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DEI NUMERI PITAGORICI - La Melagrana

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Capitolo terzo<br />

LE TRIADI NELLA GRAMMATICA GRECA<br />

Le lingue della famiglia linguistica indoeuropea, almeno nella loro forma arcaica, presentano tutte<br />

declinazioni e coniugazioni a base ternaria. Nella declinazione greca si distinguono tre generi, ossia<br />

il maschile, il femminile ed il neutro; e tre "numeri" ossia il singolare, il duale ed il plurale che<br />

serve per tre o più persone ed oggetti ed in cui ricompare la assimilazione del tre con la pluralità e<br />

col tutto. Nella coniugazione del verbo si distinguono tre persone, ossia la prima, la seconda e la<br />

terza persona; tre numeri ossia il singolare, il duale ed il plurale; tre generi o voci ossia l'attivo, il<br />

medio ed il passivo; sei tempi, dei quali tre principali, cioè presente, perfetto e futuro e tre storici,<br />

cioè imperfetto, più che perfetto ed aoristo ed in fine tre modi verbali: infinito, participio ed aggettivo<br />

verbale. Può darsi che alcune di queste distinzioni non fossero avvertite dai parlanti la lingua<br />

greca e che siano più effetto che causa della propensione ad una classificazione ternaria ad opera di<br />

grammatici posteriori; ma le principali terne su riportate, quelle dei numeri, dei generi e delle persone<br />

sopra le quali può dirsi si impemi la lingua stessa, non potevano passare inavvertite ed il loro<br />

continuo uso deve avere potentemente contribuito ad imprimere, coscientemente o no, nella mentalità<br />

greca la speciale considerazione del numero tre che abbiamo trovato. Lo stesso naturalmente<br />

può dirsi in grado diverso per altre lingue.<br />

Talora una stessa voce, nello stadio linguistico cui ci è dato risalire, serve tanto per il maschile<br />

che per il neutro, oppure per il maschile e per il femminile; ma si tratta di eccezioni di cui si può intravedere<br />

la causa ed indubbiamente l'aspetto della lingua era quello che abbiamo indicato, con un<br />

rigore, una generalità ed una complessità mentali tanto maggiori quanto più si rimonta indietro nel<br />

tempo. Nelle lingue europee moderne è rimasta naturalmente la distinzione delle tre persone (salvo<br />

che in inglese, in francese ed ora anche in italiano si adopera il voi anche al singolare), e così pure è<br />

rimasta la distinzione dei tre tempi principali; ma le altre distinzioni sono talvolta scomparse od<br />

hanno lasciato appena qualche traccia. Il duale si è confuso in generale col plurale ed il neutro col<br />

maschile, e l'estremo del semplicismo si ha in inglese dove un unico articolo the serve addirittura<br />

per tutti i generi e per tutti i numeri. Come si vede il cambiamento è avvenuto passando dall'eterogeneo,<br />

ossia proprio nel senso opposto a quello proclamato dalla teoria spenceriana dell'evoluzione.<br />

L'esistenza nella lingua di questa classificazione ternaria ed i successivi cambiamenti intervenuti<br />

non possono in questo caso venire spiegati invocando l'ipotetico basso livello intellettuale dei popoli<br />

parlanti il proto-indoeuropeo, perché risalendo dalle lingue moderne alle lingue madri ed alle lingue<br />

nonne, non si ha davvero l'impressione di risalire ad uno stadio intellettuale inferiore; e per<br />

quanto in particolare si riferisce ai numeri della grammatica, la graduale scomparsa del duale che si<br />

è attuata nelle lingue moderne, mostra che la distinzione del duale dal plurale è praticamente superflua,<br />

ed è quindi maggiormente degno di nota che anche nel caso dei numeri della grammatica si<br />

avesse una terna, quasi a meglio manifestare la legge generale.<br />

Questa classificazione ternaria non dipende dunque dal basso livello intellettuale dei cosiddetti<br />

"primitivi", ma dipende da ben altre cause ed è inerente alla vita stessa dell'uomo nel mondo, nel<br />

tempo e nella società.<br />

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