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DEI NUMERI PITAGORICI - La Melagrana

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si sappia risolvere tali equazioni le più interessanti questioni relative ai numeri piramidali e poliedrici<br />

non potranno essere pienamente investigate.<br />

L'aritmetica pitagorica considera i numeri interi ed i loro rapporti.<br />

<strong>La</strong> matematica moderna ha esteso il concetto di numero, sicché, i numeri interi e razionali si sono<br />

ridotti ad essere un caso particolare dei numeri reali. Questa estensione permette la considerazione<br />

delle funzioni continue e soddisfa ai bisogni della fisica e della matematica applicata; ma l'estensione<br />

ha alterato il concetto di numero riducendolo semplicemente ad ascissa, a misura delle<br />

grandezze. I numeri interi non sono che un caso particolare dei numeri moderni, ma i numeri interi,<br />

diceva il matematico Kronecker, sono stati fatti da Dio mentre il resto è opera dell'uomo, ed indagare<br />

le proprietà dei numeri interi è addentrarsi nell'abisso della interiorità dell'Essere. Sono indagini,<br />

lo sappiamo bene, che non conducono a risultati praticamente·utili, ma siccome in fondo non compromettono<br />

il soddisfacimento dei bisogni materiali dell'umanità cui è doveroso subordinare ogni<br />

attività, possono essere perdonate e tollerate se non giustificate.<br />

Con questo, naturalmente, non intendiamo affatto contestare o diminuire il valore della matematica<br />

moderna. Vogliamo solo rilevare la differenza tra la matematica moderna e quella antica e la<br />

diversità dei loro intenti.<br />

Non possiamo per altro dare tutti i torti a René Guénon quando osserva che «les mathématiciens,<br />

à l'époque moderne, semblent en étre arrivés à ignorer ce qu'est vèritablement le nombre, car ils<br />

reduisent toute leur science au calcul, qui est pour eux un simple ensemble de procédés plus ou<br />

moins artificiels». 5<br />

Si può anche aggiungere che alcune di queste estensioni al concetto di numero non sono esenti<br />

da seri inconvenienti. Per esempio i numeri immaginari si definiscono mediante l'unità immaginaria<br />

i, la quale a sua volta è per definizione il numero che ha per quadrato -l; in altri termini si ha per definizione:<br />

i 2 = –1, − 1 = i. Si fa poi la convenzione che per i numeri immaginari valgano le stesse<br />

regole di calcolo algebrico dimostrate per i numeri reali; ed allora, poiché per elevare a potenza un<br />

radicale si innalza a potenza il radicando, si ha:<br />

i 2 = ( − 1 ) 2 = (−1) 2 = 1± 1<br />

il che mostra che vi sono due numeri, e non uno, che sono il quadrato di i, e precisamente, +l e –1,<br />

mentre invece per definizione ve ne è uno cioè –1. 6<br />

5<br />

René Guénon - Remarques sur la notation mathématique - nel numero di Gennaio 1937 degli «Études Traditionelles»,<br />

pag. 31.<br />

6<br />

Questa semplice ed acuta osservazione è del collega ed amico, il matematico Alfonso del Guercio.<br />

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