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DEI NUMERI PITAGORICI - La Melagrana

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Capitolo settimo<br />

TERNE ED ENNEADI<br />

<strong>La</strong> legge ternaria porta a classificare i numeri naturali secondo terne. <strong>La</strong> prima terna è composta<br />

da uno, due e tre; la seconda terna dai numeri 4, 5, 6... di modo che i numeri si dispongono naturalmente<br />

in tre classi: 3 k + l, 3 k + 2, 3 k cioè nelle classi dei numeri rispettivamente congrui ad uno,<br />

a due ed a zero rispetto al modulo tre.<br />

Troviamo infatti in Teone da Smirne 1 i primi nove numeri disposti in tre terne nel modo seguente:<br />

1 4 7<br />

2 5 8<br />

3 6 9<br />

Naturalmente il nove, ultimo numero di questa terna di terne od enneade, appunto perché ultimo<br />

viene ad essere perfetto quanto il tre e più del tre. E siccome la nostra numerazione è a base decimale<br />

il nove è anche l'ultimo numero appartenente alla classe delle unità semplici, l'ultimo numero di<br />

una cifra nella nostra scrittura; e secondo lo pseudo Plutarco 2 il novenario è perfettissimo perché è il<br />

primo quadrato impari, ed è imparimente impari perché si divide in tre triadi, le quali nuovamente si<br />

dividono in tre unità. Dante lo chiama «lo perfetto numero nove», si sofferma ad esporre la divisione<br />

delle creature spirituali in tre gerarchie o principati, ciascheduno composto di tre ordini, dice che<br />

questo numero era amico di Beatrice, ed ha cura di rilevare che egli era nel suo nono anno quando<br />

la vide per la prima volta 3 .<br />

Seguitando a disporre i numeri secondo terne si ottiene con i primi ventisette numeri una terna di<br />

enneadi; il 27 è quindi un numero perfetto ed abbiamo visto che Porfirio insiste sopra il fatto che Pitagora<br />

nella sua visita a Creta passò tre volte nove giorni secondo il rito nell'antro ideo. Seguitando<br />

ancora si ottiene con i primi 81 numeri una enneade di enneadi, e si capisce che questo numero, che<br />

è anche la quarta potenza del tre, è un numero perfetto, anzi perfettissimo, e come tale compare nelle<br />

età iniziatiche tradizionali. Dante, per esempio, fa gran caso che «Platone vivette Ottantauno anni<br />

secondo che testimonia Tullio in quello di Senettute», ed aggiunge, da buon cristiano, che altrettanto<br />

avrebbe fatto Cristo se «fosse stato non crocifisso» 4 .<br />

I numeri che seguono immediatamente le prime tre potenze del tre sono il quattro, il dieci ed il<br />

28. Il 28 è un numero perfetto anche nell'accezione moderna ed abbiamo visto in quale conto fosse<br />

tenuto dai pitagorici. Il quattro è il numero della tetractis ed è connesso al 10 e quindi all'unità. Infatti<br />

dalla monade rappresentata da un punto procede per scissione o scissiparazione la diade rap-<br />

1<br />

Teone da Smirne, ed. Dupuis, 166. Cfr. anche G. Loria - Le scienze esatte nell'antica Grecia, pag. 795.<br />

2<br />

Ps. Plutarco - De vita et poesia Homeri, 145.<br />

3<br />

Dante - Conv. II, 6; Vita Nova XXIX e Vita Nova II.<br />

4<br />

Cfr. Dante - Convito - IV, 24.<br />

<strong>La</strong> considerazione dei "numeri sacri" e dei numeri perfetti si è trasmessa attraverso il medio evo sino ai tempi nostri<br />

sotto varie forme. Le sentenze popolari: omne trinum est perfectum, non vi è due senza tre... ne sono un esempio. <strong>La</strong><br />

venerazione pitagorica per i numeri compare più o meno inquinata in scrittori come Ausonio, Boezio, Cassiodoro, Dante,<br />

il Cardinale Nicolò di Cusa, l'abate Tritemio, E.C. Agrippa, Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Bungo, il cardinale<br />

Federico Borromeo, Quirico Filopanti, Enrico Caporali... Le arti e specialmente l'architettura sacra hanno tramandato<br />

tutto un simbolismo numerico, geometrico ed architettonico, che è stato oggetto di studio, dalla basilica pitagorica<br />

di Porta Maggiore in Roma sino alle primitive chiese cristiane ed alle cattedrali erette dai fratelli Comacini e dai muratori<br />

medioevali.<br />

Quanto al numero 27 lo ritroviamo oggetto di particolare attenzione da parte della Massoneria Egiziana di Cagliostro.<br />

In una lettera diretta a Cagliostro dal Venerabile della "Sagesse triomphante" (cfr. Marc Haven - Le Maître Inconnu:<br />

Cagliostro, pag. 154), per rendergli conto dei lavori di inaugurazione del tempio si trova questo passaggio: «l'adoration<br />

et les travaux ont duré trois jours, et, par un concours remarquable de circonstances, nous étions réunis au nombres<br />

de 27, et il y a eu 54 heures d'adoration».<br />

20

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