<strong>AIMN</strong> - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno III, n 3 , 2007 pag. 12/77
Simposio annuale ELAS Roberta Boni In novembre, a Bologna, si terrà il Simposio Annuale dell’ELAS (European Ligand Assay Society), Società Scientifica che promuove incontri tra specialisti nel settore dell’Immunometria. In tale ambito, i Medici Nucleari sono invitati a dare il proprio contributo clinico-metodologico, anche articolando temi comuni all’Imaging morfofunzionale e all’Immunometria, in un sistema integrato teso alla valutazione attenta del razionale biologico. Questo modello di studio multidisciplinare e il nostro contributo alle sessioni e posters, i cui temi saranno presto comunicati, saranno tanto più efficaci quanto più saranno attivi e partecipi i Medici Nucleari e i Biologi che operano nel nostro settore. In questi ultimi anni, nella Sanità sono cambiati i modelli tecnologici e gestionali e le norme ISO hanno promosso a pieni voti l’efficienza e la precisione dei metodi alternativi destinati ai Laboratori di Patologia Clinica. C’è, però, da chiedersi con quanto entusiasmo avranno applaudito anche l’audit, l’efficacia, l’ appropriatezza soprattutto dei laboratori neofiti trovatisi a gestire montagne di dati di marcatori tumorali e di endocrinologia senza averne alcuna esperienza. Inoltre, se da una parte le Norme hanno regolamentato la compilazione dei processi, dei percorsi, degli indicatori, dall’altra, di fronte al problema della consapevolezza del dato e del suo peso clinico, si saranno ritenuti davvero sufficienti i processi di valutazione cartacei ? Gli obiettivi di una reale corretta gestione della qualità e di valorizzazione degli aspetti gestionali saranno stati veramente raggiunti ? E tutti quei Laboratori di Patologia Clinica che non fanno ancora percorsi verso l’eccellenza ma che ereditano una tecnica così complessa ed articolata soprattutto sotto l’aspetto interpretativo, come gestiranno la qualità dei loro servizi ? La trentennale formazione della medicina nucleare in vitro sulla endocrinologia ed oncologia, unitamente alla acquisita consapevolezza dei limiti dei metodi in termini di variabilità analitica, sensibilità e specificità ed alla capacità interpretativa dei dati in chiave statistica, hanno dato a noi, “operatori manuali”, oggi semiautomatizzati, una forma mentis impossibile da trascrivere su cartacei. La tendenza nazionale è quella di preferire metodiche alternative, anche se più costose, perché ritenute più efficienti nei tempi di risposta. Qualche perplessità ci è lecita soprattutto quando la scelta è a tutto campo, anche per gli esami che non hanno carattere di urgenza (come per esempio, per i marcatori tumorali) e ciò in considerazione del fatto che i disavanzi economici nazionali e le difficili quadrature di bilanci richiedono, a parità di qualità, i Prodotti/Servizi a costo più basso. Lancio una provocazione: ma nelle politiche di gestione perché non ipotizzare, laddove l’estensione del bacino di utenza lo permetta, che si possano unificare le gare d’appalto e in un unico capitolato definire lotti che possano presentare entrambe le metodiche ? Se oggi il Papa ripropone la Messa in latino…..! Auguri a tutti di buon lavoro. Roberta Boni Delegato <strong>AIMN</strong> per l’ELAS <strong>AIMN</strong> - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno III, n 3 , 2007 pag. 13/77