Fate clic qui per scaricare il PDF - Frati Minori di Lombardia

Relazione
di don
Armando
Matteo
all’incontro
Inter-
Provinciale
Frati
UnderTen
1-3
Dicembre
2011
Borgonovo
(BO)
TERZA
PARTE
Per una lettura
del mondo giovanile…
Segue dalla Seconda Parte - Pubblicata sul N. 222 del Notiziario
Sono emerse già molte cose, sia domande che piste di lavoro.
Importante è lasciarsi provocare dalla relazione con il mondo dei giovani,
senza mai dimenticare che non è una questione come tutte le altre. Siamo
abituati a incapsulare la pastorale della Chiesa in tante sezioni, in tanti
ambiti, pensando che abbiano tutti lo stesso livello, ma in realtà non è
sempre la stessa cosa.
Nel libro “La terza chiesa”, Philip Jenkins, un sociologo delle religioni che
ama lavorare con le statistiche, descrive la situazione dell‟Europa nel 2050.
L‟Italia cattolica è praticamente sparita. Egli si rende conto che il lavoro
con i giovani da noi non funziona.
Il discorso del mondo dei giovani non è la stessa cosa della pastorale
delle famiglie. Al mondo dei giovani è legato il ricambio generazionale
delle parrocchie, dei movimenti, dei conventi, delle congregazioni, dei
seminari. Vi è legato il discorso della presenza del Cristianesimo dentro la
società occidentale. Vi è legato anche tutto questo baccano che si fa
sulla generazione dei Cristiani. Ieri Eugenia Roccella ha affermato che fa
parte della nuova generazione! Ha 55 anni la signora! E farebbe parte della
nuova generazione dei Cattolici impegnati nella politica!
È importante avere la percezione che non è la stessa cosa. Anche a
livello teologico, c‟è la custodia di un certo Cristianesimo. Noi abbiamo
guadagnato un certo modo di essere cristiani, anche attraverso tante
sofferenze, e questo stile nuovo è da consegnare a chi si affaccia per la
prima volta al Cristianesimo. Penso alle cristianità in Africa che continuano
ad aumentare, al ritmo del 30% all‟anno, o in India, o in altre parti, spesso
anche tentate di inventare nuove forme di cristianità, di “perdere del
tempo” rispetto ad alcune acquisizioni che noi abbiamo raggiunto. Il
discorso sul mondo giovanile ha delle peculiarità, si distingue da tanti altri
ambiti.
Nell‟accostarsi, bisogna assumere una giusta prospettiva. La nostra è una
Chiesa vecchia, una Chiesa che ha duemila anni, che ha vissuto tante
esperienze. Deve affrontare questo tempo a mio avviso con questo stile.
Deve interrogarsi su “che tempo che fa” tenendo conto della lunga
tradizione che ha alle spalle e che va rinnovata, va ripensata in riferimento
al tempo che stiamo vivendo.
Il primo segnale che ci viene proprio dal mondo dei giovani è che è un
tempo di povertà. Siamo chiamati a vivere in un tempo di povertà, per
quanto riguarda la scarsità di vocazioni, la poca gente a Messa, la fatica
generale nella catechesi, veniva ricordato anche ieri. Questo va
accettato. Tentare di sfuggire con i grandi raduni non serve a molto, anche
perché così si vede ancor più il vuoto che c‟è nella vita ordinaria delle
parrocchie.
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Anno XXXIV ● N. 223 ● Marzo 2012