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1941,<br />
“Non teniamo patate”:<br />
risposta dei Fratelli Ingegnoli<br />
a un ordine inviato<br />
da Sarissola (Busalla)<br />
30<br />
varie regioni d’Italia (ricondotte dal prof. Avanzi,<br />
dopo prove comparative e confronti morfologici,<br />
a 15 gruppi), delle quali una dozzina sono ancora<br />
presenti sulla Montagna genovese. Ma le ragioni<br />
del mercato e l’elevata qualità <strong>della</strong> semente straniera<br />
- acquistata ogni anno, oppure ad anni<br />
alterni, al consorzio agrario - determina la rottura<br />
del tradizionale circuito di scambio con cui si<br />
manteneva la fertilità delle patate nostrali. Presto<br />
si estinguono anche la Bianca di Como e la<br />
Chioggia; nelle località più elevate sopravvive la<br />
sola <strong>Quarantina</strong> bianca, ma solo per un limitato<br />
uso familiare e con una riduzione <strong>della</strong> resa produttiva<br />
tale da arrivare, ai nostri giorni, molto<br />
vicina alla scomparsa.<br />
Saperi popolari<br />
e varietà tradizionali<br />
Nell’introduzione si è fatto cenno alle ricerche<br />
finora svolte e ai dialoghi con i contadini, ora è<br />
tempo di darne un più dettagliato resoconto.<br />
Il quadro storico <strong>della</strong> ricerca è stato delineato a<br />
partire dalla consultazione:<br />
a. di 78 pubblicazioni specificamente riguardanti<br />
l’introduzione e la diffusione locale <strong>della</strong> patata,<br />
uscite fra il 1773 (Geremia Fanelli, Giornale<br />
del Parroco) e il 1950;<br />
b. <strong>della</strong> raccolta degli “Avvisi di Genova” (1778-<br />
1795);<br />
c. delle relazioni inviate all’Instituto Nazionale<br />
nel 1799 dai parroci e dai presidenti delle<br />
municipalità comprese nelle giurisdizioni istituite<br />
nell’entroterra di Genova e del Tigullio;<br />
d. dei dizionari geografici di Luigi De<br />
Bartolomeis (1840-1847) e Goffredo Casalis<br />
(1833-1856);<br />
e. delle riviste liguri di agricoltura pubblicate tra<br />
gli ultimi anni dell’Ottocento e il 1950, conservate<br />
presso la Biblioteca Universitaria di<br />
Genova.<br />
Per quanto riguarda la raccolta di testimonianze,<br />
l’area coperta è la Montagna genovese, ovvero la<br />
fascia collinare e montana <strong>della</strong> provincia di<br />
Genova e le aree montane omogenee immediatamente<br />
circostanti.<br />
La raccolta delle testimonianze<br />
è stata curata anche<br />
con la collaborazione<br />
di Marzia Russi (valli Àveto<br />
e Sturla) e Raffaella Spinetta<br />
(comuni di Neirone e Lumarzo).<br />
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