong>di</strong> cuore fr. Giuseppe Maffeis e fr. Luciano Pigni <strong>per</strong> <strong>il</strong> loro lavoro. Con tutta<br />

probab<strong>il</strong>ità sarà l‟ultima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questo strumento <strong>di</strong> conoscenza e comunione; potrebbe<br />

essere bello, in vista della nascita della nuova provincia, pensare ad una pubblicazione che<br />

riprenda le tappe <strong>di</strong> questo lungo tratto <strong>di</strong> strada nel ricordo <strong>di</strong> tanti volti <strong>di</strong> nostri confratelli che<br />

hanno costruito con noi la storia della nostra fraternità provinciale.<br />

Auguro a ciascuno una serena giornata <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> fraternità invocando su tutti noi la<br />

protezione della Vergine delle Grazie.<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Dal Definitorio<br />

I lavori del XXX Congresso Definitoriale si svolgono presso <strong>il</strong><br />

convento <strong>di</strong> Baccanello sede del noviziato interprovinciale. Il Ministro<br />

provinciale aggiorna circa le con<strong>di</strong>zioni dei fratelli ammalati. Fr.<br />

Vittorino Joannes, che attualmente risiede a Castenedolo presso una<br />

sorella, presenta <strong>il</strong> quadro clinico più preoccupante. Fr. Livio Sorsoli è<br />

ricoverato all‟ospedale <strong>di</strong> Gravedona <strong>per</strong> una frattura alla caviglia,<br />

che si è procurato scivolando dalle scale; anche Fr. Carmelo<br />

Confalonieri è degente all‟ospedale <strong>di</strong> Gravedona <strong>per</strong> alcuni esami <strong>di</strong><br />

controllo.<br />

Fr. Francesco Bravi informa <strong>il</strong> Definitorio su alcuni avvenimenti<br />

riguardanti la vita della Provincia. Dal 5 al 10 marzo u.s. si è celebrata<br />

a Napoli l‟annuale Assemblea dell‟Unione dei Ministri provinciali delle<br />

famiglie francescane. In quell‟occasione si è riunita anche<br />

l‟Assemblea or<strong>di</strong>naria della COMPI; <strong>il</strong> Ministro presenta sinteticamente<br />

quanto è stato deciso e <strong>di</strong>scusso. Il 17 marzo, a Varese, durante la s.<br />

Messa ves<strong>per</strong>tina si è celebrato <strong>il</strong> 50° anniversario dell‟or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale <strong>di</strong> fr. Pierantonio Norcini. Il 18 marzo, a V<strong>il</strong>lasanta (MB), <strong>il</strong><br />

Ministro provinciale ha presieduto la celebrazione eucaristica <strong>di</strong><br />

chiusura della Missione popolare organizzata dalla e<strong>qui</strong>pe provinciale;<br />

<strong>il</strong> parroco si è detto molto sod<strong>di</strong>sfatto <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro svolto dai frati. Il<br />

19 marzo, nel convento <strong>di</strong> s. Maria Incoronata <strong>di</strong> Canepanova in<br />

Pavia, si è festeggiato l‟80° compleanno <strong>di</strong> Fr. Cam<strong>il</strong>lo Galbiati. Dal 24<br />

al 26 marzo, con l‟aiuto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi frati provenienti dai conventi della<br />

Provincia, si è celebrata la festa patronale del santuario s. Maria delle<br />

Grazie in Monza con una buona partecipazione <strong>di</strong> fedeli.<br />

Fr. Francesco sintetizza quanto <strong>di</strong>scusso e deciso negli ultimi due<br />

incontri del Collegio dei Ministri provinciali del Nord Italia riunitosi a<br />

Napoli <strong>il</strong> 9 marzo, durante l‟Assemblea dell‟Unione, e a Torino <strong>il</strong> 16<br />

marzo 2012. Informa che <strong>il</strong> postulante dell‟Em<strong>il</strong>ia Romagna è rientrato<br />

in famiglia. La Provincia <strong>di</strong> Albania ha chiesto l‟inserimento <strong>di</strong> alcuni<br />

postulanti ad Arco <strong>per</strong> <strong>il</strong> prossimo anno. Il Collegio dei Ministri ha<br />

accolto la richiesta ufficiale da parte delle Province francesi affinché <strong>il</strong><br />

13 10 11 6 4 9<br />

Baccanello<br />

28<br />

Marzo 2012<br />

Nomine:<br />

fr. STEFANO DALLARDA<br />

economo della<br />

fraternità <strong>di</strong> Cermenate<br />

Il Ministro,<br />

sentito <strong>il</strong> parere<br />

del Definitorio,<br />

ha ammesso:<br />

fr. GABRIELE DALL’ACQUA<br />

al ministero<br />

dell’accolitato<br />

fr. DARIO MEMMI e<br />

fr. ENRICO RUSSOTTO<br />

al ministero<br />

del lettorato<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


loro novizio possa vivere l‟anno della prova a Baccanello.<br />

Fr. Giampaolo Possenti, membro ––– della Commissione interprovinciale <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

<strong>di</strong>scernimento sulle fraternità, presenta la proposta <strong>di</strong> mappatura elaborata dalla<br />

Commissione. L‟obiettivo che ha guidato i lavori è stato quello <strong>di</strong> formulare una proposta<br />

complessiva sui conventi che costituiranno l‟ossatura della nuova Provincia (si tratta <strong>di</strong> una<br />

prima proposta), cercando <strong>di</strong> garantirne la sostenib<strong>il</strong>ità (si è tenuto conto del numero dei<br />

frati minimo <strong>per</strong> sostenere una certa qualità <strong>di</strong> vita e le attività in atto). Si ricorda che la<br />

riqualificazione della vita a partire dai valori del carisma sarà chiesta a tutte le fraternità che<br />

costituiranno la nuova Provincia.<br />

Dopo aver <strong>di</strong>scusso i criteri adottati dalla Commissione, fr. Giampaolo e <strong>il</strong> dott.<br />

Delama (Diathesis) presentano la mappatura complessiva, e si inizia una riflessione che sarà<br />

portata ad una formulazione più compiuta nel prossimo congresso definitoriale.<br />

La Commissione chiede anche alla nostra Provincia <strong>di</strong> pensare ad un<br />

ri<strong>di</strong>mensionamento ulteriore, rispetto a quello già previsto.<br />

Si auspica che <strong>il</strong> Collegio dei Ministri in<strong>di</strong>chi in tempi brevi le case dove saranno<br />

collocati i servizi interni (Curia, economato, case <strong>di</strong> formazione, infermeria…) <strong>per</strong> giungere<br />

poi ad una valutazione complessiva.<br />

I definitori si renderanno <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> celebrare nelle fraternità un capitolo<br />

conventuale, entro la fine <strong>di</strong> giugno, con lo scopo <strong>di</strong> presentare la prima ipotesi della<br />

mappatura complessiva e <strong>per</strong> raccogliere pareri sulle ulteriori chiusure richieste.<br />

Il Vescovo <strong>di</strong> Bergamo ha espresso formale consenso a che le monache carmelitane<br />

del Monastero “San Giuseppe” possano trasferirsi nel convento <strong>di</strong> Civi<strong>di</strong>no. La presa <strong>di</strong><br />

possesso ufficiale del convento avverrà nella festa della Madonna del Carmine, <strong>il</strong> 16 luglio<br />

2012.<br />

I lavori del Congresso Definitoriale si concludono alle ore 16.45 circa.<br />

A laude <strong>di</strong> Cristo e del Poverello Francesco. Amen!<br />

6<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Testimonianze <strong>di</strong> vita Fraterna<br />

50°<br />

or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale<br />

<strong>di</strong> fr.<br />

Pierantonio<br />

Norcini<br />

17<br />

Marzo<br />

2012<br />

Varese<br />

Omelia del Ministro Provinciale<br />

Letture della quarta domenica <strong>di</strong> quaresima rito ambrosiano anno B<br />

“Fare memoria dei doni del Signore è <strong>il</strong> modo migliore <strong>per</strong><br />

magnificarlo e <strong>per</strong> confessare <strong>il</strong> suo Nome e la sua santità” così<br />

scriveva <strong>il</strong> car<strong>di</strong>nale Carlo Maria Martini a frate Pierantonio<br />

esattamente venticinque anni nella occasione della celebrazione del<br />

giub<strong>il</strong>eo sacerdotale. E noi questa sera insieme a te, carissimo fr.<br />

Pierantonio, dopo altri venticinque anni <strong>di</strong> ministero, ren<strong>di</strong>amo grazie<br />

al Signore <strong>per</strong> <strong>il</strong> dono del tuo sacerdozio volendo con te ancora una<br />

volta magnificare <strong>il</strong> Signore e restituire nella lode <strong>il</strong> grande dono<br />

ricevuto.<br />

L‟occasione del cinquantesimo della tua or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale, avvenuta <strong>il</strong> 17 Marzo 1962 nel Duomo <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano <strong>per</strong><br />

l‟imposizione delle mani del car<strong>di</strong>nal Giovanni Battista Montini, ci<br />

vede radunati in questa celebrazione eucaristica da te presieduta e<br />

ci consente <strong>di</strong> ringraziare anche te <strong>per</strong> tutto <strong>il</strong> bene compiuto<br />

nell‟esercizio del ministero sacerdotale lungo questi cinquant‟anni; un<br />

ministero vissuto nel continuo servizio dei fratelli con l‟annuncio della<br />

Parola, con la celebrazione dei sacramenti, in particolare la cura <strong>per</strong><br />

la celebrazione eucaristica e <strong>il</strong> sacramento della riconc<strong>il</strong>iazione; un<br />

ministero vissuto in questi ultimi anni a servizio <strong>di</strong> questa comunità<br />

della Brunella. A nome mio <strong>per</strong>sonale – ed è <strong>per</strong> me un momento<br />

importante – e a nome <strong>di</strong> tutta la fraternità provinciale voglio davvero<br />

esprimerti <strong>il</strong> grazie più sincero augurandoti ogni bene nel Signore e un<br />

servizio ministeriale ancora ricco <strong>di</strong> tante sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />

Pregare e riflettere sul ministero sacerdotale è verificare la vita<br />

e la missione dell‟intera comunità cristiana a cui <strong>il</strong> ministro or<strong>di</strong>nato<br />

consegna tutta la sua esistenza. Vorrei così r<strong>il</strong>eggere sotto questo<br />

particolare prof<strong>il</strong>o <strong>il</strong> testo evangelico che abbiamo appena<br />

proclamato nella nostra assemblea in questa quarta domenica <strong>di</strong><br />

quaresima che con questa celebrazione solennemente iniziamo.<br />

Vorrei innanzitutto sottolineare l‟inizio del brano evangelico:<br />

“Passando, <strong>il</strong> Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita”. Gesù<br />

vede uno che non vede e pian piano lo conduce alla luce della<br />

fede. È <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso dell‟uomo che incontra <strong>il</strong> Signore, che dalla non<br />

fede in Lui arriva a credere e a riconoscerlo <strong>per</strong> quello che è<br />

veramente: “Credo, Signore”. Il Signore Gesù sostiene <strong>il</strong> cammino<br />

dell‟uomo nella ricerca della fede non solo con le parole ma con dei<br />

segni concreti che esprimono la salvezza che lui o<strong>per</strong>a: <strong>il</strong> fango sugli<br />

occhi che rimanda al gesto del Padre Creatore; l‟invito a lavarsi nella<br />

piscina dell‟Inviato segno e anticipo del battesimo che salva. La<br />

comunità dei credenti, e nella comunità <strong>il</strong> presbitero, accompagna <strong>il</strong><br />

cammino <strong>di</strong> coloro che, ancora ciechi spiritualmente, si aprono al<br />

dono della fede e desiderano incontrarsi con l‟Inviato, con <strong>il</strong> Signore<br />

11<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Gesù, <strong>per</strong>ché lavati nelle acque del Battesimo possano arrivare anche loro a <strong>di</strong>re “Credo<br />

Signore”. Questa è la grande responsab<strong>il</strong>ità dell‟intera comunità credente che è chiamata<br />

a “vedere” coloro che oggi non credono, a rivolgere uno sguardo ricolmo <strong>di</strong> amore verso<br />

ogni uomo lontano dalla fede in Cristo e compiere gesti concreti <strong>di</strong> accoglienza e<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> aiutare ogni <strong>per</strong>sona che vive lontano dalla fede a incominciare un<br />

<strong>per</strong>corso che le porti alla sco<strong>per</strong>ta della luce vera, alla fede in Cristo Signore. È questa allora<br />

la prima cosa che vogliamo chiedere <strong>per</strong> tutta la comunità della Brunella, che vogliamo<br />

domandare <strong>per</strong> tutta intera la Chiesa e in particolare <strong>per</strong> fr. Pierantonio <strong>per</strong>ché viva con<br />

questa passione missionaria <strong>il</strong> suo ministero sacerdotale a servizio dei fratelli.<br />

È interessante notare come <strong>il</strong> cieco nato, una volta guarito, rende continuamente<br />

testimonianza <strong>di</strong> Gesù parlando con coraggio <strong>di</strong> colui che lo ha guarito, non temendo<br />

anche contrarietà e prove, raccontando continuamente cosa è successo. Di fronte poi alle<br />

affermazioni dei Giudei che <strong>di</strong>mostrano una non accoglienza <strong>di</strong> Gesù basata su<br />

affermazioni <strong>di</strong>remmo quasi dogmatiche, lui contrappone <strong>di</strong> fatto la sua semplice e<br />

<strong>di</strong>sarmante es<strong>per</strong>ienza: prima era cieco ed ora ci vede. Gli altri hanno una idea <strong>di</strong> Dio lui<br />

vive una es<strong>per</strong>ienza. Il parlare del cieco poi non è fin dall‟inizio un <strong>di</strong>scorso articolato, chiaro<br />

e preciso su Gesù ma un semplice racconto <strong>di</strong> una es<strong>per</strong>ienza che procedendo nel<br />

racconto giunge alla piena conoscenza della verità e <strong>di</strong>venta matura professione <strong>di</strong> fede:<br />

“Credo Signore”. Mi piace pensare al compito primario <strong>di</strong> una comunità cristiana, e in<br />

particolare in essa al ruolo educativo del sacerdote, come un aiutare <strong>il</strong> battezzato a<br />

<strong>di</strong>ventare sempre più capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>re e testimoniare la propria fede nella consapevolezza<br />

che <strong>il</strong> credente più annuncia e testimonia <strong>il</strong> suo Signore più lo conosce ed entra nel mistero<br />

<strong>di</strong> colui che è “Via, Verità e Vita”. Non si tratta certo <strong>di</strong> far imparare alle <strong>per</strong>sone delle idee<br />

su Dio ma <strong>di</strong> far fare loro una es<strong>per</strong>ienza viva del Signore, la quale, se vera e profonda,<br />

<strong>di</strong>venta annuncio cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e. Ecco una seconda cosa che chie<strong>di</strong>amo con forza nella<br />

preghiera <strong>per</strong> questa comunità cristiana e <strong>per</strong> tutta la Chiesa; ecco cosa chie<strong>di</strong>amo <strong>per</strong> te<br />

frate Pierantonio. Chie<strong>di</strong>amo questa attenzione educativa <strong>per</strong> continuare a formare i<br />

credenti, come ci ricordano i nostri Vescovi, alla vita buona del Vangelo.<br />

Il testo evangelico traccia dunque l‟itinerario che ciascun credente è chiamato<br />

continuamente a <strong>per</strong>correre: dalla es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> guarigione e salvezza alla testimonianza<br />

<strong>per</strong> crescere nella fede che giunge alla adorazione. Tutto questo <strong>per</strong>corso lo riviviamo ogni<br />

volta che celebriamo l‟eucaristia, un continuo <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> fede che nell‟ascolto della Parola<br />

fa memoria della salvezza ricevuta, <strong>di</strong>venendo nuova proclamazione <strong>per</strong> aprirsi alla<br />

testimonianza e all‟annuncio ai fratelli. È questa l‟ultima cosa che chie<strong>di</strong>amo <strong>per</strong> la<br />

comunità cristiana della Brunella, <strong>per</strong> la Chiesa intera e <strong>per</strong> <strong>il</strong> sacerdote frate Pierantonio: la<br />

gioia profonda del vivere e del presiedere l‟Eucaristia come un eterno ricominciare un<br />

<strong>per</strong>corso <strong>di</strong> fede che porta a <strong>di</strong>re con la vita “Credo Signore”.<br />

Questo, carissimo Pierantonio, ti consegniamo; tu porta tutte queste richieste<br />

all‟altare del Signore e offr<strong>il</strong>e a Lui <strong>per</strong> te, <strong>per</strong> questa comunità, <strong>per</strong> la Chiesa intera e in<br />

particolare <strong>per</strong> tutti i frati della Provincia. Che <strong>il</strong> Signore custo<strong>di</strong>sca i tuoi passi nel generoso<br />

servizio <strong>di</strong> Dio e dei fratelli e doni sempre alla sua Chiesa santi sacerdoti.<br />

Fare memoria dei doni del Signore<br />

è <strong>il</strong> modo migliore <strong>per</strong> magnificarlo<br />

e <strong>per</strong> confessare <strong>il</strong> suo Nome e la sua santità<br />

12<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Testimonianze <strong>di</strong> vita Fraterna<br />

Festa dell’Annunciazione<br />

della “Madonna delle Grazie“<br />

in Monza<br />

Festa dell‟Annunciazione a Monza, significa una presenza <strong>di</strong><br />

popolo straor<strong>di</strong>naria <strong>per</strong> quantità e devozione. Quest‟anno la<br />

festività ha incluso un evento particolare: la presentazione <strong>di</strong> una<br />

“reli<strong>qui</strong>a-memoriale” dell‟Anello dello sposalizio <strong>di</strong> Maria e <strong>di</strong><br />

Giuseppe.<br />

Scrive Padre Anacleto Mosconi nell‟ o<strong>per</strong>a “I francescani e la<br />

Madonna delle Grazie a Monza” e<strong>di</strong>to a Brescia 1972, a pagina 42:<br />

“una reli<strong>qui</strong>a certamente singolare era “ l‟Anello dello Sposalizio <strong>di</strong><br />

Maria e <strong>di</strong> San Giuseppe”. Nel 1668 al p. Guar<strong>di</strong>ano delle Grazie, p.<br />

Innocenzo Oltolina <strong>di</strong> Monza, viene donato un anello <strong>di</strong> argento<br />

sim<strong>il</strong>e a quello <strong>di</strong> pietra, che ha sposato la B.Vergine Maria con San<br />

Giuseppe, allora conservato e venerato nella Cattedrale <strong>di</strong><br />

Perugia. Naturalmente con la soppressione napoleonica questo<br />

prezioso… andò <strong>per</strong>duto” (BG, I pag. 431-438 e BG, II, pag. 10).<br />

Dal 30 luglio 1488 è conservato nel Duomo <strong>di</strong> Perugia una<br />

reli<strong>qui</strong>a, venerata come l‟ anello con cui Giuseppe sposò Maria <strong>di</strong><br />

Nazaret. L‟ anello sebbene ritenuto <strong>di</strong> onice è più probab<strong>il</strong>mente <strong>di</strong><br />

calcedonio. Il colore verde della pietra allude alla vita e alla<br />

fert<strong>il</strong>ità. Il santo anello viene esposto ogni anno alla devozione dei<br />

fedeli, la terza domenica <strong>di</strong> gennaio e nei giorni 29 e 30 luglio<br />

presso la Cattedrale. Il santo anello è venerato da generazioni <strong>di</strong><br />

pellegrini che vi si rivolgono principalmente <strong>per</strong> la guarigione degli<br />

occhi.<br />

Padre Paolo Arnò, avendo trovato questa notizia riferita da<br />

Padre Anacleto, propose alla fraternità <strong>il</strong> ripristino della presenza <strong>di</strong><br />

tale reli<strong>qui</strong>a. Avutone <strong>il</strong> benestare si rivolse al rettore della<br />

Cattedrale <strong>di</strong> San Lorenzo in Perugia ottenendo misure, forme e<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>per</strong> poter riprodurre fedelmente <strong>il</strong> Santo Anello.<br />

La riproduzione dell‟anello in calcedonio con fascetta d‟oro<br />

giallo 18 ct. è o<strong>per</strong>a del laboratorio “Le pietre delle Meraviglie”<br />

Gemme Minerali e Pietre dure <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano.<br />

La lavorazione è stata effettuata rigorosamente a mano<br />

rispettando le <strong>di</strong>mensioni originali dell‟ oggetto ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong><br />

minerale <strong>di</strong> calcedonio proveniente dalla Siria <strong>per</strong> la caratteristica<br />

del mutamento del colore con <strong>il</strong> variare della luce.<br />

Hanno collaborato alla realizzazione:<br />

- Dott. Angeli Pietro (Le Pietre delle Meraviglie)<br />

- Trudu Pierpaolo (Le Pietre delle Meraviglie)<br />

- Girar<strong>di</strong> Serafino (Le Pietre delle Meraviglie)<br />

- Tromba Antonella (Le Pietre delle Meraviglie)<br />

- Aiana Matteo (Le Pietre delle Meraviglie)<br />

- Casabona Antonio (Artigiano Orafo)<br />

13<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


La realizzazione del Reli<strong>qui</strong>ario viene affidata a Frate Pierangelo<br />

Pagani che ne cura lo stu<strong>di</strong>o, <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno e la forma. L‟esecuzione in<br />

lamina d‟argento è affidata a Frate Agostino Colombi.<br />

In occasione della festa liturgica dell‟ Annunciazione Sua<br />

Ecce.za Rev.ma Mons. Luigi Stucchi Vescovo e Vicario Episcopale<br />

<strong>di</strong> Varese durante la santa Messa Solenne delle ore18 bene<strong>di</strong>ce la<br />

Reli<strong>qui</strong>a-memoriale apponendo la sua firma sulla <strong>per</strong>gamena così<br />

redatta:<br />

“Memoriale” dello Sposalizio <strong>di</strong> Maria e Giuseppe.<br />

Riproduzione fedele in calcedonio del Santo Anello conservato<br />

nella Cappella del Santo Anello<br />

della Cattedrale <strong>di</strong> San Lorenzo in Perugia.<br />

L’ anello è custo<strong>di</strong>to in reli<strong>qui</strong>ario d’argento<br />

a forma oblunga sagittale, ornato <strong>di</strong> simboli:<br />

la Stella <strong>di</strong> Davide con Br<strong>il</strong>lante,<br />

<strong>il</strong> bastone fiorito <strong>di</strong> Giuseppe,<br />

e do<strong>di</strong>ci cristalli, con riferimento<br />

alla “corona <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci stelle” <strong>di</strong> Maria.<br />

Monza, lunedì 26 marzo 2012<br />

Solennità Liturgica dell’ Annunciazione del Signore<br />

Sua Ecce.za Rev.ma Mons. Luigi Stucchi<br />

Vescovo e Vicario Episcopale <strong>di</strong> Varese<br />

Bene<strong>di</strong>ce <strong>il</strong> memoriale<br />

14<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Relazione<br />

<strong>di</strong> don<br />

Armando<br />

Matteo<br />

all’incontro<br />

Inter-<br />

Provinciale<br />

<strong>Frati</strong><br />

UnderTen<br />

1-3<br />

Dicembre<br />

2011<br />

Borgonovo<br />

(BO)<br />

TERZA<br />

PARTE<br />

Per una lettura<br />

del mondo giovan<strong>il</strong>e…<br />

Segue dalla Seconda Parte - Pubblicata sul N. 222 del Notiziario<br />

Sono emerse già molte cose, sia domande che piste <strong>di</strong> lavoro.<br />

Importante è lasciarsi provocare dalla relazione con <strong>il</strong> mondo dei giovani,<br />

senza mai <strong>di</strong>menticare che non è una questione come tutte le altre. Siamo<br />

abituati a incapsulare la pastorale della Chiesa in tante sezioni, in tanti<br />

ambiti, pensando che abbiano tutti lo stesso livello, ma in realtà non è<br />

sempre la stessa cosa.<br />

Nel libro “La terza chiesa”, Ph<strong>il</strong>ip Jenkins, un sociologo delle religioni che<br />

ama lavorare con le statistiche, descrive la situazione dell‟Europa nel 2050.<br />

L‟Italia cattolica è praticamente sparita. Egli si rende conto che <strong>il</strong> lavoro<br />

con i giovani da noi non funziona.<br />

Il <strong>di</strong>scorso del mondo dei giovani non è la stessa cosa della pastorale<br />

delle famiglie. Al mondo dei giovani è legato <strong>il</strong> ricambio generazionale<br />

delle parrocchie, dei movimenti, dei conventi, delle congregazioni, dei<br />

seminari. Vi è legato <strong>il</strong> <strong>di</strong>scorso della presenza del Cristianesimo dentro la<br />

società occidentale. Vi è legato anche tutto questo baccano che si fa<br />

sulla generazione dei Cristiani. Ieri Eugenia Roccella ha affermato che fa<br />

parte della nuova generazione! Ha 55 anni la signora! E farebbe parte della<br />

nuova generazione dei Cattolici impegnati nella politica!<br />

È importante avere la <strong>per</strong>cezione che non è la stessa cosa. Anche a<br />

livello teologico, c‟è la custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un certo Cristianesimo. Noi abbiamo<br />

guadagnato un certo modo <strong>di</strong> essere cristiani, anche attraverso tante<br />

sofferenze, e questo st<strong>il</strong>e nuovo è da consegnare a chi si affaccia <strong>per</strong> la<br />

prima volta al Cristianesimo. Penso alle cristianità in Africa che continuano<br />

ad aumentare, al ritmo del 30% all‟anno, o in In<strong>di</strong>a, o in altre parti, spesso<br />

anche tentate <strong>di</strong> inventare nuove forme <strong>di</strong> cristianità, <strong>di</strong> “<strong>per</strong>dere del<br />

tempo” rispetto ad alcune ac<strong>qui</strong>sizioni che noi abbiamo raggiunto. Il<br />

<strong>di</strong>scorso sul mondo giovan<strong>il</strong>e ha delle peculiarità, si <strong>di</strong>stingue da tanti altri<br />

ambiti.<br />

Nell‟accostarsi, bisogna assumere una giusta prospettiva. La nostra è una<br />

Chiesa vecchia, una Chiesa che ha duem<strong>il</strong>a anni, che ha vissuto tante<br />

es<strong>per</strong>ienze. Deve affrontare questo tempo a mio avviso con questo st<strong>il</strong>e.<br />

Deve interrogarsi su “che tempo che fa” tenendo conto della lunga<br />

tra<strong>di</strong>zione che ha alle spalle e che va rinnovata, va ripensata in riferimento<br />

al tempo che stiamo vivendo.<br />

Il primo segnale che ci viene proprio dal mondo dei giovani è che è un<br />

tempo <strong>di</strong> povertà. Siamo chiamati a vivere in un tempo <strong>di</strong> povertà, <strong>per</strong><br />

quanto riguarda la scarsità <strong>di</strong> vocazioni, la poca gente a Messa, la fatica<br />

generale nella catechesi, veniva ricordato anche ieri. Questo va<br />

accettato. Tentare <strong>di</strong> sfuggire con i gran<strong>di</strong> raduni non serve a molto, anche<br />

<strong>per</strong>ché così si vede ancor più <strong>il</strong> vuoto che c‟è nella vita or<strong>di</strong>naria delle<br />

parrocchie.<br />

15<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


L‟archetipo del potere inevitab<strong>il</strong>mente ci allontana dal mondo dei giovani, <strong>per</strong>ché <strong>il</strong> potere<br />

oggi è in mano a quella classe <strong>di</strong> adulti che tutto fa tranne che pensare veramente al futuro,<br />

alla s<strong>per</strong>anza.<br />

A mio avviso c‟è invece da immaginare piccole s<strong>per</strong>imentazioni guidate, effettive, reali, non<br />

gran<strong>di</strong> proclami. Proviamo a fare qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso in modo serio, tenendo conto <strong>di</strong> questa<br />

situazione <strong>di</strong> povertà. Nella vita religiosa questo si sta verificando più celermente che nelle<br />

Diocesi. C‟è una piccola Diocesi che ha 70 preti, ma nel giro <strong>di</strong> pochi anni la metà su<strong>per</strong>erà i 75<br />

anni, metà clero! C‟è qualcosa da cambiare, da s<strong>per</strong>imentare <strong>di</strong> nuovo. Solo nella misura in cui<br />

ci arren<strong>di</strong>amo a questa situazione, riconosciamo questo stato <strong>di</strong> povertà, possiamo avere la<br />

capacità <strong>di</strong> resistere rispetto alle vie <strong>di</strong> fuga.<br />

Anzi, proprio la via della povertà – e in questo c‟è secondo me un‟affinità con <strong>il</strong> mondo dei<br />

francescani – è via <strong>di</strong> ricchezza. Scopriamo che la più grande delle nostre ricchezze non sono le<br />

vocazioni, non sono le chiese, non sono i conventi, non sono i raduni, ma Gesù Cristo. La<br />

ricchezza della Chiesa, la vera forza della Chiesa non è <strong>il</strong> fatto che abbiamo 220 Diocesi,<br />

parrocchie… La ricchezza nostra è l‟umanissima umanità <strong>di</strong> Gesù, sulla quale Francesco si è<br />

fondato.<br />

Oggi la teologia sta molto puntando su questo: Gesù come uomo infinitamente contento <strong>di</strong><br />

esistere, attraversato da una riconc<strong>il</strong>iazione totale con l‟esistenza. La forza del Cristianesimo è<br />

proprio l‟atteggiamento <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> fiducia in un uomo che ha vissuto la sua vita in pienezza, e<br />

che ha saputo creare intorno a sé una capacità <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione <strong>per</strong> gli altri, <strong>per</strong> i più poveri. È<br />

questo che va risco<strong>per</strong>to. Non puntare gli occhi su ciò che lentamente stiamo <strong>per</strong>dendo, ma su<br />

ciò che è la nostra vera forza, che è la presenza <strong>di</strong> Gesù Cristo. Confessare la povertà significa in<br />

fondo riconoscere la verità della Chiesa, cioè che siamo semplicemente delle torce, ma che la<br />

fiamma non siamo noi. Nel f<strong>il</strong>m e nel libro “La strada” <strong>di</strong> Cormac McCarthy, nel futuro dove tutto<br />

“Confessare la povertà<br />

significa in fondo riconoscere la verità della Chiesa”<br />

sarà <strong>di</strong>strutto, un padre e un figlio devono scappare da una situazione <strong>di</strong> cannibalismo, e sono<br />

convinti che andando verso <strong>il</strong> mare potranno trovare, come <strong>di</strong> fatto succede, <strong>per</strong>sone che<br />

resistono a questo degrado umano. A un certo punto, lungo la strada, <strong>il</strong> figlio chiede al padre se<br />

si salveranno. Il padre risponde: «Sì, <strong>per</strong>ché noi portiamo <strong>il</strong> fuoco». È <strong>il</strong> fuoco che <strong>per</strong>mette che <strong>il</strong><br />

cibo da crudo <strong>di</strong>venti commestib<strong>il</strong>e. Il fuoco è <strong>il</strong> luogo attorno al quale ci si trova insieme <strong>per</strong><br />

<strong>di</strong>scutere, è <strong>il</strong> primo luogo del culto, ci allontana dalla paura <strong>per</strong>ché ci fa vedere <strong>di</strong> notte, ci<br />

protegge dagli animali.<br />

È importante accettare questo tempo <strong>di</strong> povertà <strong>per</strong> riscoprire che la nostra deve essere<br />

sempre più la Chiesa <strong>di</strong> Cristo. È un tempo <strong>di</strong> spoliazione che può aiutarci a riscoprire la forza<br />

magnetica <strong>di</strong> Gesù Cristo. Se la gente viene in Chiesa <strong>per</strong> un altro motivo che non sia Gesù<br />

Cristo, vuol <strong>di</strong>re che non stiamo facendo bene <strong>il</strong> nostro mestiere. Quin<strong>di</strong> non ci dobbiamo<br />

chiedere <strong>per</strong>ché la gente non viene in Chiesa, bensì se la nostra Chiesa sa <strong>di</strong> Gesù Cristo.<br />

Questo è ciò che <strong>il</strong> nostro tempo ci impone. Confessare la nostra povertà significa interrogarsi se<br />

c‟è Gesù Cristo, questo Gesù umano, “del presepe” <strong>di</strong>rei. Mi piace l‟immagine <strong>di</strong> Christoph<br />

Theobald, un gesuita tedesco ma che scrive in francese, e usa l‟immagine straor<strong>di</strong>naria della<br />

“santità ospitale”. Gesù è un uomo talmente riconc<strong>il</strong>iato con se stesso, santo, capace <strong>di</strong> vivere<br />

una <strong>per</strong>fetta omogeneità e integrazione tra ciò che pensa, che <strong>di</strong>ce, che vive, che attira come<br />

miele tutti intorno a sé e <strong>per</strong>mette agli altri <strong>di</strong> liberare la loro vita da ciò che li ostacola in una<br />

piena integrazione.<br />

Penso che questo sia <strong>il</strong> primo punto: ritornare a parlare <strong>di</strong> più <strong>di</strong> Gesù Cristo, essere una<br />

Chiesa che invita a questo. È vero, ci sono tanti problemi, tante situazioni <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i, e viene da<br />

chiedersi: se siamo poveri che cosa possiamo dare noi ai giovani?<br />

16<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


L‟incontro con Gesù Cristo, che è incontro con uno che ti aiuta a liberare vita e a liberare la<br />

tua vita! Come <strong>di</strong>ce s. Benedetto nella Regola: «Nulla anteporre all‟amore <strong>di</strong> Cristo». Penso che<br />

questa sia la prospettiva <strong>di</strong> fondo sulla quale lavorare.<br />

Il secondo aspetto è stato citato tante volte, cioè l‟estraneità. Viviamo un tempo <strong>di</strong><br />

estraneità che dobbiamo riconoscere. Estraneità dei linguaggi, dei segni. Dice Paul T<strong>il</strong>lich che i<br />

simboli cristiani hanno <strong>per</strong>so <strong>il</strong> potere <strong>di</strong> trafiggere <strong>il</strong> cuore. Karl Rahner <strong>di</strong>ce che i simboli cristiani<br />

<strong>di</strong> <strong>per</strong> sé dovrebbero essere come delle conchiglie che ricordano l‟eco dell‟oceano. Invece –<br />

<strong>di</strong>ce – oggi sono <strong>di</strong>ventati delle farfalle inf<strong>il</strong>zate nelle pagine dei vocabolari. Dobbiamo<br />

accettarla e confessarla questa estraneità che ci ferisce del mondo dei giovani, <strong>per</strong> non<br />

giocare sempre a fare autogol.<br />

Nella mia es<strong>per</strong>ienza con gli universitari c‟è un episo<strong>di</strong>o che mi piace sempre raccontare, <strong>di</strong><br />

un esame <strong>per</strong> l‟ammissione ai collegi universitari della Cattolica <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano dove si chiede -<br />

sempre la stessa domanda - quale frase Gesù non ha mai detto. Ci sono quattro risposte: “beati i<br />

ricchi”, “beati i poveri”, “beati i miti”, “beati i misericor<strong>di</strong>osi”. Puntualmente c‟è sempre qualcuno<br />

che <strong>di</strong>ce: Gesù non ha mai detto “beati i miti”. Una volta abbiamo chiesto a una ragazza se era<br />

convinta. Risponde che quest‟anno ha fatto <strong>il</strong> corso <strong>per</strong> la cresima e don Tonino, <strong>il</strong> parroco, ha<br />

detto che non ci si deve creare dei miti, <strong>per</strong>ché un mito è una bomba ad orologeria che ti ficchi<br />

nella testa e prima o poi scoppia, <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> Gesù non può aver detto che sono beati i miti!!!<br />

A pagina 48 del libro “Giovani e sacro”, che forse qualcuno conosce, <strong>di</strong> Mario Pollo, è<br />

riportata un‟intervista fatta a una ragazza <strong>di</strong> Roma, alla quale chiedono chi sia Gesù. Lei fissa<br />

l‟intervistatrice e risponde: «Un tipo sfigato. Il Capricorno è un brutto segno. Io ho una sorella che<br />

è Capricorno, e Gesù è nato a <strong>di</strong>cembre, no? Pure lui è Capricorno». O anche a voi sarà<br />

capitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: «Il Corpo <strong>di</strong> Cristo» e <strong>di</strong> sentirvi rispondere: «Grazie»! Prego, ritorni la prossima<br />

volta!<br />

“Dovremmo credere <strong>di</strong> più nella Bibbia”<br />

Accettare questo significa accettare che un certo modello <strong>di</strong> Cristianesimo eccessivamente<br />

sacramentalistico, gerarchico, sacrale, non regge più. Bisogna accettarlo. Due lacrime e poi<br />

rimettersi <strong>di</strong> nuovo al lavoro. La forza degli apostoli, <strong>il</strong> loro coraggio, dovrebbe davvero spingerci.<br />

Non è stato un cammino fac<strong>il</strong>e: la gestazione dei Vangeli dura settant‟anni, ma poi quando<br />

finiscono si hanno Vangeli meravigliosi. Nulla è detto a caso, ogni spazio, ogni vuoto come ogni<br />

parola è <strong>per</strong>fettamente integrato. Ma hanno impiegato anzitutto trent‟anni <strong>per</strong> decidere in<br />

quale lingua scrivere! Noi abbiamo una religione, <strong>il</strong> Cristianesimo, che è molto plastica, <strong>per</strong> cui è<br />

vero che la Chiesa è vecchia, ma <strong>il</strong> Cristianesimo è giovane, è giovanissimo. Dobbiamo ripartire<br />

con questa consapevolezza che noi della Bibbia non sappiamo nulla, che noi non siamo ancora<br />

entrati dentro la sua forza meravigliosa. Per questo è un libro che noi baciamo!<br />

Voi venite dalla scuola <strong>di</strong> Francesco e del sine glossa. Dovremmo credere <strong>di</strong> più nella Bibbia,<br />

e accettare che <strong>il</strong> nostro Cristianesimo attualmente non crede nella Bibbia. Ma non <strong>per</strong> colpa <strong>di</strong><br />

nessuno, c‟è tutta una storia, siamo una Chiesa vecchia, abbiamo avuto una guerra con Lutero,<br />

abbiamo attraversato tutta la fatica del Vaticano II, e come sapete la prima Bibbia dei padri<br />

domenicani francesi non fu accettata, fu tenuta nascosta. È una storia che abbiamo, che ci<br />

appartiene, ma questo fa sì che noi la Bibbia non la conosciamo ancora, siamo all‟inizio della<br />

comprensione del Nuovo Testamento, che è <strong>per</strong> noi un libro ancora sconosciuto. Non solo <strong>per</strong> gli<br />

altri, ma anche <strong>per</strong> noi preti, <strong>per</strong> noi “del mestiere”! È qualcosa <strong>di</strong> nuovo, <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>to, che in<br />

qualche misura va preso molto più sul serio.<br />

Da una parte ci dobbiamo arrendere a questa estraneità, cioè resistere alla tentazione <strong>di</strong><br />

continuare a pre<strong>di</strong>care un Cristianesimo moraleggiante, fatto <strong>di</strong> precetti, <strong>di</strong> dottrine che non<br />

serve più a nessuno, <strong>per</strong>ché se non si sa più cosa sono i miti, figuriamoci!<br />

17<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


In Italia l‟82% degli uomini e delle donne è convinto<br />

che si possano avere rapporti sessuali prima del<br />

matrimonio. Che cosa lo ripetiamo a fare, io mi<br />

domando? Anzi, ricordate che ogni volta che ripetete<br />

un precetto morale, <strong>di</strong>chiarate imme<strong>di</strong>atamente che<br />

quello non è seguito. È un autogol! Dichiarare la vali<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong> un precetto morale significa <strong>di</strong>chiarare che esso non è<br />

eseguito. È chiarissimo! Se sento la necessità <strong>di</strong> doverlo<br />

<strong>di</strong>chiarare, confesso in<strong>di</strong>rettamente che quel precetto<br />

non è eseguito. Dobbiamo accettarlo <strong>per</strong>ché la morale,<br />

la dottrina sociale, la bioetica, sono un po‟ estranee. Se<br />

no rischiamo che con tutto questo apparato <strong>il</strong> cuore<br />

incandescente del Cristianesimo rimanga da parte.<br />

Io sono rimasto un po‟ scandalizzato che ai giovani<br />

a Madrid abbiano dato un catechismo. Bisognava dare<br />

loro <strong>il</strong> Vangelo! Il Vangelo <strong>di</strong> Luca. Noi non abbiamo<br />

quasi <strong>per</strong> nulla un‟idea della <strong>di</strong>fferenziazione dei<br />

Vangeli, e li leggiamo sempre come se fossero<br />

interscambiab<strong>il</strong>i, ma non lo sono! Ognuno ha una<br />

specificità straor<strong>di</strong>naria! Luca aggiusta Marco, e a volte<br />

lo fa tenendo conto <strong>di</strong> quello che ha fatto Matteo e<br />

vuole fare <strong>di</strong>versamente; Matteo aggiusta Marco, e<br />

Giovanni poi aggiusta tutti quanti! L‟episo<strong>di</strong>o più<br />

drammatico della vita <strong>di</strong> Gesù, quello che decide la<br />

“Il carattere popolare va risco<strong>per</strong>to proprio dalla Bibbia”<br />

morte <strong>di</strong> Gesù, cioè l‟affermazione del fatto che lui <strong>di</strong>struggerà <strong>il</strong> Tempio, si trova in Mt al cap.<br />

23, in Gv al cap. 2. Perché questi cambiamenti? È imprescin<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e avere una fam<strong>il</strong>iarità con la<br />

Sacra Scrittura, e avere <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> mettere più Bibbia dentro <strong>il</strong> corso feriale della vita delle<br />

parrocchie. Non corsi biblici, che non hanno funzionato, dobbiamo riconoscerlo, <strong>per</strong>ché questi<br />

corsi danno come metamessaggio che se non conosci cinque lingue morte e due o tre nuove<br />

non puoi accostarti alla Bibbia. I corsi biblici non sono stati una grande soluzione, <strong>per</strong>ché arriva<br />

un professorino, parla aramaico… invece basterebbe semplicemente la lettura canonica <strong>di</strong> un<br />

testo, la lettura complessiva, scoprire <strong>per</strong>ché una <strong>per</strong>icope è messa in un certo posto, in un certo<br />

modo… Tra l‟altro, <strong>per</strong>ché siamo pagati se non conosciamo gli strumenti del mestiere?<br />

Ogni settimana un ragazzino sente 490 minuti <strong>di</strong> pubblicità. Contro questi 490 minuti che<br />

cosa proponiamo noi come ascolto della Parola <strong>di</strong> Dio? 10 minuti a Messa, 10 – 15 minuti <strong>di</strong><br />

omelia a seconda del prete. Durante la settimana non c‟è niente. Qui ci vuole davvero secondo<br />

me più una “Chiesa della Bibbia”, <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> spostare alcune Messe pomeri<strong>di</strong>ane al mattino e<br />

fare delle lectio. Anche <strong>qui</strong> dobbiamo stare attenti ai metamessaggi: se faccio sempre la Messa<br />

e ci aggiungo la lectio non è la stessa cosa, <strong>per</strong>ché veicolo l‟idea che la cosa più importante è<br />

la Messa, alla quale in Avvento ci metto pure la lectio. Sono metamessaggi <strong>per</strong>icolosissimi,<br />

significa che non ci cre<strong>di</strong>amo neanche noi nella Bibbia e vuol <strong>di</strong>re soprattutto che non riusciamo<br />

ad essere onesti con i giovani. Se noi proponiamo la Messa, che noi stessi <strong>di</strong>ciamo “Fons et<br />

culmen”, e <strong>per</strong>ò sappiamo che tu sei estraneo, stiamo giocando su tavoli sbagliati, e questo non<br />

ci aiuta.<br />

Nel libro “Bianca come <strong>il</strong> latte, rossa come <strong>il</strong> sangue” <strong>di</strong> Alessandro D‟Avenia, a pag. 26, c‟è<br />

<strong>il</strong> protagonista che va in chiesa e <strong>di</strong>ce: «Mi metto negli ultimi posti <strong>per</strong>ché non so mai quando si<br />

sta in pie<strong>di</strong> e quando si sta seduti». Ed è così! Allora, hanno ragione i Protestanti quando <strong>di</strong>cono<br />

18<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


che abbiamo una venerazione <strong>per</strong> la Bibbia talmente grande che neanche la sfogliamo <strong>per</strong><br />

evitare che si sgualciscano le pagine! Il carattere popolare va risco<strong>per</strong>to proprio dalla Bibbia, e<br />

non lo devo certo <strong>di</strong>re a voi francescani! Tutti ricordano la gioia con cui Francesco pronunciava<br />

la parola “Gesù” e le sue parole!<br />

Io penso che su questo ci sia molto cammino da fare. Anche i Sacramenti, nella maggior<br />

parte dei casi, sono dei veri e propri autogol. Ti ren<strong>di</strong> conto a naso che certe cose non<br />

funzionano. Certo, non significa abolire, ma certi piccoli cambiamenti, aggiustamenti,<br />

bisognerebbe avere <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> farli.<br />

Non <strong>di</strong>co come a Bose, che hanno tolto la Messa feriale tenendola solo <strong>il</strong> giovedì, e tutti gli<br />

altri giorni c‟è la lectio <strong>di</strong>vina. Però nemmeno non provare nulla! A Camaldoli <strong>il</strong> mercoledì non<br />

celebrano la Messa e appunto fanno un momento <strong>di</strong> lectio, così come <strong>il</strong> sabato. Bisogna trovare<br />

<strong>il</strong> modo <strong>di</strong> dare l‟idea che quello è <strong>il</strong> cuore vero del Cristianesimo.<br />

Dobbiamo credere <strong>di</strong> più nella Bibbia e averne confidenza, sapendo che la Bibbia <strong>il</strong>lumina<br />

ogni situazione umana. Io altrimenti non mi spiego <strong>per</strong>ché noi baciamo la Bibbia. Non c‟è<br />

vicenda umana che non possa essere <strong>il</strong>luminata dal dettato biblico. Dobbiamo recu<strong>per</strong>are <strong>di</strong><br />

più questa fede nella Bibbia, credere <strong>di</strong> più nella Bibbia <strong>per</strong>ché altri possano credere attraverso<br />

la Bibbia. Su questo c‟è secondo me molto cammino da fare.<br />

Ad esempio riguardo al linguaggio, è giusto quello che usiamo? Quale linguaggio <strong>per</strong><br />

giungere alla gente? Cosa dobbiamo <strong>di</strong>re? Entriamo nella Bibbia, e nella misura in cui noi siamo<br />

fam<strong>il</strong>iari con la Bibbia ve<strong>di</strong>amo la capacità <strong>di</strong> <strong>il</strong>luminare ogni dettato umano. Nella Bibbia c‟è<br />

tutto: i profeti, Daniele, Salomone, i primi capitoli della Genesi, la storia del popolo <strong>di</strong> Israele; c‟è<br />

l‟amore, c‟è <strong>il</strong> sesso nella Bibbia, c‟è la violenza, <strong>per</strong>ché riflette la vita umana e <strong>per</strong>ché <strong>per</strong>mette<br />

alla vita umana <strong>di</strong> riflettere su se stessa. Ma bisogna che noi stessi ci cre<strong>di</strong>amo un pochino <strong>di</strong> più,<br />

è questo <strong>il</strong> nostro linguaggio, <strong>il</strong> linguaggio vero da usare.<br />

“Proviamo a offrire quella che è la vera forza nostra,<br />

che è la preghiera”<br />

Poi è necessario riconoscere che viviamo un tempo <strong>di</strong> precarietà. Su questo facciamo molta<br />

fatica noi. C‟è una grande precarietà dentro <strong>il</strong> tempo in cui viviamo, e questa tocca anche noi<br />

come Chiesa. Riguardo a tante cose nuove, Internet ad esempio, sicuramente non dobbiamo<br />

scomunicare né male<strong>di</strong>re nulla, ma bene<strong>di</strong>re. Poi, certo, sulla precarietà si può <strong>di</strong>r molto, ma<br />

dobbiamo avvertire questo atteggiamento <strong>di</strong> precarietà, dobbiamo avvertirlo come la nota<br />

caratteristica <strong>di</strong> questo tempo, dobbiamo averne <strong>per</strong>cezione. Lo vedete benissimo<br />

nell‟es<strong>per</strong>ienza comune: se non vedete una <strong>per</strong>sona da un paio <strong>di</strong> anni, non potete chiederle<br />

come stanno i figli. Può essere successo <strong>di</strong> tutto: che hanno <strong>di</strong>vorziato, che hanno cambiato<br />

sesso, religione, che sono andati a vivere chissà dove… La vita è molto precaria. Penso sia<br />

capitato anche a voi <strong>di</strong> incontrare gente che parla con <strong>il</strong> cane, ma non “bau bau”, no! «Saluta<br />

don Armando! È un prete bravo, ha scritto tanti libri», e <strong>il</strong> cane mi guarda così…!<br />

Secondo un‟indagine fatta da Autoscout, la gente parla con le macchine! Il 60% delle<br />

donne incoraggia la propria macchina; <strong>il</strong> 40% degli uomini bestemmia la propria macchina!<br />

Questo è <strong>il</strong> mondo nel quale ci troviamo! C‟è questo senso <strong>di</strong> precarietà che ci avvolge. E,<br />

vedete, <strong>per</strong> la precarietà la morale non serve a niente. Noi come Chiesa immaginiamo che la<br />

morale risolva tutti i problemi. Per nulla! La morale oggi è davvero sotto scacco. Anche i me<strong>di</strong>ci,<br />

ad esempio, sono sotto scacco: nel momento in cui ci sono queste Commissioni nazionali <strong>di</strong><br />

bioetica e si vanno ad analizzare ad esempio gli effetti collaterali <strong>di</strong> alcuni me<strong>di</strong>cinali, quando si<br />

mettono d‟accordo nel decifrare i limiti <strong>di</strong> un certo me<strong>di</strong>cinale, imme<strong>di</strong>atamente i produttori<br />

hanno la versione successiva del farmaco che ha già eliminato quegli effetti indesiderati.<br />

19<br />

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C‟è un libro interessantissimo, “Storia e destino” <strong>di</strong> Aldo Schiavone, in cui lui afferma proprio<br />

che nella Chiesa si parla <strong>di</strong> valori non negoziab<strong>il</strong>i, <strong>di</strong> morale, ma non serve a niente, <strong>per</strong>ché<br />

viviamo in una situazione così fluttuante che vanifica tali riflessioni.<br />

Allora, in tutta questa situazione, quale è la forza del Cristianesimo? Che dai un riferimento<br />

morale?<br />

Io ho incontrato situazioni incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i, <strong>di</strong> gente che si sente in colpa <strong>per</strong>ché tra<strong>di</strong>sce l‟amante,<br />

non la moglie! Con quale morale uno gli va a <strong>di</strong>re qualcosa? A partire da dove? Allora, o<br />

scomunichiamo tutti o proviamo a offrire quella che è la vera forza nostra, che è la preghiera.<br />

Noi siamo soprattutto <strong>per</strong>sone es<strong>per</strong>te <strong>di</strong> preghiera.<br />

Oggi la gente ha un <strong>di</strong>s<strong>per</strong>ato bisogno <strong>di</strong> pregare. La corsa, la velocità, la frag<strong>il</strong>ità, la<br />

precarietà, trovano proprio nella preghiera una forma <strong>di</strong> incastonatura. Tra l‟altro, precario e<br />

preghiera hanno la stessa etimologia. È la stessa parola. Uno può essere precario, può vivere la<br />

frag<strong>il</strong>ità, la mob<strong>il</strong>ità, <strong>per</strong>ché c‟è qualcuno che ha ascoltato la sua preghiera. Precario significa<br />

fare qualcosa <strong>per</strong>ché qualcuno ha ascoltato la mia preghiera.<br />

C‟è un bisogno enorme <strong>di</strong> preghiera oggi, <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> fermarsi, <strong>di</strong> sostare, si stare. Che<br />

tipo <strong>di</strong> preghiera offriamo noi oggi? Veglie, adorazioni, punto-preghiera molto semplici,<br />

elementari, quello che fanno molte comunità monastiche, come Taizé, Camaldoli, Bose…<br />

Tutto questo ormai è sparito, non inventiamo una preghiera popolare ormai dal 1200. Su<br />

questo c‟è molto lavoro da fare, anzi, è proprio tipico del prete questo aspetto.<br />

Chi è <strong>il</strong> prete? È quello che ha una straor<strong>di</strong>naria competenza mistagogica. Purtroppo<br />

abbiamo ridotto <strong>il</strong> prete a quello che ha le chiavi della parrocchia e apre tutte le porte, e basta.<br />

Invece <strong>il</strong> prete - ci arriverò poi dopo, <strong>di</strong>cendo che già <strong>di</strong> <strong>per</strong> sé la parola significa “vecchio”,<br />

“anziano”, “adulto” - <strong>di</strong> <strong>per</strong> sé è uno che ha competenza maieutica, mistagogica, uno che sa<br />

che <strong>per</strong> arrivare al tempio ci sono m<strong>il</strong>le possib<strong>il</strong>ità, m<strong>il</strong>le porte. Questa è una cosa che dobbiamo<br />

“Precario significa fare qualcosa<br />

<strong>per</strong>ché qualcuno ha ascoltato la mia preghiera”<br />

riscoprire, ossia <strong>per</strong>mettere al prete <strong>di</strong> essere ciò che deve essere, cioè maieuta, mistagogo,<br />

sapiente, profeta.<br />

Per fare questo dobbiamo anche <strong>di</strong>smettere alcune cose. La gente ha bisogno davvero <strong>di</strong><br />

pregare. Allora mi domando se l‟aumento delle Messe la domenica aiuta a pregare. Se la<br />

quantità aiuta a pregare. Anche durante la settimana, solo la Messa può aiutare a pregare?<br />

Pensiamo a come offrire occasioni alla gente <strong>per</strong> riconc<strong>il</strong>iarsi con la vita.<br />

Una delle domande che io faccio sempre quando parlo al clero è: se in un decanato, in<br />

una foranìa, in una vicarìa, la domenica non resta neppure un prete libero, noi non vogliamo<br />

bene ai giovani. Se non c‟è neppure uno <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e all‟ascolto la domenica, <strong>per</strong>ché siamo tutti<br />

impegnati avanti e in<strong>di</strong>etro a correre <strong>per</strong> le Messe, e non c‟è un minimo anche <strong>di</strong> ospitalità, <strong>di</strong><br />

possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> confessarsi, <strong>di</strong> incontrare qualcuno che ti ascolta, allora la cosa non ci interessa.<br />

Continuiamo ad andare avanti e in<strong>di</strong>etro a <strong>di</strong>re Messe così come si è sempre fatto, o abbiamo <strong>il</strong><br />

coraggio <strong>di</strong> liberare qualcuno almeno la domenica? La domenica ci deve essere un prete<br />

libero, o un frate libero che ascolti e che sia fac<strong>il</strong>mente rintracciab<strong>il</strong>e, visib<strong>il</strong>e, ci vuole questo<br />

secondo me, <strong>per</strong>ché c‟è una ricerca, o quanto meno dobbiamo creare l‟occasione <strong>per</strong>ché<br />

questa ricerca avvenga. Nel Vangelo <strong>di</strong> Marco Gesù è sempre sulla strada, incontra le <strong>per</strong>sone<br />

sulla strada. Anzi, l‟unico caso in cui Gesù non è sulla strada è <strong>il</strong> caso della Cananea. Gesù è<br />

molto stanco, si ritira nella regione <strong>di</strong> Tiro e Sidone e arriva questa donna, - e lì gli apostoli fanno<br />

una figuraccia <strong>per</strong>ché in do<strong>di</strong>ci non riescono a fermare questa donna -, ed era imbarazzante<br />

una donna con tre<strong>di</strong>ci uomini! Imbarazzante a tal punto che Matteo ritraduce la scena e porta<br />

Gesù sulla strada, scrivendo più tar<strong>di</strong>vamente. Normalmente <strong>il</strong> Gesù <strong>di</strong> Marco è sempre in mezzo<br />

alla strada, e <strong>per</strong> questo <strong>il</strong> giovane lo può incontrare, in Marco 10. È visib<strong>il</strong>e. Ma se noi siamo<br />

invisib<strong>il</strong>i, siamo irraggiungib<strong>il</strong>i, <strong>per</strong>ché dobbiamo celebrare le Messe, quel mondo ci sfugge.<br />

20<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Un altro elemento: noi oggi siamo in parte<br />

inattuali, e dobbiamo riconoscerlo, nell‟essere<br />

convinti che <strong>il</strong> para<strong>di</strong>so non sia la giovinezza.<br />

Cre<strong>di</strong>amo che <strong>il</strong> Para<strong>di</strong>so esiste sul serio! Questa è<br />

una grande inattualità che ci contrad<strong>di</strong>stingue, e<br />

della quale dobbiamo anche essere più<br />

coscientemente portatori. Questo è <strong>il</strong> senso anche<br />

dell‟abito che portiamo. Noi cre<strong>di</strong>amo che <strong>il</strong> Para<strong>di</strong>so<br />

esista, in una società dove ormai <strong>il</strong> Para<strong>di</strong>so, come<br />

<strong>di</strong>cevamo ieri, è solo proprietà della Lavazza. Noi<br />

cre<strong>di</strong>amo che la vita abbia delle tappe, che<br />

l‟adultità abbia un suo significato molto preciso. È<br />

molto importante questa parola chiave.<br />

C‟è una inattualità del Cristianesimo che è<br />

molto feconda, soprattutto <strong>per</strong> <strong>il</strong> mondo degli adulti.<br />

Lavorare con gli adulti significa avere <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong><br />

aprire la questione della destinazione della vita,<br />

dell‟amare la propria età, dell‟amare la vita<br />

nonostante <strong>il</strong> trascorrere del tempo. È essenziale<br />

<strong>per</strong>mettere agli adulti <strong>di</strong> riaprire la loro partita con <strong>il</strong><br />

Para<strong>di</strong>so, con Dio, con la morte; riaprire questa<br />

questione <strong>per</strong>ché è da lì che passa anche una<br />

risistemazione del flusso tra le generazioni. Nella<br />

“Ma la debolezza non ci deve spaventare. In fondo <strong>il</strong> messaggio bello<br />

del Cristianesimo è proprio che Dio ha un debole <strong>per</strong> te”<br />

misura in cui gli adulti amano la loro esistenza possono <strong>di</strong>ventare <strong>per</strong> i giovani meta possib<strong>il</strong>e.<br />

Vedete, <strong>il</strong> cammino tra le generazioni è stato descritto già da Freud, e poi Lacan lo ha ripreso.<br />

Noi abbiamo una sanissima teoria, <strong>il</strong> problema sono le pratiche, <strong>il</strong> riporto <strong>di</strong> questa teoria.<br />

Crescere significa trasmettere da parte degli adulti ai giovani un messaggio molto semplice: “Tu<br />

sarai dove io sono”. È questo <strong>il</strong> rapporto tra le generazioni. Ovviamente se io sono triste è chiaro<br />

che <strong>di</strong>vento una non meta, <strong>di</strong>vento una contro-meta. Da <strong>qui</strong> viene <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> allontanarsi, <strong>di</strong><br />

cercare <strong>di</strong>vertimento, <strong>per</strong>ché i luoghi normali sono abitati da adulti tristissimi, patetici, non<br />

riconc<strong>il</strong>iati con loro stessi. Allora ecco <strong>il</strong> senso della frag<strong>il</strong>ità, <strong>per</strong>ché uno ha bisogno invece<br />

proprio <strong>di</strong> adulti che testimonino la vivib<strong>il</strong>ità della vita, la sua amab<strong>il</strong>ità. La vita è amab<strong>il</strong>e anche<br />

se cadono i capelli, se <strong>il</strong> corpo non è più fiorente, e questo io adulto lo posso testimoniare se vivo<br />

l‟esistenza del limite, della finitezza, riconc<strong>il</strong>iato (e <strong>per</strong> essere riconc<strong>il</strong>iati abbiamo bisogno del<br />

Para<strong>di</strong>so, <strong>di</strong> questa luce forte, <strong>di</strong> poter guardare alla morte senza inorri<strong>di</strong>re).<br />

Non si su<strong>per</strong>a fac<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> <strong>di</strong>scorso della relazione educativa, e noi dobbiamo sa<strong>per</strong>e che la<br />

nostra è con<strong>di</strong>zione profetica, <strong>per</strong>ché dobbiamo ricordare alla gente che questo mondo non è<br />

<strong>il</strong> Para<strong>di</strong>so. Anche noi siamo capaci <strong>di</strong> fare delle scelte gran<strong>di</strong>, coraggiose, <strong>per</strong>ché sappiamo<br />

che non è questa la nostra destinazione finale. Bisogna recu<strong>per</strong>are <strong>il</strong> senso vero della<br />

parrocchia, dello stare accanto, avendo la capacità <strong>di</strong> non fissarsi sulle scelte che abbiamo<br />

fatto finora.<br />

L‟ultimo passaggio, l‟ultima prospettiva, è quella <strong>di</strong> accettare la debolezza. Siamo vecchi,<br />

siamo <strong>qui</strong> da tanto tempo, abbiamo abitato, abbiamo vissuto stagioni bellissime del<br />

Cristianesimo, con un numero grande <strong>di</strong> preti, <strong>di</strong> frati. Ora è un momento <strong>di</strong> debolezza che va<br />

riconosciuto e confessato, va accettato <strong>per</strong> quello che è, senza cercare delle scorciatoie. Vedo<br />

che ci sono molti tentativi <strong>di</strong> trovare scorciatoie, anche a livello ecclesiale.<br />

21<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Per esempio, la forza de Movimenti è dovuta al fatto che sono stati una grande scorciatoia<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong> Vaticano <strong>per</strong> riac<strong>qui</strong>stare potere, poiché governare le parrocchie è molto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e. I<br />

Movimenti avevano bisogno <strong>di</strong> sottrarsi all‟autorità <strong>di</strong>ocesana, <strong>per</strong> organizzare le cose come<br />

volevano, e d‟altro canto <strong>il</strong> Vaticano aveva bisogno <strong>di</strong> avere questi strumenti <strong>di</strong> presenza. Le<br />

due istanze si sono incrociate, <strong>per</strong> cui i Movimenti sembrano molto forti <strong>per</strong>ché sono celebrati <strong>di</strong><br />

continuo, ma è un assegno in bianco che stiamo anche pagando moltissimo, <strong>per</strong>ché se voi<br />

ricordate, guardando un po‟ la storia, i Movimenti sono nati <strong>per</strong> creare esattamente quella<br />

nuova generazione <strong>di</strong> cattolici che non usciva più dall‟Azione Cattolica e dalle parrocchie, e<br />

dopo trent‟anni siamo peggio <strong>di</strong> come eravamo messi prima.<br />

Non si è accettata la debolezza, che si era già segnalata con i referendum su aborto e<br />

<strong>di</strong>vorzio. Ma la debolezza non ci deve spaventare. In fondo <strong>il</strong> messaggio bello del Cristianesimo<br />

è proprio che Dio ha un debole <strong>per</strong> te. Questa è la cosa interessantissima del Cristianesimo. A<br />

partire da questa certezza, da questa bene<strong>di</strong>zione che c‟è sulla tua vita tu puoi affrontare<br />

tran<strong>qui</strong>llamente l‟esistenza, puoi essere coraggioso, come è stato Massim<strong>il</strong>iano Kolbe, puoi<br />

essere capace <strong>di</strong> affrontare ciò che succede.<br />

Ed è <strong>per</strong> questo che facciamo liturgia. Il senso della liturgia è celebrare un Dio che ha un<br />

debole <strong>per</strong> me a tal punto che accetta la Croce. Dio ci ama così tanto e rimane fedele<br />

all‟avere un debole <strong>per</strong> l‟uomo anche rispetto a coloro che mettono i chio<strong>di</strong> nella carne del<br />

Figlio, anche rispetto a coloro che pongono una corona <strong>di</strong> spine sul capo del Figlio, anche<br />

rispetto a coloro che con una lancia ne squarciano e ne trafiggono <strong>il</strong> petto. Dio è talmente<br />

fedele a questo sentire un debole <strong>per</strong> l‟uomo che non cambia neppure quando l‟uomo <strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

no. Il no dell‟uomo non sposta <strong>di</strong> un m<strong>il</strong>limetro <strong>il</strong> sì che Dio ha detto a ciascuno.<br />

La nostra liturgia dovrebbe esprimere questo, come una festa. Facciamo festa a un Dio che<br />

ha un debole <strong>per</strong> noi. C‟è molto da riflettere sul valore della festa. La festa è la grammatica<br />

elementare della liturgia. E non vi sfugga quel passo dell‟A.T. dove Mosè dà inizio a tutta questa<br />

grande storia, dà un nuovo inizio: <strong>il</strong> momento in cui Mosè va dal Faraone e gli <strong>di</strong>ce che Dio che<br />

chiesto tre giorni <strong>di</strong> festa con <strong>il</strong> popolo. Il Faraone non li concede, <strong>per</strong>ché sa <strong>il</strong> valore politico,<br />

umano della festa. Un uomo capace <strong>di</strong> fare festa: <strong>qui</strong> io vedo un motivo <strong>per</strong> cui<br />

nell‟immaginario dei giovani i francescani colpiscono. Un uomo capace <strong>di</strong> fare festa è un uomo<br />

riconc<strong>il</strong>iato con la vita, un uomo che non ha bisogno <strong>di</strong> tacchi, <strong>di</strong> trapiantarsi i capelli, <strong>di</strong> p<strong>il</strong>lole<br />

<strong>per</strong> essere felice. Un uomo capace <strong>di</strong> accettare quella gioia elementare <strong>di</strong> cui Francesco è <strong>il</strong><br />

patrono, gioia elementare <strong>di</strong> esistere, <strong>di</strong> partecipare al flusso dell‟essere, questo è <strong>il</strong> valore<br />

fondamentale della festa. Un uomo capace <strong>di</strong> libertà. Sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>namismi elementari presenti<br />

nella nostra vita. Per questo la liturgia, la festa è importante. Festa come luogo politico <strong>di</strong><br />

liberazione degli uomini da tutti questi falsi miti e idoli che si sono fatti.<br />

Questo ci impegna a riappropriarci con maggiore serietà e amore <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>spositivo<br />

straor<strong>di</strong>nario che è la liturgia, che va trattato anche con molta delicatezza, con molta finezza <strong>di</strong><br />

spirito. Chi anima la liturgia non può arrivare all‟ultimo minuto. Nella richiesta forte del<br />

<strong>di</strong>vertimento da parte dei giovani c‟è proprio la richiesta <strong>di</strong> una Chiesa della festa. Almeno voi<br />

<strong>per</strong>metteteci <strong>di</strong> riconc<strong>il</strong>iarci con la verità della vita. Così, non <strong>per</strong> piaggeria, è quel “pace e<br />

bene” che si cerca. Grazie.<br />

Un immenso grazie a sr. Maria Chiara (Monastero <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano) che con <strong>il</strong> suo paziente<br />

lavoro <strong>di</strong> sbobinatura ci <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> accedere a queste interessanti riflessioni sul mondo<br />

giovan<strong>il</strong>e e sul problema dell‟adultità.<br />

Il testo non è stato rivisto dal relatore e nella sua stesura conserva i tratti caratteristici del<br />

<strong>di</strong>scorso parlato.<br />

Quanti desiderano contribuire alla riflessione possono inviare risonanze, commenti,<br />

proposte… che verranno pubblicate sui prossimi numeri del Notiziario.<br />

22<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


a cura <strong>di</strong><br />

fr. Fiorenzo Reati<br />

Un libro<br />

sul martirio<br />

dei preti<br />

cattolici russi<br />

“MARTIRI<br />

CATTOLICI<br />

del sec. XX<br />

in URSS”<br />

Dicembre<br />

2011<br />

Brescia<br />

DIALOGO ECUMENICO<br />

“Caro padre Fiorenzo:<br />

ci hanno spento <strong>il</strong> grido in gola<br />

con un colpo <strong>di</strong> pistola alla nuca.<br />

Ti prego:<br />

racconta <strong>di</strong> Noi.<br />

Se tacerai, tu ci ucci<strong>di</strong> una seconda volta”<br />

PAROLE DI P. GIORGIJ FRIEDMANN, DETTE A ME IL 17.01.1999 IN RUSSIA<br />

Non è una storia delle <strong>per</strong>secuzioni subite dai cattolici in URSS: non<br />

abbiamo ancora accesso a tutti i documenti, sempre che siano stati<br />

conservati negli archivi del SFB, erede dell‟ OGPU, della Čeka, del NKVD,<br />

del KGB: tutte sigle in<strong>di</strong>canti i vari apparati repressivi in Unione Sovietica.<br />

Questa storia appartiene al futuro, alle future generazioni.<br />

Ci limitiamo a dare delle biografie brevi <strong>per</strong> i martiri già prossimi alla<br />

beatificazione e vite brevissime <strong>per</strong> i futuri beati, stese sulla base dei pochi e<br />

scarni documenti <strong>di</strong> archivio: sia quelli riguardanti gli arresti, i processi e le<br />

condanne, re<strong>per</strong>iti negli uffici delle varie polizie segrete, sia i dati relativi agli<br />

stu<strong>di</strong> teologici e ai luoghi del loro servizio pastorale re<strong>per</strong>iti nelle rispettive<br />

curie <strong>di</strong>ocesane. Sappiamo relativamente molto delle comunità <strong>di</strong> rito<br />

bizantino e latino, attive nei centri principali <strong>di</strong> Mosca e Pietroburgo; molto<br />

meno delle <strong>per</strong>secuzioni contro i cattolici della Repubblica autonoma dei<br />

Tedeschi dell‟ Oltre-Volga; ancora poco dei cattolici confluiti da tutta<br />

l‟Unione Sovietica nel lager delle Solovki e negli altri lager della Siberia e <strong>di</strong><br />

quelli condannati alla morte civ<strong>il</strong>e nelle lontane terre <strong>di</strong> es<strong>il</strong>io e <strong>di</strong> confino.<br />

Che cosa accadde ai cattolici in Unione Sovietica dopo la rivoluzione,<br />

come vissero la loro vita quoti<strong>di</strong>ana in quegli anni, quale la sorte <strong>di</strong> migliaia,<br />

<strong>di</strong> m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> credenti, se compren<strong>di</strong>amo nel numero gli ortodossi? A queste<br />

domande abbiamo oggi risposte molto parziali. Gli «Atti dei martiri» dei<br />

martiri cattolici russi sono ancora da scrivere, i nomi e le testimonianze che<br />

ci vengono dagli archivi delle curie e delle varie polizie ci sono ancora in<br />

gran parte confuse, imprecise <strong>per</strong>ché prive <strong>di</strong> altri riscontri documentali.<br />

Le ragioni sono la mancanza <strong>di</strong> dati documentari e la inaccessib<strong>il</strong>ità degli<br />

archivi sovietici certamente, ancora oggi. Ma forse la ragione del s<strong>il</strong>enzio è<br />

quanto Cristo ha predetto e previsto: l‟ «o<strong>di</strong>o del mondo» contro quanti<br />

l‟avrebbero seguito e testimoniato presente nel mondo e poi <strong>il</strong> tentativo <strong>di</strong><br />

nascondere i loro crimini da parte degli assassini. La <strong>per</strong>secuzione contro la<br />

fede e l‟evento del martirio non sono riducib<strong>il</strong>i ad un conflitto <strong>di</strong> poteri o a<br />

contrapposizioni ideologiche, come se fossero un capitolo <strong>di</strong> storia del<br />

passato, legato ad un certo regime, evento con cui chiudere i conti. Il<br />

martirio infatti è essenziale alla vita e all‟ es<strong>per</strong>ienza cristiana: è l‟estrema<br />

testimonianza resa a Cristo, riconosciuta come <strong>il</strong> senso più alto della vita.<br />

23<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


I poteri <strong>di</strong> questo mondo (la rivoluzione<br />

francese, <strong>il</strong> bolscevismo, <strong>il</strong> nazismo) non<br />

possono non «o<strong>di</strong>are» chi <strong>di</strong>fende la libertà<br />

della <strong>per</strong>sona e fonda la libertà sul valore<br />

trascendente della <strong>per</strong>sona umana.<br />

Papa Giovanni Paolo II più volte chiama i<br />

cristiani a raccogliersi intorno ai martiri e<br />

sempre ce ne da <strong>il</strong> fondamento ontologico<br />

<strong>di</strong>cendo che nei martiri Cristo è sommamente<br />

presente e nel martirio ci chiama alla libertà<br />

suprema.<br />

Il martirio è anche un forte segno<br />

ecumenico, poiché i martiri appartengono a<br />

tutte le confessioni cristiane: <strong>il</strong> martirio dunque<br />

come via all‟ unità delle Chiese, anzi come<br />

segno <strong>di</strong> una unità già raggiunta: “morire <strong>per</strong><br />

Cristo lo possono solo le membra della Chiesa<br />

già unita, oltre le Chiese confessionali”. Il<br />

martirio dunque supremo valore delle Chiese:<br />

oggi è <strong>di</strong>ffusa, anche tra i credenti, la tendenza a condannare le <strong>per</strong>secuzioni come espressione<br />

<strong>di</strong> intolleranza, <strong>di</strong> violazione della libertà <strong>di</strong> coscienza e <strong>di</strong> offesa dei <strong>di</strong>ritti umani; si guarda al<br />

martirio senza <strong>per</strong>cepirne <strong>il</strong> valore profondo, l‟ essere segno <strong>di</strong> una proposta <strong>di</strong> vita evangelica<br />

ra<strong>di</strong>cale da vivere anche nella nostra quoti<strong>di</strong>anità.<br />

Narrando la storia delle <strong>per</strong>secuzioni contro i cristiani si può incorrere in un altro <strong>per</strong>icolo. Si<br />

oppone al s<strong>il</strong>enzio delle censure un ripartizione manichea, forse ancora ideologica: tracciare un<br />

confine esteriore tra buoni e malvagi, senza ricordare che <strong>il</strong> confine passa sempre e comunque<br />

dentro <strong>il</strong> cuore <strong>di</strong> ogni uomo. I martiri non sono eroi mitici: hanno avuto i dubbi, le paure, le<br />

angosce <strong>di</strong> noi tutti. Sono stati tentati <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re, molti <strong>di</strong> fatto hanno tra<strong>di</strong>to.<br />

Eppure i rimasti fedeli fino all‟ ultimo hanno capito i loro compagni <strong>di</strong> prigionia deboli,<br />

tra<strong>di</strong>tori: ricor<strong>di</strong>amo, <strong>per</strong> esempio, che padre Nicolas chiese a padre Leoni <strong>per</strong>dono <strong>di</strong> averlo<br />

tra<strong>di</strong>to davanti al giu<strong>di</strong>ce istruttore, <strong>per</strong>dono subito accordato, ricor<strong>di</strong>amo la indulgente<br />

comprensione che si <strong>per</strong>cepisce nelle lettere <strong>di</strong> alcune monache a mons. Neveu, nelle quali<br />

raccontano del venir meno <strong>di</strong> alcuni preti durante un processo.<br />

Il tribunale della polizia segreta, con buon intuito, non fa <strong>di</strong>fferenza tra «intransigenti» e<br />

«collaborazionisti». Sfrutta i secon<strong>di</strong> ai propri fini, ma <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>ffida, come dei primi e tutti li<br />

condanna con eguale sentenza: forse <strong>per</strong>ché vede Cristo nella forza dei primi e nella debolezza<br />

dei secon<strong>di</strong>.<br />

Sappiamo con quali meto<strong>di</strong> crudeli venivano estorte le confessioni, le ritrattazioni, le<br />

delazioni: nei documenti più <strong>per</strong>sonali si possono <strong>per</strong>cepire tra le righe <strong>il</strong> rimorso e <strong>il</strong> dolore, effetti<br />

dei ce<strong>di</strong>menti e delle debolezze umane. Avveniva così <strong>per</strong> tutti <strong>il</strong> «vaglio della fede»: se è più<br />

importante sottrarsi alla morte <strong>per</strong>ché la Chiesa continuasse a vivere o essere pronto alla<br />

suprema rinunzia <strong>per</strong> Cristo e poi affidare a Lui <strong>il</strong> futuro della sua Chiesa. I giu<strong>di</strong>ci istruttori<br />

facevano ab<strong>il</strong>mente intravvedere nell‟aula del tribunale uno spiraglio <strong>di</strong> libertà, una uscita dalla<br />

prigione con assoluzione <strong>per</strong> continuare <strong>il</strong> lavoro <strong>di</strong> apostolato, ma a prezzo della collaborazione<br />

con gli assassini, del tra<strong>di</strong>mento degli amici.<br />

Nella storia della Chiesa <strong>il</strong> martirio risplende grazie al coraggio <strong>di</strong> chi fu fedele, ma anche<br />

grazie alle debolezze <strong>di</strong> chi tradì: <strong>per</strong>ché nel martirio si da a vedere <strong>il</strong> Mistero <strong>di</strong> Cristo, che si fa<br />

visib<strong>il</strong>e nei suoi testimoni, siano essi forti, sia essi deboli.<br />

Infine lettere e testimonianze documentano al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutto la letizia profonda, misteriosa,<br />

legata all‟ es<strong>per</strong>ienza della prossimità <strong>di</strong> Cristo che si prolunga nella prossimità dei detenuti tra<br />

loro: nel carcere, nel lager, al confino fioriscono vincoli <strong>di</strong> affettuosa amicizia, <strong>di</strong> paternità e <strong>di</strong><br />

figliolanza più forti dei vincoli della carne e del sangue. E <strong>di</strong> questo <strong>il</strong> mondo ha bisogno.<br />

24<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


I luoghi del dolore:<br />

le carceri, i lager, i luoghi del confino in URSS<br />

Per capire meglio le vicende cui si fa cenno nel presente libretto è necessario conoscere<br />

alcuni aspetti <strong>di</strong> tipo giuri<strong>di</strong>co e amministrativo del sistema <strong>di</strong> detenzione in Unione Sovietica e i<br />

relativi luoghi.<br />

Innanzitutto <strong>il</strong> sistema giu<strong>di</strong>ziario: con la rivoluzione erano nate molte istituzioni giu<strong>di</strong>ziarie, non<br />

regolate da leggi precise. O<strong>per</strong>avano <strong>di</strong>fferenti Tribunali: rivoluzionari, m<strong>il</strong>itari, tribunali <strong>di</strong> fabbrica<br />

ed altri ancora; esistevano anche Reparti mob<strong>il</strong>i dei vari Tribunali, che andavano a «fare<br />

giustizia» sul campo.<br />

Il 21 febbraio 1918 <strong>il</strong> Consiglio dei commissari del popolo emanò un decreto “Sulla sicurezza<br />

dello stato”: con lo slogan pretestuoso «La patria socialista è in <strong>per</strong>icolo», si reintroduceva la<br />

pena <strong>di</strong> morte e l‟applicazione del decreto sulla sicurezza dello Stato veniva affidato non agli<br />

organi giu<strong>di</strong>ziari già in vigore, ma a una «Commissione straor<strong>di</strong>naria panrussa <strong>per</strong> la lotta contro<br />

la controrivoluzione, <strong>il</strong> sabotaggio e la speculazione», detta VČK, poi chiamata semplicemente<br />

ČK (Čeka), da cui tra l‟altro viene anche <strong>il</strong> termine čekista (poliziotto della Čeka).<br />

Il 22 marzo 1918 la VČK or<strong>di</strong>nava la creazione <strong>di</strong> «commissioni straor<strong>di</strong>narie» a livello<br />

regionale in tutta l‟ URSS: si formava così la rete degli Organi <strong>di</strong> polizia sul territorio del paese.<br />

Queste commissioni avevano un potere su<strong>per</strong>iore a tutti gli altri organi dello stato regionali,<br />

compresi i soviet. La VČK era in pratica uno Stato nello Stato.<br />

Nel febbraio 1919 <strong>il</strong> Comitato esecutivo centrale (<strong>il</strong> VCIK) approvava una <strong>di</strong>sposizione, in virtù<br />

della quale la VČK poteva emettere condanne extragiu<strong>di</strong>ziarie al lager o alla fuc<strong>il</strong>azione.<br />

Nel 1922 veniva promulgato <strong>il</strong> nuovo Co<strong>di</strong>ce penale sovietico, che metteva or<strong>di</strong>ne nel <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne<br />

dei vari organi giu<strong>di</strong>ziari. Benché <strong>il</strong> nuovo Co<strong>di</strong>ce penale limitasse <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> infliggere una pena<br />

agli organi giu<strong>di</strong>ziari già o<strong>per</strong>ativi in modo legale, veniva concessa alla VČK la facoltà <strong>di</strong><br />

applicare qualsiasi tipo <strong>di</strong> sanzione.<br />

Si creavano in questo modo due strutture parallele e in conflitto tra loro: la VČK con ampie<br />

competenze e <strong>il</strong> sistema giu<strong>di</strong>ziario normale, costituito dalle comuni Corti e Tribunali. C‟ era una<br />

notevole <strong>di</strong>fferenza: <strong>per</strong> emettere una sentenza i tribunali normali avevano bisogno <strong>di</strong> prove <strong>di</strong><br />

colpevolezza (come in tutti i tribunali del mondo civ<strong>il</strong>e), la VČK poteva applicare qualsiasi<br />

misura, prevista dalla legge, in base a denunce, rapporti <strong>di</strong> informatori, delazioni. Si trattava in<br />

pratica <strong>di</strong> un organo <strong>di</strong> giustizia sommaria ed extragiu<strong>di</strong>ziaria.<br />

Al <strong>di</strong> sopra della VČK stava solo <strong>il</strong> Comitato Centrale del partito. Il 6 febbraio 1922 un decreto del<br />

Comitato esecutivo centrale (VCIK)<br />

abolita la VČK, ne trasferiva le<br />

competenze alla Direzione politica<br />

statale (la GPU oppure OGPU, che<br />

faceva capo alla KOGPU, <strong>il</strong> Collegio <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio sovraor<strong>di</strong>nato).<br />

Dai due organismi, che ut<strong>il</strong>izzavano<br />

due paralleli sistemi <strong>di</strong> procedura<br />

penale, <strong>di</strong>pendevano due sistemi <strong>di</strong><br />

luoghi <strong>di</strong> pena: uno controllato dalla<br />

GPU, l‟ altro controllato dal<br />

Commissariato del popolo agli Interni. In<br />

pratica numerosi lager sovietici erano<br />

una specie <strong>di</strong> istituzione non statale, <strong>di</strong><br />

proprietà esclusiva della GPU; ad<br />

esempio <strong>il</strong> famoso lager delle Isole<br />

Solovki (in sigla USLON). Ma dal 1929 tutti<br />

25<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


i lager saranno sottoposti al controllo della GPU.<br />

Nell‟attività extragiu<strong>di</strong>ziaria della GPU le condanne venivano pronunciate senza processo<br />

dalla cosiddetta Trojka, composta da tre funzionari (non necessariamente magistrati, spesso<br />

politici, membri del partito).<br />

Le misure punitive potevano essere:<br />

- la deportazione o confino: l‟allontanamento dal proprio luogo <strong>di</strong> residenza e l‟obbligo<br />

<strong>di</strong> vivere in una località imposta dalle autorità;<br />

- l‟es<strong>il</strong>io: allontanamento dal luogo <strong>di</strong> residenza con la proibizione <strong>di</strong> vivere in<br />

determinate regioni o città (le zone proibite comprendevano dalle do<strong>di</strong>ci gran<strong>di</strong> città fino<br />

alle trentotto minori);<br />

- la prigione d‟isolamento (<strong>il</strong> cosiddetto “isolator”);<br />

- <strong>il</strong> lager;<br />

- la fuc<strong>il</strong>azione .<br />

Nel luglio 1934 <strong>il</strong> VCIK emetteva un ennesimo decreto: esso assegnava al Commissariato del<br />

popolo <strong>per</strong> gli affari interni l‟ Organo <strong>di</strong> polizia della GPU, nasceva così <strong>il</strong> famigerato NKVD, con<br />

la sua Direzione centrale (UNKVD), che si sarebbe macchiato dei peggiori crimini in epoca<br />

staliniana; anche i lager e i campi <strong>di</strong> lavoro passarono sotto la sua giuris<strong>di</strong>zione. In connessione<br />

con l‟NKVD fu istituita la terrib<strong>il</strong>e OSO (Sessione giu<strong>di</strong>ziaria speciale) del Collegio giu<strong>di</strong>cante, che<br />

agiva in via extraprocessuale e non era soggetta alle restrizioni della legge.<br />

Nel 1946 l‟NKVD, che aveva assassinato m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> russi innocenti, venne sostituito dal Ministero<br />

degli affari Interni (MVB), poi dal Ministero della sicurezza <strong>di</strong> Stato (MGB), con le stesse<br />

prerogative.<br />

In tempi recenti sono nati quali loro ere<strong>di</strong> <strong>il</strong> KGB (Comitato <strong>per</strong> la sicurezza <strong>di</strong> Stato) nel 1954<br />

e la FSB (Servizio federale <strong>di</strong> sicurezza), dopo <strong>il</strong> crollo dell‟ URSS.<br />

Il sistema dei lager era amministrato da un ente tristemente famoso, <strong>il</strong> GULag: Glavnoe<br />

Upravlenje Lagerej, ossia “Amministrazione Centrale dei campi d‟internamento”.<br />

I primi campi <strong>di</strong> concentramento furono istituiti nella città <strong>di</strong> Arzamas (Russia centrale) già<br />

nell‟estate del 1918, a sei mesi dalla rivoluzione, <strong>per</strong> esplicita volontà <strong>di</strong> Lenin.<br />

Erano strutturati in grossi complessi <strong>di</strong> detenzione e <strong>di</strong> lavoro, definiti con nomi convenzionali<br />

derivati dalle zone geografiche, in cui erano situati o dal tipo <strong>di</strong> produzione in essi eseguito: essi<br />

comprendevano fino a 300 sottocampi. Ogni campo singolo, poi, aveva dei <strong>di</strong>staccamenti<br />

(lagpunkt) eretti vicini ai luoghi <strong>di</strong> lavoro con attività lavorative speciali.<br />

Nota al volume<br />

Nel volume segue la “vita ampia” <strong>di</strong> 16<br />

sacerdoti cattolici martiri (ci sono anche alcune<br />

figure <strong>di</strong> monache russe, convertite) <strong>di</strong> cui è in<br />

corso la causa <strong>di</strong> beatificazione; seguono poi<br />

213 “piccole vite” <strong>di</strong> martiri sulla cui vita sono in<br />

corso le ricerche biografiche negli archivi della<br />

ex-KGB.<br />

In URSS vivevano 2134 sacerdoti cattolici alla<br />

vig<strong>il</strong>ia della rivoluzione; <strong>di</strong> essi la metà furono<br />

uccisi, gli altri, poiché stranieri, furono espulsi.<br />

Nella finale della introduzione si da un elenco<br />

dei gulag (campi <strong>di</strong> concentramento sovietico),<br />

nei quali i sacerdoti martiri furono rinchiusi, poi<br />

fuc<strong>il</strong>ati.<br />

A gloria dei nostri martiri. Amen!<br />

Cari fratelli, pregate <strong>per</strong> la loro santificazione.<br />

26<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


Sinossi<br />

F<strong>il</strong>miAmo…<br />

CESARE DEVE MORIRE<br />

Carcere <strong>di</strong> Rebibbia, sezione alta sicurezza. Il “Giulio Cesare” <strong>di</strong><br />

Shakspeare riprende vita attraverso i volti, i corpi, le storie dei detenuti.<br />

La rappresentazione teatrale, prima <strong>di</strong> giungere sulle tavole del<br />

palcoscenico del carcere, viene messa in scena nei luoghi abitati o<br />

<strong>di</strong>sabitati <strong>di</strong> Rebibbia: più che messa in scena è la scena che viene<br />

messa nella vita sempre uguale <strong>di</strong> chi è rinchiuso in spazi senza parole<br />

e colori. E la vita <strong>di</strong> questi uomini si esprime, si re<strong>di</strong>me, si apre attraverso<br />

l‟arte che varca i confini del tempo e dello spazio e fa assaporare una<br />

forma potente <strong>di</strong> libertà. Che nessuno può togliere ma che è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e<br />

da portare.<br />

I fratelli Taviani sono tornati dal Festival <strong>di</strong> Berlino con l‟Orso<br />

d‟oro. Sono tornati, gran<strong>di</strong>. “Cesare deve morire” è un f<strong>il</strong>m che<br />

rappresenta una rappresentazione teatrale che rappresenta uno<br />

spaccato <strong>di</strong> vita vera: detenuti che nel carcere <strong>di</strong> Rebibbia ogni<br />

anno mettono in scena un‟o<strong>per</strong>a teatrale guidati da un regista<br />

lungimirante. Già <strong>per</strong> questo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m dei Taviani è mirab<strong>il</strong>e, e fa<br />

grande <strong>il</strong> cinema. Un palcoscenico dentro l‟altro, una recitazione<br />

dentro l‟altra, un teatro nel teatro, e in questo <strong>per</strong>corso in<br />

profon<strong>di</strong>tà lo spettatore giunge a vedere e toccare la vita vera<br />

<strong>di</strong> uomini rinchiusi in spazi duri che scontano una pena <strong>per</strong> aver<br />

violato la vita stessa. Uomini che attraverso le parole della<br />

trage<strong>di</strong>a esprimono <strong>il</strong> loro desiderio <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> democrazia, <strong>di</strong><br />

sottrarsi al <strong>per</strong>icolo della tirannide. Rivivono congiure, tra<strong>di</strong>menti,<br />

battaglie, sconfitte, vittoria, dolore e morte, si manifesta la loro<br />

stessa vita, e forse quella <strong>di</strong> ogni uomo che sempre è teso tra<br />

nob<strong>il</strong>i ideali e inganni ignob<strong>il</strong>i, tra <strong>il</strong> bene da <strong>per</strong>seguire e <strong>il</strong> male<br />

della violenza che <strong>di</strong>strugge ogni finalità <strong>di</strong> giustizia. Cesare deve<br />

morire, ma con lui altri muoiono.<br />

I Taviani restituiscono con un bianco e nero intenso queste<br />

contrad<strong>di</strong>zioni, così come la durezza dei luoghi del carcere,<br />

senza colore, senza calore, senza passione, scarni e <strong>di</strong>sorientanti.<br />

Lo schermo è riempito dai volti segnati degli attori, dalle loro<br />

espressioni senza falsità. Magistrale la scena dei provini: potente<br />

nella sua semplicità, <strong>di</strong>retta come un pugno nella sua violenza<br />

realistica, emozionante nell‟essenzialità delle immagini.<br />

Tutto <strong>il</strong> carcere <strong>di</strong>viene palcoscenico, luogo della<br />

recitazione, dove gli uomini sembrano sempre attori in una parte.<br />

28<br />

Scheda a cura <strong>di</strong><br />

fr. Davide Sironi<br />

Cesare<br />

deve<br />

morire<br />

<strong>di</strong> Paolo<br />

e Vittorio Taviani<br />

Docu-ficition<br />

Italia<br />

2012<br />

Sacher<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


E tutta la vicenda shakespeariana la ve<strong>di</strong>amo nel tempo delle prove, nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità della vita reclusa che <strong>di</strong>venta la vera possib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> <strong>di</strong>re quelle parole e<br />

compiere quei gesti che l‟o<strong>per</strong>a ha reso immortali. La vita dei detenuti è tutt‟uno con la<br />

vicenda che rappresentano, <strong>il</strong> tempo delle prove è <strong>il</strong> tempo della memoria: della loro<br />

storia, del ri<strong>per</strong>correre <strong>il</strong> passato reso presente dal linguaggio dell‟arte.<br />

Solo la parte finale della trage<strong>di</strong>a viene consegnata, sulle tavole del<br />

palcoscenico del teatro <strong>di</strong> Rebibbia, a spettatori che varcano i confini del carcere <strong>per</strong><br />

assistere a ben più che a uno spettacolo. E lì tornano i colori, la vita entra e i detenuti<br />

ri<strong>di</strong>ventano <strong>per</strong>sone in uno spazio a<strong>per</strong>to. E quel colore che l‟arte restituisce a vite<br />

monotoniche ri<strong>di</strong>pinge le celle dove i carcerati ritornato dopo aver respirato la passione<br />

<strong>per</strong> qualcosa che rende vivi. Ma quella fugace forma <strong>di</strong> libertà ha un peso da portare:<br />

“dopo aver conosciuto l‟arte la cella <strong>di</strong>venta una prigione”.<br />

Attraverso le scene rappresentate, l‟esistenza dei detenuti sembra trovare<br />

un‟a<strong>per</strong>tura, una forma <strong>di</strong> redenzione. Le parole recitate hanno dato un nome alle loro<br />

vicende sbagliate, hanno fatto vedere che la ricerca della libertà quando chiama in<br />

gioco <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento, la brutalità, si <strong>di</strong>ssolve e resta la pena da scontare. Alcuni<br />

preferiscono affrontare la morte, altri attendo una fine che possa essere un inizio.<br />

I fratelli Taviani realizzano un f<strong>il</strong>m ra<strong>di</strong>cale sulla libertà che l‟arte può far toccare,<br />

sulla potenza della trage<strong>di</strong>a che può parlare all‟uomo in ogni luogo e tempo e<br />

ricondurlo a se stesso. Un f<strong>il</strong>m da vedere.<br />

29<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


MARZO 2012<br />

NOTIZIE <strong>di</strong> CASA<br />

Il Ministro provinciale fr. Francesco Bravi partecipa all‟Assemblea<br />

Generale dell‟Unione delle Conferenze dei Ministri Provinciali<br />

delle Famiglie Francescane d‟Italia<br />

Nella chiesa del s. Cuore fr. Davide Mario Radaelli rinnova la<br />

professione temporanea dei voti.<br />

Nel convento s. Maria delle Grazie ha luogo l‟Assemblea<br />

Economica, al termine della quale <strong>il</strong> Definitorio si riunisce <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

XXIX Congresso.<br />

Nel convento s. Antonio <strong>di</strong> Torino si riunisce <strong>il</strong> Collegio dei Ministri<br />

del Nord Italia<br />

Nella chiesa della Brunella si celebra <strong>il</strong> 50° anniversario<br />

dell‟or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong> fr. Pierantonio Norcini.<br />

LUGLIO 2011<br />

Il Ministro provinciale presiede la celebrazione eucaristica <strong>di</strong><br />

chiusura della Missione popolare organizzata dalla e<strong>qui</strong>pe<br />

provinciale; <strong>il</strong> parroco si è detto molto sod<strong>di</strong>sfatto <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro<br />

svolto dai frati.<br />

30<br />

21<br />

A cura <strong>di</strong><br />

fr. Enzo Pellegatta<br />

05 -10<br />

Napoli<br />

13 -<br />

Busto Arsizio (VA)<br />

14 -<br />

Monza<br />

16 -<br />

Torino<br />

17 -<br />

Varese<br />

18 -<br />

V<strong>il</strong>lasanta (MB)<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012


MARZO 2012<br />

Nel convento <strong>di</strong> s. Maria Incoronata <strong>di</strong> Canepanova si festeggia<br />

l‟80° compleanno <strong>di</strong> Fr. Cam<strong>il</strong>lo Galbiati.<br />

Nella chiesa parrocchiale si celebrano i funerali <strong>di</strong> Mons. Enrico<br />

Albini, fratello <strong>di</strong> p. Graziano e deceduto <strong>il</strong> 24 marzo.<br />

Nel locale convento si riunisce <strong>il</strong> Definitorio <strong>per</strong> <strong>il</strong> XXX Congresso<br />

Presso l‟Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Ecumenici s. Bernar<strong>di</strong>no si svolge <strong>il</strong><br />

Convegno “Stu<strong>di</strong>, interpretazioni e prospetti sul Conc<strong>il</strong>io Vaticano<br />

II nel 50° anniversario della sua a<strong>per</strong>tura”, proposto dalla<br />

Commissione interprovinciale <strong>di</strong> Fo.Pe.<br />

Nella chiesa <strong>di</strong> s.Angelo la Cappella strumentale del Duomo <strong>di</strong><br />

Novara, <strong>di</strong>retta da Paolo Monticelli, esegue la “Passione secondo<br />

Luca in onore dei Caduti <strong>di</strong> Peacekeeping”, Oratorio <strong>per</strong> Soli,<br />

Cori e Orchestra <strong>di</strong> Alberto Sala, con <strong>il</strong> commento poetico della<br />

biblista Rosanna Virg<strong>il</strong>i.<br />

Presso <strong>il</strong> teatro Angelicum la famiglia francescana <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a,<br />

nell‟ottavo centenario della forma vitae <strong>di</strong> santa Chiara, celebra<br />

<strong>il</strong> convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o: “Chiara d‟Assisi: Vangelo al femmin<strong>il</strong>e”.<br />

Intervengono sr. Chiara Alba del Monastero <strong>di</strong> Lovere, fr. Marco<br />

Guida della Pontificia Università Antonianum, prof.ssa Maria Pia<br />

Alberzoni dell‟Università Cattolica <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e dott.ssa Rosa Giorgi<br />

del Museo dei Cappuccini <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano.<br />

LUGLIO 2011<br />

31<br />

19 -<br />

Pavia<br />

27 -<br />

Azzano Mella (BS)<br />

28 -<br />

Baccanello<br />

29 -<br />

Venezia<br />

30 -<br />

M<strong>il</strong>ano<br />

31 -<br />

M<strong>il</strong>ano<br />

Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012

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