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Qualcuno,<br />

per capire se le patate<br />

sono sane, taglia l’ombelico<br />

42<br />

perché in quella posizione la rugiada si asciuga<br />

presto e non ristagna sulle foglie. Nei fatti e al di<br />

là dei desideri, si seminava dove si poteva e dove<br />

lo permetteva l’elevato frazionamento delle proprietà.<br />

In alta val Lemme, i contadini affittuari<br />

che non disponevano di una sufficiente quantità<br />

di terra, seminavano le patate nelle “comunaglie”<br />

[in località Martelle a Voltaggio, e sotto la<br />

costa di Reste, a Molini], come vengono chiamate<br />

le terre comuni destinate a uso collettivo.<br />

Bisognerebbe, nel tempo, arrivare a costruire una<br />

“mappa” dei posti migliori per qualità del terreno<br />

e per posizione: probabilmente vi comparirebbero<br />

a buon diritto molte delle località finora<br />

citate e altre ancora come, per esempio, Donderi,<br />

Pianazzo e Tartogni in alta val Trebbia, oppure<br />

Cichero, alle spalle di San Colombano, o<br />

Chignero, sopra Rapallo, senza dimenticare molte<br />

fra le località che fanno corona a Montoggio<br />

Il taglio<br />

Normalmente, per la semina, si tagliano i tuberi a<br />

fette, con almeno un occhio <strong>della</strong> corona in ciascuna<br />

porzione, perciò il taglio si fa in senso longitudinale<br />

(cioè per “lungo”, partendo dalla<br />

corona verso l’ombelico), raramente si tagliano a<br />

metà lasciando la corona da una<br />

parte e l’ombelico dall’altra. In ciascuna<br />

fetta, oltre all’occhio <strong>della</strong><br />

corona, se ne lasciano altri 2 o 3<br />

[Forcossino], quelli in più si “accecano”,<br />

cioè si raschiano con la<br />

punta del coltello [Conscenti,<br />

Recroso], comunque bisogna evitare<br />

di lasciare gli occhi vicini all’ombelico<br />

[Crovarie, Orticeto]. E il<br />

taglio avviene immediatamente<br />

prima <strong>della</strong> semina; tuttavia qualcuno<br />

ricorda che “una volta” si<br />

tagliavano qualche giorno prima di<br />

seminarle, “così non prendono la<br />

malattia” [Casoni di Amborzasco,<br />

Sarissola]. In alternativa alle fette,<br />

si potevano “fare gli occhi”, cioè<br />

cavare le gemme dal tubero con un po’ di polpa,<br />

utilizzando ciò che resta in cucina, per farne polpette<br />

o polpettone [Giassina, Sarissola].<br />

Tra le pratiche più comuni ricordate pressoché<br />

ovunque è il taglio dell’ombelico (chiamato o cu<br />

oppure o pané), fatto soprattutto sui tuberi piccoli,<br />

qualche volta giustificato con diverse ragioni,<br />

ma più spesso dicendo “si fa così perché si<br />

deve fare così”. Tra le diverse ragioni è stato ricordato<br />

che si toglie l’ombelico “per fare contatto<br />

con la terra” [Casoni di Amborzasco], perché nell’ombelico<br />

“c’è la partenza <strong>della</strong> malattia”<br />

[Costapelata], perché “è bastardo e fa i filamenti”<br />

[Cavorsi], oppure per anticipare l’emergenza<br />

<strong>della</strong> pianta [Costa Finale]. Solo in un caso è stato<br />

riferito che i tuberi tagliati prima <strong>della</strong> semina<br />

vengono disinfettati con il verde-rame [Caregli].<br />

Quando i germogli crescono eccessivamente si<br />

staccano, ma l’operazione va fatta nel periodo di<br />

luna calante, detta anche luna “dura” o “ vecchia”<br />

[Brizzolara, Ognio], tuttavia non manca chi<br />

sostiene che è opportuno lasciarli, anche se lunghissimi<br />

[Voltaggio].<br />

Qualcuno, con un certo fatalismo, osserva che<br />

non conta “fare” o “non fare” gli occhi, lasciarne<br />

uno o molti, distinguere tra la parte vicina alla<br />

corona e quella vicina all’ombelico: se l’annata è<br />

buona le patate producono bene, altrimenti non<br />

vengono comunque [Voltaggio].<br />

La semina e la luna<br />

All’inizio <strong>della</strong> primavera la terra viene normalmente<br />

lavorata con la zappa tridente - ma fino a<br />

una trentina di anni fa si usava solo quella a due<br />

denti - quindi viene concimata con letame fresco<br />

[Crovarie, Roccatagliata, San Marco d’Urri],<br />

aggiunto a cenere [Orticeto], oppure maturo<br />

[Costa Finale]; a Bertigaro e alle Piane di Corsiglia<br />

si aggiunge anche polvere di lana, ma alcuni<br />

sostengono che sia meglio evitarla perché può<br />

dare gusto cattivo alle patate [Orticeto] o “fa<br />

venire le erbacce” [Ognio].<br />

A seconda delle località la semina si fa sul terreno<br />

rastremato o nei solchi: nel primo caso i tuberi si<br />

Zappa bidente: bagaggio<br />

nell’entroterra genovese,<br />

sappa burca nel Levante,<br />

bagaio in val Lemme;<br />

zappa a tre denti: sappa<br />

a trei brinchi nel Levante,<br />

magaia in val Lemme.<br />

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