DEI NUMERI PITAGORICI - La Melagrana
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temente si hanno le tre medie: la media aritmetica, la media geometrica, e la media armonica: ossia<br />
le tre proporzioni continue aritmetica, geometrica ed armonica. In aritmetica le tre specie di numeri<br />
pari, le tre specie di numeri dispari, le tre specie di numeri rettangolari, le tre specie di numeri perfetti<br />
ecc ... Anche nel campo dell'aritmetica compare la propensione pitagorica alla classificazione<br />
per terne, come vedremo.<br />
Si potrebbe seguitare in questa rassegna, che non avrebbe termine se si considerassero le manifestazioni<br />
di questa propensione alla classificazione ternaria nelle antiche filosofie, nelle religioni e<br />
nelle tradizioni esoteriche. Ci limiteremo a riportare un passo di un celebre testo alchemico, ed a<br />
una osservazione a proposito dell'Agartha. Il passo si trova nelle Dodici Chiavi di Basilio Valentino,<br />
un classico dell'ermetismo; esso sembra riassumere quanto sinora abbiamo detto nella seguente<br />
massima 20 : Procedit ex uno et est res una; volatile et fixum simul colliga; sunt duo et tria et saltem<br />
unum.<br />
Quanto all'Agarttha se ne è fatto un gran discorrere dopo la menzione fattane da Louis Jacolliot e<br />
dopo la pubblicazione del libro di Saint-Yves d'Alveydre 21 , e più ancora dopo la pubblicazione del<br />
famoso libro di Ossendowski 22 . René Guénon identifica 23 i tre sacerdoti del mondo sotterraneo o<br />
dell'Agarttha con i tre re Magi dell'Evangelo ed altrettanto fa Zam Bhotiva 24 . Se questa identificazione<br />
è giusta, essa risale a circa il 100 dell'era volgare, e se fu intenzionalmente espressa nel Vangelo<br />
era manifestamente destinata a stabilire un rapporto tra la nuova religione ed i tre re Magi d'oriente<br />
ossia i tre sacerdoti dell'Agarttha. In tal modo la nuova religione, ponendosi sotto gli auspici<br />
dei tre re Magi d'Oriente ossia della suprema gerarchia iniziatica, costituita dai tre sacerdoti e dal<br />
loro capo, affermava la propria ortodossia o regolarità e si valeva dell'omaggio dei tre Magi d'Oriente.<br />
Dopo di che è interessante osservare che anche la religione "romana" poteva vantare un simile<br />
suggello di "ortodossia". Infatti anche la gerarchia officiale romana si inspira alla concezione e tradizione<br />
ternaria essendo costituita dai tre f1amini: il Flamen Dialis, il Flamen Martialis ed il Flamen<br />
Quirinalis, cui era anticamente preposto il Rex Sacrorum, come il Re del Mondo è preposto ai tre<br />
sacerdoti dell'Agarttha. Se, come pensa il Vendryès, la voce sanscrita brahman corrisponde al latino<br />
flamen, ne risulta probabile la remota arcaicità dell'istituto dei f1amini o bramani e se ne intravede<br />
la connessione coi tre sacerdoti.<br />
E giacché siamo a parlare di questo argomento, accenniamo ad una menzione dei "tre sacerdoti"<br />
fatta in Occidente ed assai più antica di quella fattane da Jacolliot. Nella Città del Sole il sommo sacerdote,<br />
dice Campanella, è assistito da tre altri capi detti: Pon, Sin e Mor; non è a questa eventuale<br />
menzione che intendiamo alludere. <strong>La</strong> menzione di cui intendiamo parlare si trova, secondo noi, nel<br />
bel mezzo della Divina Commedia. Infatti nel sedicesimo canto del Purgatorio, Dante, dopo aver<br />
ricordato che «soleva Roma che il buon mondo feo, due soli aver che l'una e l'altra strada facean<br />
vedere e del mondo e di deo», e dopo aver mostrato che «la mala condotta, E' la cagion che il mondo<br />
ha fatto reo», esclama: «Ben v'en tre vecchi ancora, in cui rampogna l'antica età la nuova... »; e<br />
quantunque ne dia subito i nomi che sono quelli di tre semplici galantuomini del suo tempo, fa per<br />
altro anche capire che si tratta di soprannomi e che non è il caso di fermarsi al senso letterale. Ben<br />
altra importanza ha l'invocazione dantesca se essa si riferisce ai "tre sacerdoti"; uno dei tre vecchi<br />
danteschi è il buon Gherardo noto per il soprannome che egli toglie da sua figlia Gaia, la gaia scienza,<br />
il gai saber dei Fedeli d'Amore. Del resto in questo stesso sedicesimo canto vi è un altro verso<br />
che contiene un doppio e preciso riferimento all'Agarttha e convalida la interpretazione anagogica<br />
20 Cfr. Duodecim Claves fratris Basilii Valentini, ad esempio in Mangeti Bibliotheca Chemica Curiosa, 1702, II,<br />
421. <strong>La</strong> prima edizione delle Dodici Chiavi è anteriore di circa un secolo. L'importante simbolo del Rebis, l'androgino<br />
ermetico, è forse la res bina, o res bis, il solve et coagula detta "pietra di smeraldo" di Apollonio Tianeo pitagorico.<br />
21 Saint-Yves d'Alveydre - <strong>La</strong> mission de l'Inde, [Dorbon, Paris], 1910.<br />
22 Ossendowski - Bêtes, hommes et Dieux – [Librairie Plon, Paris],1924.<br />
23 René Guénon - Il Re del Mondo, versione italiana - Milano, 1927, pag. 27.<br />
24 Zam Bhotiva - Asia misteriosa - 1929.<br />
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