MEDICINA NUCLEARE MEDICINA NUCLEARE - AIMN
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Il futuro non è più quello di una volta<br />
Luigi Mansi<br />
Il titolo del mio editoriale è preso da una scritta letta su di un muro . Mi ha spinto a fare alcune<br />
considerazioni collegate all’esordio sul Notiziario del Forum dei giovani. Ormai (…quasi) vecchio, cerco<br />
quindi di confrontare il futuro dei giovani medici nucleari di oggi con il mio di più di 30 anni fa. La mia,<br />
come quella di tutti , è una storia individuale. Ma tutte le storie sono legate da un filo generazionale e da<br />
un confronto obbligato con un contesto storicamente ed economicamente definito.<br />
Io vengo dalla ricerca di base e avevo avuto la fortuna nel 1972 di collaborare con Marco Salvatore nella<br />
traduzione del libro di Medicina Nucleare di Douglas Maynard. La mia scelta fu una scelta di passione,<br />
come quella di molti altri della mia generazione, determinata dalla modernità dell’approccio, dalla<br />
possibilità di trovare uno stretto collegamento tra ricerca e clinica, dalla speranza di diventare pioniere di<br />
una conoscenza che superava le colonne di Ercole della Diagnostica basata sul dato morfostrutturale, per<br />
affrontare l’oceano incognito dell’imaging fisiopatologico e funzionale. E poi la Medicina Nucleare era la<br />
diagnostica che sfidava a confrontarsi con la matematica e la fisica, la prima che di lì a poco ci avrebbe<br />
portati a dover imparare l’imaging computerizzato e con esso il significato di termini difficili come<br />
parametrico, ad affrontare il rigore metodologico legato al dato quantitativo, stimolati da figure magiche<br />
come Bruno Alfano o il mitico Andreas Formiconi, che ritroverete nella rubrica Nuclei familiari.<br />
Erano gli inizi della gamma camera e del computer, non esistevano la scintigrafia ossea e miocardica e<br />
usavamo strumenti ormai scomparsi, come lo scanner rettolineare e il renografo, o traccianti con spettri<br />
energetici raccapriccianti , come l’Au-198. Nonostante questo , erano forse tempi più semplici, con<br />
l’ecografia appena nata, la TAC (allora solo assiale) alle primissime armi, la RM ancora da venire. Da<br />
allora il mio percorso , in sintonia con quello della Medicina Nucleare, è andato avanti con momenti belli<br />
e brutti, tra speranze e disillusioni, trovando sulla sua strada difficoltà ed ostacoli crescenti, duri da<br />
superare ma non tali da fermarci. Abbiamo comunque continuato a camminare nelle difficoltà tenendo<br />
accesa la nostra fiaccola, a volte esposta a venti terribili che cercavano di spegnerla. Ma, nuovi Prometei ,<br />
un po’ ancora per passione, non infrequentemente per necessità o per inerzia, siamo arrivati ad oggi, con<br />
un fegato distrutto, ma vivi.<br />
E oggi, a trenta anni di distanza dai miei inizi, ecco nuovi giovani che ricominciano a chiedere di essere<br />
protagonisti, a voler essere attori e non solo spettatori del loro futuro. Futuro che sembra molto diverso<br />
rispetto al mio di 30 anni fà anche perché, ad esempio, non mi sembra che continui ad esistere la<br />
speranza di poter cambiare il mondo o di farlo diventare migliore. Eppure , nonostante il maggior<br />
pragmatismo, fortemente determinato dalle maggiori difficoltà di impiego ma anche dalla nascita di<br />
nuovi bisogni più legati all’avere e all’apparire che all’essere, sono molti i punti in comune.<br />
Anche oggi si apre infatti davanti ai giovani l’oceano incognito dell’Imaging Molecolare, un oceano<br />
spesso tempestoso e solcato da navi che cercano di abbordarci (o di affondarci). Eppure siamo ancora<br />
tutti lì (stavo per dire metà pirati metà artisti) a guidare con fermezza e coraggio la nostra nave, per<br />
continuare a farla navigare verso l’infinito e oltre, da protagonisti perché siamo quelli che hanno gli<br />
strumenti migliori per navigare per questi mari.<br />
E allora il futuro dei giovani di oggi è uguale a quello della mia generazione perché anche per loro come<br />
per me vale quanto disse Appius Claudius Caecus: “ Faber est suae quisque fortunae” , ognuno è artefice<br />
del proprio destino, il futuro lo creiamo noi stessi. Questo significa che il futuro diventa presente solo se<br />
si combatte per ottenerlo, se si crede in quello che si fa e con coraggio, determinazione, pazienza, ma<br />
soprattutto con rigore etico e passione, continuiamo a combattere per quello che crediamo giusto, per le<br />
nostre speranze, per realizzare l’obiettivo fondamentale di vivere una vita non inutile. Popolo medico<br />
nucleare, non avere paura: tutti insieme , con consapevolezza e coraggio, attraverseremo altri mille e<br />
mille e mille mari , troveremo nuove terre, continueremo ad essere orgogliosi di essere professionisti di<br />
una splendida disciplina, parte di una grandissima e gloriosa Associazione.<br />
Viva la Medicina Nucleare, viva l’<strong>AIMN</strong>.<br />
<strong>AIMN</strong> - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno III, n 3 , 2007 pag. 4/77