Fate clic qui per scaricare il PDF - Frati Minori di Lombardia
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In Italia l‟82% degli uomini e delle donne è convinto<br />
che si possano avere rapporti sessuali prima del<br />
matrimonio. Che cosa lo ripetiamo a fare, io mi<br />
domando? Anzi, ricordate che ogni volta che ripetete<br />
un precetto morale, <strong>di</strong>chiarate imme<strong>di</strong>atamente che<br />
quello non è seguito. È un autogol! Dichiarare la vali<strong>di</strong>tà<br />
<strong>di</strong> un precetto morale significa <strong>di</strong>chiarare che esso non è<br />
eseguito. È chiarissimo! Se sento la necessità <strong>di</strong> doverlo<br />
<strong>di</strong>chiarare, confesso in<strong>di</strong>rettamente che quel precetto<br />
non è eseguito. Dobbiamo accettarlo <strong>per</strong>ché la morale,<br />
la dottrina sociale, la bioetica, sono un po‟ estranee. Se<br />
no rischiamo che con tutto questo apparato <strong>il</strong> cuore<br />
incandescente del Cristianesimo rimanga da parte.<br />
Io sono rimasto un po‟ scandalizzato che ai giovani<br />
a Madrid abbiano dato un catechismo. Bisognava dare<br />
loro <strong>il</strong> Vangelo! Il Vangelo <strong>di</strong> Luca. Noi non abbiamo<br />
quasi <strong>per</strong> nulla un‟idea della <strong>di</strong>fferenziazione dei<br />
Vangeli, e li leggiamo sempre come se fossero<br />
interscambiab<strong>il</strong>i, ma non lo sono! Ognuno ha una<br />
specificità straor<strong>di</strong>naria! Luca aggiusta Marco, e a volte<br />
lo fa tenendo conto <strong>di</strong> quello che ha fatto Matteo e<br />
vuole fare <strong>di</strong>versamente; Matteo aggiusta Marco, e<br />
Giovanni poi aggiusta tutti quanti! L‟episo<strong>di</strong>o più<br />
drammatico della vita <strong>di</strong> Gesù, quello che decide la<br />
“Il carattere popolare va risco<strong>per</strong>to proprio dalla Bibbia”<br />
morte <strong>di</strong> Gesù, cioè l‟affermazione del fatto che lui <strong>di</strong>struggerà <strong>il</strong> Tempio, si trova in Mt al cap.<br />
23, in Gv al cap. 2. Perché questi cambiamenti? È imprescin<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e avere una fam<strong>il</strong>iarità con la<br />
Sacra Scrittura, e avere <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> mettere più Bibbia dentro <strong>il</strong> corso feriale della vita delle<br />
parrocchie. Non corsi biblici, che non hanno funzionato, dobbiamo riconoscerlo, <strong>per</strong>ché questi<br />
corsi danno come metamessaggio che se non conosci cinque lingue morte e due o tre nuove<br />
non puoi accostarti alla Bibbia. I corsi biblici non sono stati una grande soluzione, <strong>per</strong>ché arriva<br />
un professorino, parla aramaico… invece basterebbe semplicemente la lettura canonica <strong>di</strong> un<br />
testo, la lettura complessiva, scoprire <strong>per</strong>ché una <strong>per</strong>icope è messa in un certo posto, in un certo<br />
modo… Tra l‟altro, <strong>per</strong>ché siamo pagati se non conosciamo gli strumenti del mestiere?<br />
Ogni settimana un ragazzino sente 490 minuti <strong>di</strong> pubblicità. Contro questi 490 minuti che<br />
cosa proponiamo noi come ascolto della Parola <strong>di</strong> Dio? 10 minuti a Messa, 10 – 15 minuti <strong>di</strong><br />
omelia a seconda del prete. Durante la settimana non c‟è niente. Qui ci vuole davvero secondo<br />
me più una “Chiesa della Bibbia”, <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> spostare alcune Messe pomeri<strong>di</strong>ane al mattino e<br />
fare delle lectio. Anche <strong>qui</strong> dobbiamo stare attenti ai metamessaggi: se faccio sempre la Messa<br />
e ci aggiungo la lectio non è la stessa cosa, <strong>per</strong>ché veicolo l‟idea che la cosa più importante è<br />
la Messa, alla quale in Avvento ci metto pure la lectio. Sono metamessaggi <strong>per</strong>icolosissimi,<br />
significa che non ci cre<strong>di</strong>amo neanche noi nella Bibbia e vuol <strong>di</strong>re soprattutto che non riusciamo<br />
ad essere onesti con i giovani. Se noi proponiamo la Messa, che noi stessi <strong>di</strong>ciamo “Fons et<br />
culmen”, e <strong>per</strong>ò sappiamo che tu sei estraneo, stiamo giocando su tavoli sbagliati, e questo non<br />
ci aiuta.<br />
Nel libro “Bianca come <strong>il</strong> latte, rossa come <strong>il</strong> sangue” <strong>di</strong> Alessandro D‟Avenia, a pag. 26, c‟è<br />
<strong>il</strong> protagonista che va in chiesa e <strong>di</strong>ce: «Mi metto negli ultimi posti <strong>per</strong>ché non so mai quando si<br />
sta in pie<strong>di</strong> e quando si sta seduti». Ed è così! Allora, hanno ragione i Protestanti quando <strong>di</strong>cono<br />
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Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012